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lunedì 17 novembre 2008

scala di AutoCAD

Dopo anni ed anni di tormenti alla ricerca di come impostare la scala di stampa in AutoCAD (soprannominato AutoCAZ non per nulla...), finalmente, circa 2 anni fa, l'ho scoperto e me lo sono segnata sull'agendina! Però, visto il mio disordine perverso, cercherò di rendere immortale la procedura pubblicandola quì.
Cari amici fate così:

  • andare in modalità layout;
  • selezionare modello e digitare "z", premere "invio";
  • scrivere la scala calcolata nella seguente maniera: 1000/scala desiderata, xp e premere "invio" (se vorrò stampare al 5000 --> 1000/5000=0,2 --> 0,2xp)
  • per fissare la carta alla scala voluta spostarsi su layout/carta (paper);
Data questa perla di sagezza, cari amici, vi auguro una buona nottata...see u next time!

domenica 16 novembre 2008

Stato normativo dell'urbanistica in FVG

F-VG. Prove tecniche di “federalismo urbanistico”

Autore: Predonzan, Dario
Data di pubblicazione: 06.11.2008 20:04

Un’analisi per eddyburg della nuova legge urbanistica del Friuli-Venezia Giulia. Molte ombre e qualche luce nel prodotto della maggioranza di destra.

Premessa: trovo assolutamente necessario riportare quanto segnalatomi via mail per delineare la situazione dello stato normativo della pianificazione territoriale del Friuli Venezia Giulia. C'è da chiedersi se le cose stiano andando di male in peggio. Lascio a Voi le considerazioni del caso. Roberta Battiston

Molte ombre nella recente legge regionale n. 12 del Friuli Venezia Giulia, che ha modificato – in parte - la precedente (e anch’essa recente) legge n. 5 del 2007 in materia di urbanistica, edilizia e paesaggio. ù

La proposta iniziale è stata presentata dai capigruppo della maggioranza di centro-destra (PDL, LN, UDC e gruppo misto), la stessa che ne ha imposto l’approvazione in gran fretta. Contrarie le opposizioni di sinistra e centro-sinistra, più che altro in nome della difesa della precedente legge 5, fortemente voluta dalla maggioranza che reggeva la Regione fino alle elezioni dell’aprile 2008 e assai criticabile per molti aspetti. Ad esempio per le procedure inutilmente complesse introdotte nella pratica urbanistica comunale, così come per i contenuti al tempo stesso ridondanti, pericolosi (l’enfasi ossessiva su alcune grandi infrastrutture) e inefficaci (dal punto di vista della tutela del paesaggio) del Piano territoriale regionale, che dalla legge deriva.


Cambiata la Giunta regionale, si sarebbe trattato di mettere mano alla legge 5 e al PTR, semplificandoli laddove necessario, ma soprattutto correggendoli per renderli efficaci nell’affrontare le vere emergenze: l’abnorme consumo di suolo per l’espansione delle aree urbanizzate (mentre la popolazione è numericamente stabile da decenni) e il conseguente degrado del paesaggio.

Nulla di tutto ciò si rinviene nella nuova legge, il cui principale intento è invece quello di permettere “il pieno svolgimento della funzione pianificatoria territoriale dei Comuni”, che si sostiene essere impedito dalle norme della legge 5, laddove queste subordinano la possibilità di formare nuovi piani regolatori - o varianti degli stessi – al recepimento da parte dei Comuni delle indicazioni del Piano Territoriale Regionale (PTR). Il quale, adottato nell’ottobre 2007, non è stato però approvato e quindi non è entrato in vigore.

In realtà, anche la legge 5 (o meglio il suo regolamento di attuazione) permetteva, in attesa dell’adeguamento al PTR, l’adozione di varianti “non sostanziali” ai piani regolatori, con incrementi fino al 10 per cento per le zone urbanizzate (residenziali, industriali, commerciali, ecc.).

La nuova legge aumenta fino al 20 per cento questa “flessibilità” per quasi tutti i Comuni, salvo quelli con popolazione superiore a 15.000 abitanti (vale a dire Trieste, Udine, Pordenone, Gorizia e Monfalcone), per i quali rimane il limite del 10 per cento. Che comunque non è poco … Non solo: una norma transitoria della legge 5 ammetteva la possibilità, per i Comuni, che avessero adottato delibere di direttive prima dell’entrata in vigore della nuova legge, di formare e approvare le varianti ai propri strumenti urbanistici secondo le procedure della vecchia legge 52/1991 (e praticamente tutti i Comuni lo avevano fatto…).

Evidentemente, però, a qualcuno non bastava ancora ed ecco quindi la nuova legge 12/2008, motivata ufficialmente con la necessità di “far uscire dalla paralisi la pianificazione locale dei Comuni” ed “evitare danni al sistema economico e produttivo”.

La legge esclude riduzioni di superficie per le zone forestali e di tutela ambientale, ma non per quelle agricole, quando è noto che sono soprattutto queste ultime a soccombere – da decenni – sotto l’assalto del cemento e dell’asfalto. Non per nulla, le statistiche dell’Agenzia protezione ambiente e territorio – APAT oggi ribattezzata ISPRA – sebbene compilate con metodologie sommarie, che sottostimano l’entità del fenomeno, indicano proprio nel Friuli Venezia Giulia una delle Regioni italiane con la maggior percentuale di territorio agricolo sacrificato all’urbanizzazione, superata soltanto da Veneto e Lombardia.

Basti dire che solo tra il 1990 e il 2000 l’incremento nell’estensione delle aree urbanizzate a scapito di quelle agricole è stato pari ad oltre 3.426 ettari, cioè il 55 % di quello registrato in Veneto e il 66 % di quello della Lombardia, benché il territorio del Friuli Venezia Giulia sia pari soltanto al 43 % di quello veneto e al 33 % di quello lombardo. Nello stesso arco di tempo, peraltro, l’estensione delle aree boschive e semi-naturali in Veneto e Lombardia è aumentata (sia pure di poco), mentre in Friuli Venezia Giulia è diminuita di 257 ettari.

Va detto poi che i comuni con meno di 15.000 abitanti rappresentano la quasi totalità del territorio regionale, in particolare di quello agricolo e naturale (si pensi alle zone montane, a quelle lagunari, alle aree fluviali, ecc.). Allentare le redini nei loro confronti, non rappresenta certo un buon servizio reso alla corretta e razionale gestione del territorio. Chiunque si sia anche superficialmente accostato al problema, sa infatti che sono proprio i Comuni il principale “motore” delle cementificazioni e della distruzione del paesaggio. Basta fare un giro per la regione e avere occhi per vedere, per accorgersi degli scempi compiuti (e che si continuano a compiere), con le villettizzazioni nelle aree costiere, la proliferazione di aree commerciali nelle periferie e in aperta campagna, la “saldatura” edificatoria tra un centro abitato e l’altro lungo gli assi viari, ecc. Soprattutto, con la progressiva scomparsa del paesaggio agrario, seppellito e stravolto da miriadi di capannoni artigianal-industrial-commerciali, con l’inevitabile corredo delle infrastrutture connesse (strade di ogni genere e dimensione, piazzali di parcheggio, linee elettriche, tralicci di antenne per telefonia, ecc.).

Anche in Friuli Venezia Giulia, quindi, avanza a grandi passi il modello della “città diffusa”, che ha già devastato il vicino Veneto e in varia misura l’intera pianura padana, producendo degrado estetico – quando non totale distruzione - dei luoghi, scomparsa delle condizioni minime di sopravvivenza degli ecosistemi naturali, insostenibile congestione da traffico, e quindi anche gravi inefficienze sul piano prettamente economico. Tutto ciò non dipende soltanto dalla pressione politico-economica che il comparto dell’edilizia (e della speculazione immobiliare) esercita su amministrazioni comunali spesso prive anche di un minimo spessore culturale per opporvisi. Deriva com’è noto anche dalla dipendenza, in moltissimi casi determinante, dei bilanci comunali dalle entrate dell’ICI e da quelle degli oneri di urbanizzazione. Il che ovviamente incentiva i Comuni ad urbanizzare quanto più possibile, per finanziare la “macchina” comunale ed i servizi erogati ai cittadini. L’abolizione dell’ICI sulla prima casa non ha certo intaccato questo perverso legame tra finanze comunali e cementificazione del territorio (i Comuni favoriranno, anzi, ancor di più le urbanizzazioni a fini commerciali e produttivi, la proliferazione dei capannoni, ecc.), mentre un ulteriore contributo al disastro viene dalla norma demenziale, in base alla quale il 75 per cento degli introiti derivanti dagli oneri di urbanizzazione - anziché essere destinati alla realizzazione di fognature, aree verdi, ecc. - possono essere dirottati alla copertura delle spese correnti dei Comuni.

Una riforma davvero federalista dovrebbe affrontare prioritariamente questo genere di problemi, individuando forme di tassazione locale, che garantiscano il funzionamento dei Comuni, senza incentivare la distruzione del territorio. Non è questa, purtroppo, la priorità dei “federalisti” nostrani i quali, se lo fossero davvero, dovrebbero sapere meglio di tutti che il territorio ed il paesaggio sono – anche – il deposito di valori identitari fondamentali per una comunità. Proprio sulla difesa dell’identità, del resto, molti federalisti di casa nostra hanno costruito le loro fortune politiche: peccato che si tratti esclusivamente di una difesa contro le “contaminazioni” e l’”insicurezza” prodotte dal contatto con culture diverse (immigrati, altri italiani, ecc.). Nessuna attenzione pare vi sia, invece, per le aggressioni che l’identità di una comunità subisce dal proprio interno, per esempio appunto con il degrado progressivo dei luoghi, motivato magari da interessi economici di pochi che fanno leva sul menefreghismo e sull’ignoranza di molti. In un recente incontro con un assessore regionale del Friuli Venezia Giulia (non quello competente in materia di urbanistica, ma comunque un federalista “doc”), il WWF si è sentito dire che “una comunità dev’essere padrona di fare quello che vuole del proprio territorio. Se decide di trasformarlo in una grande discarica, è giusto che lo possa fare”. Ogni commento pare superfluo.

Pericolose sono anche altre norme della legge 5, come quella che esclude il controllo della Regione sui piani regolatori di tutti i Comuni montani e di quelli con popolazione inferiore a 2.500 abitanti, i quali rappresentano la maggioranza del territorio regionale, proprio nelle aree di maggior pregio naturalistico e paesaggistico.

Ancora: viene rinviata sine die la stesura della “relazione sullo stato del territorio” da parte dei Comuni (strumento viceversa utilissimo per la conoscenza dello stato della pianificazione, introdotto dalla legge 5/2007), mentre perdura un sostanziale lassismo in materia di delega ai Comuni delle autorizzazioni paesaggistiche. E non si può certo dire che la maggioranza dei Comuni abbia ben operato in questo campo, visti gli ampi poteri già ottenuti con la legge 52 del 1991

Tra i pochi aspetti positivi della legge 12/2008, il recupero della facoltà (eliminata dalla legge 5/2007) di imporre norme di salvaguardia anche contestualmente all’emanazione delle direttive per la formazione dei piani regolatori e delle varianti. Uno strumento importante nelle mani di Comuni che vogliano davvero proteggere il proprio territorio dallo strapotere della speculazione edilizia. Sempre che lo vogliano utilizzare davvero. Positivo poi il ritorno alla competenza dei Consigli comunali (la legge 5/2007 l’attribuiva alle Giunte) nell’approvazione dei piani particolareggiati.

Rimane però il “buco nero” della pianificazione d’area vasta, che è sinonimo soprattutto di piano paesaggistico (inesistente in Friuli Venezia Giulia). Sospeso nel limbo il PTR adottato nel 2007, ci si deve accontentare delle dichiarazioni di alcuni politici, secondo cui una nuova stesura del piano sarà pronta “entro due anni”, mentre ad un non definito futuro è rinviata anche una riforma organica dell’intera materia urbanistica. E’ verosimile che si intenda - in realtà – aspettare la nuova legge quadro annunciata a livello nazionale: si tratta ovviamente della riedizione della famigerata “legge Lupi”!

Fonte[eddyburg.it]

mercoledì 5 novembre 2008

GISday: 21 novembre - Trieste

VII° WORKSHOP DI BENI AMBIENTALI E CULTURALI E GIS: 'COMUNICARE L'AMBIENTE' - Università degli Studi di Trieste - venerdì 21 novembre - via Tigor,22 - Trieste

La partecipazione al workshop è libera e gratuita.
cliccare qui per i dettagli del workshop.




sabato 1 novembre 2008

tamarra fino in fondo

Da qualche tempo avevo la necessità di reperire un ebook reader da portare sempre con me...e guarda un po' cosa mi capita oggi sotto gli occhi? Un clone dell'ipod touch con questa ambitissima funzione ma non solo...ecco le caratteristiche del mio nuovo device:

- fotocamera da 2mega pixels (manca il flash);
- videocamera;
- visualizzazione mp4 e jpg;
- riproduzione mp3;
- visualizzazione file txt;
- registratore vocale;
- radio FM;
- 4Giga + slot espandibile con SD max 4Giga;
- display 2,8" (?);
- software sconosciuto;
- touch screen (non dispone di pennino);
- non dispone di cd di installazione;
- alimentatore;
- cuffie;
- cavo usb;

L'art Decò di George Barbier: un'analisi

All'art Decò viene attribuito l'appellativo di "gusto artistico" in quanto, nonostante la presenza di postulati teorici, non sorsero mai delle scuole e la sua vita fu piuttosto breve.
Questo gusto artistico si pone contemporaneamente in continuazione ma anche in antitesi con l'art noveau. E' il gusto artistico che nasce si sviluppa e muore durante le due guerre.
Non riguarda solamente le arti minori anche se le colpisce prevalentemente.
Il gusto è caratterizzato dall'utilizzo di linee rigide anzichè sinuose come, contrariamente, accadeva nell'art noveau.
George Barbier rivolse la sua produzione ad illustrazioni per riviste e manifesti pubblicitari.
Le campiture sono piene e vivaci. L'immagine ne risulta piatta e fumettata. Le posture rigide, quasi egittizzanti, come mi è stato suggerito, sono inserite in contesti che rivelano comunque una certa dinamicità dell'azione rappresentata e che mi riportano alla mente il periodo impressionista in particolare mi rivolgo alla "Colazione dei canottieri" di Auguste Renoir.
Le campiture vengono restituite con la tecnica dell'acquarello o della guache.
L'artista propone soggetti classici e contemporanei adattandoli al gusto dell'art decò.
[album fotografico]

venerdì 31 ottobre 2008

Uno, nessuno, centomila


Chi sono? Ognuno ha di me un'idea diversa, un'immagine forse che nemmeno so di dare e di avere. Ognuno di noi è diverso agli occhi degli altri. Nessuno ci vede come ci vediamo noi. Ma in fondo anche noi stessi ci riveliamo diversi a seconda di chi ci sta davanti.

Delirious New York


Dalla nascita dell'isola dei Conigli alla cultura della congestione voluta dagli architetti statunitensi fino a giungere alla contrapposizione di questi all'ideologia architettonica di Charles-Edouard Jeanneret-Gris le cui teorie, a mio avviso, rimangono attuali e significative, ma tuttavia raramente o parzialmente applicate.

Le città invisibili


Marco Polo passa in rassegna al Khan le città da lui visitate (nella sua mente e pertanto invisibili).
Le prime città incontrate non sono molto diverse da quelle conosciute nei viaggi di un qualsiasi visitatore...le utlime, invece, si fanno via, via più irrazionali.
Il filo conduttore del reseconto al Khan è costituito da una rete di fitti rapporti tra gli abitanti della città senza i quali la sua esistenza non avrebbe alcun significato. La città, quindi, è percepita non solo da un punto di vista meramente architettonico che si concretizza con dei "segni" e delle "forme architettoniche" riconoscibili e presenti sul territorio, ma anche dalla struttura invisibile di rapporti che legano con reciprocità gli abitanti stessi.
[link]

venerdì 24 ottobre 2008

Attimis: stato attuale dei lavori

In questi giorni, e fino il 26 ottobre, i volontari della Società Friulana di Archeologia sono impegnati in un'azione di ripulitura ed esportazione della vegetazione dell'area del Castello Superiore di Attimis in vista delle future campagne estive di scavo al fine di ampliare la visibilità dell'area. Oggi sono stati eseguiti i rilievi dell'area per mezzo di una stazione totale.
Segnalo un appuntamento presso la sezione udinese inerente alle campagne di scavo 2008 che si terrà il giorno
Sabato 29 novembre, ore 16,00, in Torre, presentazione dei risultati delle campagne di scavo 2008 a Codroipo (castelliere La Gradiscje), Verzegnis (colle Mazéit), Attimis (castello superiore).

Riforma dell'urbanistica

Girando tra i blog di settore apprendo che con la legge regionale 21 ottobre 2008, n .12 (BUR n. 43 del 22 ottobre 2008) sono state apportate delle modifiche alla legge regionale 5/2007 (Riforma dell’urbanistica e disciplina dell’attività edilizia e del paesaggio). L'ordine regnerà finalmente sovrano? Staremo a vedere...

domenica 19 ottobre 2008

drivers delle stampanti old school

Dai mitici anni '90 mi sono portata, nel nuovo millennio, la mia fedelissima stampante epson stylus color 600 che anche nei momenti più impervi mi è stata sempre fedelissima e oggi continua a prestarmi i suoi servigi.
Visto che il week end l'ho dedicato alla formatazione dei miei pcs, mi sono, nuovamente, trovata dinnanzi al problema del reperimento dei driver della mia stampante che, nonostante la sua affidabilità, è un cimelio da mercatino dell' antiquariato...Comunque, cerca che ti cerca, 'sti benedetti drivers non esistono! Ma io imperterrita non voglio abbandonare il mio pezzo d'antiquariato!Allora inizio a cercare in un forum e poi nell'altro finchè...ecco la soluzione!
I drivers della mia cara vecchia e buona amica sono già integrati in windows xp. E' necessario solamente aggiungere la stampante manualmente dalla gestione di stampanti e fax! Allora, tutta esaltanta dalla recente scoperta, vado per aggiungere la stampante ma un errore dal suono assordante mi dice che il servizio spool di stampa non è in esecuzione...non mi faccio prendere dallo sconforto e ricomincio la ricerca attraverso i forum dai quali scopro che, anche questa volta, la soluzione è piuttosto semplice: dal pannello di controllo vado in "strumenti di amministrazione", successivamente faccio doppio click su "servizi" ed infine doppio click su "spooler di stampa" dove scegliamo l'avvio automatico e premiamo "avvia" e poi "applica" a questo punto è possibile aggiungere la stampante con le procedure comunemente note ricercando i driver associati alla nostra stampante nell'elenco proposto. Della serie non si butta mai via nulla :D

venerdì 10 ottobre 2008

Autunno

Dopo un'estate intensissima, oggi saluto i libri e mi godo l'incedere dell'autunno.

venerdì 3 ottobre 2008

Convegno sulle Anfore Italiche: il Restauro.

Interventi di: dott. Massimo Fumolo, dott.ssa Piorico Michaela della Società Friulana di Archeologia

Durante lo scorso incontro il dott. Massimo Fumolo, aveva simpaticamente invitato il pubblico presente all' individuazione dell'Anfora in esposizione con la promessa di "svelare" la soluzione nell'incontro successivo. L'archeologo non fa attendere oltre il pubblico impaziente e svela subito l'identità della nostra anfora.
L'oggetto in questione è un'anfora di tipo Dressel 25 (molto simile alle Dressel 20) di provenienza orientale (probabilmente egea). Si tratta di un manufatto abbastanza comune la cui produzione avvenne tra il I° e il III° sec. d.C. il cui contenuto è ad oggi sconosciuto, ma l'ipotesi maggiormente plausibile ci indica quest'oggetto come un'anfora vinaria e olearia non impeciata.
La Dressel 1 fu la prima anfora romana vinaria che venne prodotta in Toscana, Lazio, Campania e si diffuse in tutto il Mediterraneo.
La Carta del Restauro è datata 1931 e ne stabilisce i principi che possono essere così sintetizzati:

  1. il restauro ha solamente fini conservativi e non ricostruttivi;
  2. le parti originali devono essere individuabili e facilmente riconoscibili dalle integrazioni (ad. esempio in fase di restauro i colori delle integrazioni dovranno essere più chiari ai fini del riconoscimento);
  3. necessità di produrre documentazione scritta (giornale del restauro) per annotare le metodologie, i materiali e le colle utilizzati (la conoscenza della colla permette l'immediato riconoscimento del solvente da utilizzare al fine di scomporre nuovamente i pezzi dell'oggetto);
  4. reversibilità del restauro;
  5. le integrazioni vanno fatte solamente quando si ha a disposizione il 51% di frammenti originari (la scuola italiana adotta questa regola che ad ogni modo non è riconosciuta dalla scuola tedesca e da quella slovena);

Le fasi del restauro sono facilmente classificabili come segue:

  1. pulizia: in questa fase è necessario prestare particolare attenzione alla pulizia delle fratture perchè i residui di terra, ad esempio, potrebbero provocare dei problemi in fase di incollaggio. Per le ceramiche fragili, dipinte e invetriate è opportuno agire a secco con l'ausilio di un comune spazzolino da denti in quanto l'acqua potrebbe danneggiare le parti dell'oggetto. Tale metodo è scarsamente utilizzato mentre viene preferito l'utilizzo combinato di spazzolino ed acqua per tutte le altre ceramiche. Qualora ciò non fosse sufficiente si interviene mediante bisturi. Se tale tipo di pulizia non risultasse ancora. Le incrostazioni delle fratture vanno sempre tolte, mentre si potrebbe decidere di lasciare quelle in superficie ed anzi di conservarle in quanto costituisco, ad esempio, un importante dato storico;
  2. assemblaggio: Con minuzia si va alla ricerca degli attacchi e quando questi vengono identificati vengono numerati o su nastro adesivo o direttamente sulla parte interna dell'oggetto;
  3. incollaggio: le colle devono presentare determinate caratteristiche: buona durata, devono essere trasparenti, devono essere reversibili, devono avere poco spessore. Il Vinavil viene utilizzato perchè è reversibile e ha una discreta tenuta ma dà problemi per la colorazione bianca che con il tempo tende ad ingiallire. Tale colla è stata progressivamente sostituita con il K60 che è una polvere che viene sciolta in alcool denaturato che assume consistenza mielosa e se scaldato perde l'alcool e acquista potere incollante. Ha un'ottima tenuta. I frammenti fanno presa dopo 15min, ma, in realtà, vengono lasciati a riposare per ore. Esistono delle colle a presa ancor più rapida ma, per contro, sono meno reversibili del K60 (il quale per essere sciolto richiede acetone o semplicemente acqua). Quando si utilizzano questi tipi di colle è necessario prima stendere sulla frattura il Paraloid che isola la colla dall'oggetto. E' altamente sconsigliato l'uso di colle aggressive quali quelle comunemente impiegate. Lincollaggio si fa a partire dall'orlo oppure dal fondo. Se non abbiamo nessuna delle due parti, si inizia dai frammenti più grandi;
  4. integrazioni: i materiali utilizzati sono il gesso (nel caso della dimostrazione è stato utilizzato gesso alabastrino) o stucco. La proprietà del gesso alabastrino è quella di avere un indurimento piuttosto elevato.

Nella dimostrazione pratica di integrazione di un'anfora di tipo Dressel 25, sono stati utilizzati dei fogli di cera da odontotecnico che sono stati preventivamente riscaldati al fine di renderli lavorabili e sono stati applicati internamente all'anfora dove l'operatore ha dato loro la curvatura desiderata per l'integrazione. Una volta definita, opportunatamente, la forma, sono stati applicati laddove era necessaria l'integrazione fissandoli all'anfora per mezzo di nastro adesivo.
Si passa ora alla preparazione della miscela gesso - acqua le cui dosi sono state fatte in parti uguali (6 cucchiai di acqua e 6 cucchiai di gesso). Miscelato il composto fino ad ottenere l'impasto desiderato, è stato steso sui fogli di cera con particolare cura per gli inserti nelle fessure (il gesso qui è stato steso mediante bisturi).
Una volta steso il composto, dal momento della reazione del gesso (che si verifica con un surriscaldamento) fino al raffreddamento il lavoro dev'essere interrotto. Successivamente si procede alla lisciatura dell'impasto mediante bisturi, spatole e quant'altro.
La colorazione del gesso può avvenire miscelando all'impasto delle terre, oppure dopo l'indurimento mediante spray con colori a tempera.

lunedì 29 settembre 2008

On line l’accesso gratuito al patrimonio cartografico regionale: Dal 29 settembre è in vigore il DPR n° 0174/Pres

Oggi cito testualmente un articolo trovato nella homepage della Regione Friuli Venezia Giulia. Finalmente il patrimonio cartografico regionale è stato liberalizzato ed è disponibile in maniera gratuita a tutti gli utenti. Finalmente un altro passo in avanti verso la libera informazione geografica!
Finalmente un momento degno di nota!
Lascio a Voi pensare le innumerevoli applicazioni che si potranno fare con le cartografie messe a disposizione della Regione.

La Regione Friuli Venezia Giulia ha scelto di rendere accessibili gratuitamente le cartografie numeriche regionali: ciò consente una maggiore diffusione di utili strumenti di lavoro per gli Enti Locali, i professionisti, gli studenti e per tutti i coloro che desiderano approfondire la conoscenza del territorio. Con la pubblicazione on line delle nuove funzionalità per la localizzazione, visualizzazione e download dei file delle cartografie regionali e per la localizzazione dei fotogrammi aerei, si permette l’accesso semplice, veloce e gratuito al patrimonio informativo cartografico, territoriale ed ambientale dell’amministrazione regionale. I servizi per la ricerca alfanumerica consentiranno l’individuazione delle cartografie mediante criteri di ricerca basati su nome della località o del Comune di interesse, oppure mediante il numero o il nome dell’elemento cartografico. Quelli per la ricerca geografica sfrutteranno le potenzialità di indagine messe a disposizione da una piattaforma WebGIS integrata con il Catalogo dei dati ambientali e territoriali. L’interfaccia consentirà di visualizzare contemporaneamente e su un continuo territoriale le cartografie e i rispettivi quadri di unione, le proiezioni dei fotogrammi prodotti per la restituzione aerofotogrammetria delle carte regionali (con immagini di anteprima), e le banche dati di carattere ambientale e territoriale disponibili, integrando in un’unica interfaccia anche i servizi di download.
link

venerdì 26 settembre 2008

Corso sulla sicurezza

Normalmente quando una qualsiasi persona si reca a seguire un corso di sicurezza sul lavoro si aspetta due ore di interminabili prediche sui DPI, su normative astruse e quant'altro. L'altra sera, giustappunto, sono stata ad uno di questi corsi, ma le mie noiose aspettative sono state tradite da un simpatico ecclettico, con laurea in meccanica e filosofia, che si è messo a raccontare di come la sicurezza sul lavoro non esista da tempi recenti ma già da tempi biblici. E così ci ha fatto presente come alcuni passi della Bibbia si riferiscano a norme "igieniche e di sicurezza". Come quel passo in cui si vieta di mangiare della carne di maiale, o si vieta di abusare della manna (da usarsi in quantità giusta), oppure di quell'altro in cui si prescrive che ad una certa altezza è necessario mettere un parapetto!
Che dire, visto così il corso di sicurezza diventa più interessante!

Convegno sulle Anfore Italiche

intervento del dott. Massimo Fumolo (Società Friulana di Archeologia)

Le anfore italiche venivano realizzate al tornio. Venivano prima create le singole parti (collo, pancia, puntoni e manici) e poi venivano assemblate assieme. Subito dopo avveniva la cottura: prima l'anfora, ormai assemblata, veniva fatta essiccare per 10gg all'aria, poi doveva essere immessa nel forno. I primi 3gg servivano per caricare il forno di anfore (che era costituito da un ambiente a volta di botte e aveva, normalmente, una capacità di 70m3). Questa operazione veniva fatta dai ragazzini che così potevano raggiungere i posti più inaccessibili del forno.
Normalmente in un forno vi stavano 1000 anfore. Per cuocerle erano necessari 60m3 di legna. Nei successivi 3gg del procedimento, che durava in tutto 24gg, le anfore venivano scaricate.
Gli usi erano vari. Esse potevano servire per contenere vino, olio o salse di pesce.
Il vino per i romani, chiamato Merum, era molto pesante in quanto aveva circa 18° di alcool. I romani credevono che bere il vino puro fosse un'usanza da barbari così lo diluivano nell'acqua. La proporzione era 20% di vino e 80% di acqua così da abbassare i gradi alcoolici attorno a 5.
Il vino, così mescolato, prendeva il nome di vinum da cui deriva il nome odierno.
Il vino di alcune parti d'Italia era molto rinomato (Sorrentinum, etc.).
Una variante greca del vino era quella che prevedeva, già durante la preparazione dello stesso, l'imissione di acqua marina. Uno storico ci dà lee indicazioni sull'acqua da scegliere: bisognava prediligere l'acqua più profonda poichè più pulita.
Alla fine del processo c'era la filtratura del composto.
Sappiamo che l'olio d'oliva all'epoca era molto costoso (3 sesterzi era la paga media di una giornata lavorativa). L'olio d'oliva italiano era particolarmente pregiato, quello africano, invece, era di scarsa qualità ed era per lo più impiegato per l'alimentazione delle lucerne.
Al posto dell'olio d'oliva, si preferiva, quindi, utilizzare l'olio di colza o il grasso di suini o bovini.
Il burro era già noto ai romani ma veniva utilizzato per lo più per scopi terapeutici.
Queste anfore dovevano anche contenere le salse di pesce. Gli storici ci ricordano che le salse venivano preparate alternando vari strati di erbe macerate a strati di pesce (intero se piccolo a pezzi se grande) e sale. I pesci più adeguati per tale scopo erano il salmone, lo sgombero, le acciughe, le anguille e i più ricchi usavano come variante l'ostrica.
L'anfora veniva chiusa con tappi di sughero o di ceramica. Il composto veniva fatto riposare all'aperto per una decina di giorni nei primi sette dei quali bisognava mescolare una volta al giorno il composto. Alla fine del processo la salsa veniva filtrata e i vari prodotti che uscivano dall'operazione di filtraggio assumevano denominazioni differenti (quella più famosa è quella del garum, ma una parte del composto era così scarsa di qualità che veniva data da mangiare agli schiavi).
Probabilmente la morfologia delle anfore è funzionale ai metodi di trasporto. In una nave ne stavano anche 10.000! Spesso venivano creati degli strati di sabbia (anche 4 o 5) nei quali venivano interposte le anfore. La funzione del puntone era quella di poter garantire un migliore incastro. Tra un'anfora e l'altra, inoltre, venivano interposte delle fascine in modo tale da evitare il contatto reciproco e quindi la rottura in caso di movimenti accidentali.
Normalmente le anfore più grandi venivano poste al centro della stiva, mentre quelle più piccole a poppa e a prua.
Mediamente un'anfora aveva la capacità di 50l.
Alcuni studiosi si sono occupati della classificazione delle anfore in base alla loro forma tipica e al loro uso. Tali classificazioni sono: dressel e lamboglia.
Le anfore essendo costituite di materiale poroso (argilla con interclusi di quarzo e carbonato di calcio) si impregnavano della sostanza che contenevano e quindi non potevano essere riutilizzate. Spesso quindi venivano gettate via (a Roma esite un monte costituito interamente da questi cocci gettati via!). Con il tempo i romani impararono a riutilizzarle per esempio nelle volte delle cupole ma anche nelle opere di bonifica (abbiamo un esempio di quest'ultimo impiego in un sito a Sevegliano). Le anfore venivano disposte all'interno del suolo con il collo rivolto verso il basso, oppure, per i siti di grande estesione, orizzontalmente (talvota il loro collo veniva spaccato in modo tale che esse potessero essere incastrate le une nelle altre). La funzione era quella di drenare il terrreno.
Anche la manifattura delle anfore subì un declino qualitativo (lo si capisce sostanzialmente dalla presenza di interclusi interi di ghiaia).
L'uso delle anfore avvenne circa fino al VII° - VIII° sec., successivamente vennero definitivamente sostituite dalle botti che tuttavia erano già conosciute ai romani e alle popolazioni celtiche. Vi sono delle raffigurazioni di carri che trasportanto botti e anfore.
In Gallia non vennero mai trovate delle anfore provenienti dal mondo italico in quanto si pensa che la produzione celtica di vino e olio fosse soddisfacente per i propri fabbisogni.
E' stato possibile identificare la provenienza di alcune anfore in quanto portavano il sigillo con il nome della fornace nella quale erano state prodotte. Per quanto riguarda le anfore senza sigillo, gli studiosi hanno cercato di capirne la provenienza in base ai materiali di cui erano costituite ma tale studio è stato incocludente perchè i suoli argillosi della penisola erano sostanzialmente uguali lungo tutto l'adriatico.
Un altro uso delle anfore era quello funerario.

domenica 21 settembre 2008

Medieval dress is (not) comin' so soon!

Dopo un periodo di silenzio, passo casualmente dinnanzi al pc e ne approfitto per postare il bozzetto di vestito medievale che mi accingo a far confezionare dalla sarta. Oddio, credo che per i lunghissimi, folti e morbidi capelli biondi (solo quest'ultima caratteristica mi appartiene) e il fisico slanciato la sarta non potrà fare miracoli, ma per il resto speriamo di sì!
Ora lascio la postazione pc per tornare alla vecchia e buona lettura "analogica"!
Al prossimo post!

venerdì 12 settembre 2008

Aggiornamenti urbanistici

Ieri è cominciato il corso di preparazione all'esame di abilitazione alla professione di geometra. La prima lezione riguardava l'urbanistica. Oltre alle cose che già so, visto il percorso di studi, ho ricevuto aggiornamenti interessanti sull'evoluzione della disciplina urbanistica nella nostra Regione.
In data 09 settembre 2008 è stata pubblicata una proposta di legge che revisiona completamente la L.R. 05/2007. Sostanzialmente la nuova Amministrazione Regionale vuole ritornare alla vecchia L.R. 52/1991 che a detta dei tecnici pare funzionasse molto meglio rispetto al nuovo testo normativo che, di contro, sembra in più parti molto lacunoso.
Anche l'approvazione del PTR si è arrestata per i medesimi motivi ed inoltre è stata persa "congelata" la valenza paesistica.
Anche le ASTER sembra che saranno abolite, mentre, in base alla proposta di legge, dovrebbero essere ripristinati i ruoli pianificatori delle Province.
Da quanto appreso ieri, sembra che l'urbanistica nella nostra Regione sia allo sbando completo.

mercoledì 10 settembre 2008

Io mi formo online (gratuitamente)!

Oggi, si sa, il mondo del lavoro richiede professionalità sempre più qualificate, ma vuoi per mancanza di tempo o di denaro non tutti sempre possono permettersi una formazione adeguata a tali esigenze. Anche da questo punto di vista la grande rete ci viene incontro. Esistono infatti diversi spazi web che mettono a disposizione gratuitamente dei corsi (anche piuttosto settoriali talvolta!) accessibili semplicemente per mezzo di una comune iscrizione e pensate che taluni rilasciano persino l'attestato di partecipazione!
Io che amo la cultura libera mi sono messa subito alla ricerca di spazi web che offrono questi servizi, ed ecco i risultati suddivisi per tema:

CULTURA GENERALE (informatica, lingue, etc.)
- microcosmi;
- xformare;
- italia.gov.it;

TELERILEVAMENTO
- Planetek italia;

AMBIENTE
- formambiente.org;

DISEGNO
- drawspace.com;

Tutorial base gvSIG

➔ dopo averlo installato lanciamo gvSIG.
➔ Per creare un nuovo progetto clicchiamo su vista e nuovo.
➔ Selezioniamo il progetto creato (Senza titolo – 0) e diamogli un nome efficace.
➔ Selezioniamo il progetto rinominato e clicchiamo su apri.
➔ Ingrandiamola vista.
➔ Nel menù a tendina vista selezioniamo aggiungi layer.
➔ Clicchiamo su aggiungi.
➔ Definiamo il percorso del file shape e accettiamo.
➔ Ora la CTR è stata inserita nella vista ma appare colorata...cambiamole il colore semplicemente cliccando con il tasto dx del mouse sul nome del layer e selezioniamo la voce cambio di colore e impostiamo quello che preferiamo.
➔ A questo punto siamo pronti per inserire i punti di rilievo dei campioni dell' acqua.
➔ Nel menù a tendina andiamo su vista, nuovo layer, nuovo shape.
➔ Nella finestra apparsa definiamo il nome per il nuovo layer e il tipo di geometria (che nel nostro caso sarà un punto).
➔ Andiamo a vanti e definiamo tanti campi quante sono le stringhe da inserire (nel nostro caso 11!). Il nome dei campi deve essere breve ma significativo e non vi devono essere spazi. Per valori numerici selezioniamo "integer", per le date "date" e per i testi "string".
➔ Ora proseguiamo inserendo il percorso della directory nel quale vogliamo inserire il nuovo shape. Definiamo il nome (io l' ho chiamato "localizzazioni").
➔ Abbiamo creato il nuovo layer che ci appare in rosso poichè è pronto per essere editato.
➔ In fase di editing ci appaiono delle nuove iconcine selezioniamo quella chiamata "punto" e inseriamo il simbolo nel luogo in cui avete prelevato i campioni.
➔ Cliccando con il tasto dx sul nuovo layer sospendiamo per il momento l' editing. Tasto dx nuovamente sul layer e selezioniamo proprietà. Selezioniamo la scheda simbologia, da tipo di simbolo selezioniamo il pallino. Assegnamo il colore e la dimensione più conveniente.
➔ Dopo aver editato la grafica del pallino andiamo a compilare il database preimpostato.
Selezioniamo il pallino (click sull' iconcina cursore nero con rettangolino bianco) facendo un rettangolo di selezione. Ora il pallino è selezionato (deve essere diventato giallo!).
➔ A questo punto clicchiamo con il tasto destro sul nome del layer e su inizia editing.
➔ Tra le iconcine ve ne è una che sembra una griglia con un pallino giallo a lato. Clicchiamoci sopra e cominciamo ad inseire i dati della prima rilevazione.
➔ Una volta inseriti i dati terminiamo l'editing e salviamo.
➔ Per vedere le nostre informazioni selezioniamo come visto precedentemente il pallino, successivamente clicchiamo sull' iconcina formata da un cerchietto nero con una "i" al centro. Clicchiamo sul pallino e voilà! Appare la nostra tabella con tanto di attributi!
➔ Ma facciamo un passo in più: aggiungiamoci una foto del luogo di rilevazione.
➔ Iniziamo nuovamente l' editing sul nostro file contenente i pallini e selezioniamo come visto sopra il primo pallino a cui vogliamo collegare la foto.
➔ Click sul comando che ci apre la tabella (iconcina griglia+pallino giallo).
➔ Inseriamo un nuovo campo andando sul menù tabella e modifica tabella. Il valore del camp sarà string.
➔ Ora, visto che siamo in fase di editing, andiamo nella tabella, selezioniamo il record al quale vogliamo attribuire l' immagine e scriviamo il percorso completo dell' immagine togliendo l'estensione della stessa (C:\Documents and Settings\Mario Rossi\Desktop\tecnosoft\rupa\dati_rif\05_image\esempio\).
➔ Dopo aver terminato l'editing facciamo click sul nome del layer con il tasto destro e poi su proprietà e andiamo nella scheda dedicata al Collegamento. Qui selezioniamo il nome del campo in cui abbiamo inserito il percorso dell' immagine. Inseriamo il formato dell' immagine nel campo estensione e lasciamo "Collegamento a file d' immagine".
➔ Ora selezioniamo il pallino e poi clicchiamo sull' iconcina con il cursore nero e un fulmine arancione, cliccando sopre il pallino dovrebbe comparire la foto!
➔ A questo punto chiudiamo e riapriamo il progetto che abbiamo salvato. Il progetto può essere riaperto solo con gvsig, mentre gli shape files possono essere visualizzati in un visualizzatore.
➔ Lanciamo gvSIG, chiudiamo il gestore di progetto e selezioniamo file, apri progetto e cerchiamo la directory in cui abbiamo salvato il nostro progetto.

LE QUERY
Come già accennato con tutti i softwares GIS è possibile fare delle interrogazioni sul database al fine di mettere in risalto alcuni dati ed escluderne degli altri. Selezioniamo l' iconcina a forma di imbuto in questa finestra facciamo doppio click sul campo interessato dalla query (ad esempio temperatura), selezioniamo l'operatore logico (ad esempio =), dopodiché, selezioniamo il valore che vogliamo. Così estrapoleremo tutti i record la cui T = X.

UNA RIFLESSIONE SU OPEN/FREE SOFTWARES
Alla gratuità (non sempre...) di questi software si contrappone, talvolta, la difficoltà di utilizzo o la presenza di bug che quindi va a rallentare il nostro lavoro, perciò, dato che si tratta per lo più di software gratuiti, può essere interessante averne diversi in modo tale che certe operazioni possiamo svolgerle con l' uno e altre con l'altro (in caso ad esempio di malfunzionamenti). Per esempio durante la prova di questa esercitazione riscontravo un errore nella query...allora ho aperto qgis, ho caricato i layer e ho fatto la query!

Introduzione ai Geographic Information Systems

E' un software che permette per mezzo di un collegamento tra un archivio di dati (database) e una cartografia (solitamente viene impiegata la carta tecnica regionale al 5000 o al 25000) la visualizzazione di alcuni attributi (dati contenuti all' interno del database) per mezzo di un semplice “click” sull' area di cui si vuole conoscere le informazioni. Su questi dati è possibile fare delle query (ovvero delle domande o richieste) ad esempio è possibile chiedere al database di mettere in evidenza tutti i valori di ph > 7,16.
l' informazione si dice che è georeferenziata rispetto ad un sistema geodetico di riferimento che nel nostro caso è quello di Gauss – Boaga. Questo sistema si rende necessario a causa della “sfericità” della terra, per cui viene preso come superficie di riferimento l'elissoide (ne esistono di varie tipologie ma quello per le nostre coordinate è quello di Hayford1924) che meglio approssima quella terrestre e su questo viene istituito un sistema di di coordinate curve che ci definiscono le cd. coordinate geografiche (latitudine e longitudine). A questo punto vengono proiettati, per mezzo di una verticale, i punti reali di oggetti reali presenti sulla superficie terrestre, sull' elissoide. Ora abbiamo delle coordinate di oggetti terrestri su una superficie elissoidica. Da questa superficie elissoidica semplificata è necessario passare alla superficie piana della nostra cartografia per mezzo del cd. Proiezioni cartografiche. Si passa così da coordinate curve (ovvero coordinate geografiche) a coordinate piane che nel nostro caso sono gaussiane (Gauss – Boaga).
In sintesi:

posizione oggetto reale --> coordinate curve (geografiche) su elissoide --> coordinate piane (nel
nostro caso gaussiane) sulla mappa.

La CTR (carta tecnica regionale) è una cartografia che viene messa a disposizione (a pagamento...) da tutte le Regioni. Anche la Regione FVG mette a disposizione la CTR in due scale al 5000 e al 25000.
La CTR rappresenta lo stato di fatto di un luogo perchè deriva da un' ortofotocarta (o arerofotogrammetrico) scattata da un volo aereo. L'ortofotocarta è un' immagine raster ovvero è composta da una griglia di pixels che hanno delle loro coordinate e ad ognuno di essi corrisponde un valore che viene espresso in colore. L' ortofotocarta, per mezzo di particolari softwares, viene vettorializzata. Un vettore ha un orientamento e una direzione, non è composto da pixels. Per intenderci un vettore è quello che voi potete disegnare con qualsiasi cad mentre un raster è ad esempio una foto.
LA CTR, però, non è la bibbia quindi in alcuni punti non potrebbe corrispondere al vero se per esempio all' interno dell' ortofotocarta ci sono elementi anomali (tipo qualcosa che può essere scambiato per qualcos' altro).
Inserendo la cartografia vettorializzata in un GIS è possibile quindi assegnare agli elementi geografici (che hanno delle loro coordinate rispetto ad un sistema di riferimento internazionale) delle informazioni. Esistono softwares GIS per fare questo tipo di elaborazioni anche su ortofotocarta (ad es: Idrisi Kilimamgiaro).
Esistono dei software commerciali (ed anche particolarmente costosi...), tra i più importanti:
ArcGIS (della ESRI), Geomedia (usato in tutti i Comuni del FVG), Autodesk map (Autodesk) che è in realtà un ibrido: metà CAD e metà GIS. Infatti bisogna ricordare che per il disegno il GIS ha funzioni limitate per cui è assolutamente necessaria un' integrazione CAD – GIS.
Esistono software opensource (un po' più alla nostra portata...) che sono in grado di fare le medesime elaborazioni ma talvolta presentano limitazioni, bug, etc...
Tra i software opensource vi ricordo Gvsig (elaborato dal governo spagnolo per diffondere il software aperto nelle pubbliche amministrazioni) molto semplice da usare anche se talvolta lo si prenderebbe volentieri a testate! Un altro software famosissimo è GRASS che funziona anche su SO linux e Machintosh (pare che sia molto difficile da usare ma molto funzionale!). Un altro software è Qgis che è molto simile al suo fratello commerciale ArcGIS. Ed infine abbiamo OpenJump che personalmente non ho mai avuto occasione di provare.
I formati che useremo saranno quelli standard che sono stati introdotti dalla ESRI con il software ArcGIS: *.shp, *.shx e *.dbf.

– *.shp: è il file grafico (la cartografia vettorializzata per intenderci!);
– *.shx: è un file di collegamento tra la cartografia e l' archivio;
– *.dbf: è il database (archivio).

La prima cosa che ho fatto è stato preparare i files.
La Regione FVG fornisce la CTR in formato *.dat.
Per mezzo di un software gratuito fornito dalla stessa Regione ho “vestito” la CTR (si dice così!) ovvero lo trasformata da *.dat a *.dxf (formato di interscambio di AutoCAD).
Le tipologia geometriche usate nei GIS sono sostanzialmente 3 anche se negli ultimi anni sono stati introdotti dei loro derivati:
➔ tipologia linea;
➔ tipologia punto;
➔ tipologia poligono.

lunedì 8 settembre 2008

Guida per l'utente medio

Una calda domenica pomeriggio di fine agosto, mi trovavo in compania dei miei amici gironzolando qua e là nel borgetto medievale di Strassoldo. Si parlava di informatica e di come l'utente medio non si renda conto di quale potente strumento di informazione abbia tra le mani. Ad esempio quanti di voi usano regolarmente i feed? credo una piccola percentuale! Quindi senza dilungarmi troppo in questa sede su cosa siano i feed, la letteratura in materia è vasta, segnalo, a tutti gli affettuosi visitatori del mio blog, se mai ce ne fossero, un link nel quale potranno sicuramente apprezzare l'utilizzo di questo piccolo ma potente strumento di comunicazione!L'informazione dei vostri siti preferiti direttamente nel vostro pc senza il bisogno di visitarli singolarmente! Non vi affascina l'idea? Io uso i feed regolarmente ed onestamente non potrei vivere senza!
Un'altra applicazione che io ritengo fantastica è un software di messaggistica istantanea chiamato pidgin, che consente di raccogliere in un'unica interfaccia i vostri contatti msn, yahoo, google, myspace, facebook, aim, skype e molti altri! In più è anche una chat di tipo irc!
E che dire dei software sviluppati da mozilla (firefox, thunderbird, etc.)?
Dopo tutta questa "pubblicità" spero che l'utente medio si decida ad utilizzare questi fantastici mezzi di comunicazione/informazione e che cominci a distribuire queste nozioni agli utenti medi ;)

VERSO UN' ARCHITETTURA


VERSO UN' ARCHITETTURA
(LE COURBUSIER)
LONGANESI & C.
scheda riassuntiva

Verso la fine degli anni '20 LC affermava che l' architetto si occupava della casa dell' uomo ordianario e non dei palazzi. Questo era un segno dei tempi (era giunta l' architettura moderna).

Ancora nel 1921 l' architettura era saldamente legata alle origini della sua tradizione (architettura accademica). Ma il primo gennaio 1928 l' architettura per la prima volta inizia ad occuparsi della casa moderna.

A coloro che sostenevano che l' architettura doveva servire, veniva risposto che essa doveva essere in grado di commuovere. Gli architetti che portarono avanti questo pensiero vennero accusati di essere dei poeti.

Nel 1926 venne indetto un concorso per la realizzazione del palazzo delle Nazioni (palazzo? un ritorno al passato?).

LC progettò un edificio che si staccava completamente dalla tradizione e ciò scatenò le ire degli architetti tradizionalisti che inviarono a Ginevra decine e decine di progetti di stampo storicistico di cui uno vinse lasciando un' amara delusione nell' architetto. Il verdetto dà la "temperatura" di quegli anni.

Punti fondamentali:


  • l' estetica dell' ingegnere è in fioritura, l' architettura è in penoso decadimento;

  • l' igegnere guidato dalle leggi matematiche raggiunge l' armonia;

  • l' architetto concepisce forme dalla sua mente: è qui che si avverte la bellezza;


AVVERTENZE AGLI ARCHITETTI


Volume

  • le forme primarie sono belle poichè si leggono chiaramente;

  • gli occhi devono vedere le forme nella luce;

  • oggi le opere degli ingegneri sono sul cammino della grande arte (creano armonia);


Superficie

  • il volume è avvolto da superfici;

  • oggi gli architetti hanno paura delle costituenti geometriche delle superfici;

  • i grandi problemi della costruzione moderna saranno risolti con la geometria;

  • gli ingegneri guidati dal calcolo creano forme chiare ed impressionanti;


Pianta

  • la pianta è generatrice;

  • la vita moderna chiede un piano nuovo: per la casa e per la città;


Tracciato regolatore

  • esso crea ordine;

  • esso è parte integrante della creazione architettonica;


OCCHI CHE NON VEDONO (il commitente paga quindi comanda, sceglie e corregge)

i piroscafi

  • è cominciata una grande epoca;

  • esiste uno spirito nuovo;

  • vi sono opere impronate allo spirito nuovo: i prodotti industriali;

  • l' architettura soffoca nelle abitudini;

  • gli stili sono una menzogna;

  • lo stile esprime un' epoca;

  • la nostra epoca ogni giorno esprime uno stile;

  • i nostri occhi purtroppo non lo distinguono;


Gli aeroplani

  • le attuali realizzazioni dell' architettura non rispondono ai nostri bisogni;

  • la casa è una macchina da abitare;


Le automobili

  • puntare alla standardizzazione per raggiungere la perfezione;


ARCHITETTURA

La lezione di Roma

  • architettura è stabilire rapporti emozionali con materiali grezzi;

  • l' architettura va al di là dell' utile;

  • l' architettura è fatto plastico;


l' illusione delle piante

  • la pianta procede da dentro a fuori; l' esterno è il risultato di un interno;

  • gli elementi architettonici sono la luce, l' ombra, il muro e lo spazio;

  • l' uomo vede i fatti dell' architettura a 1,70 m dal suolo;


PURA CREAZIONE DELLO SPIRITO

  • l' architetto è artista o semplice ingegnere;

  • non si tratta più di consuetudini;


CASE IN SERIE

  • una grande epoca è cominciata;

  • esiste uno spirito nuovo;

  • l' industria ci dota di nuovi strumenti;

  • l' economia govrna i nostri atti;

  • l' architettura deve operare una revisione dei valori e degli elementi costitutivi della casa;

  • l' industria deve produrre in serie elementi della casa;

  • occore creare lo spirito della produzione in serie;

  • lo spirito di costruire case in serie;

  • lo spirito di abitare case in serie;

  • lo spirito di concepire case in serie;


Vi è una rivoluzione architettonica:

  • ci sono nuovi strumenti e materiali;

  • gli stili non esistono più;


Si devono gettare le cose vecchie: gli uomoni vivono in case invecchiate e non se ne sono ancora preoccupati. Si è infelici di abitare in queste case obsolete, si è divenuti più sedentari e ci si rifugia nei caffè. L' ingegnere conosce il modo di reggere, scaldare, ventilare ed illuminare mentre l' architetto deve saper commuovere.

L' architettura è un fatto d' arte, un fenomeno che suscita emozione e al di fuori dei problemi di costruzione.



VOLUME

il volume e la superficie sono gli elementi dell' architettura e sono generati dalla pianta.

L' architettura è il gioco armonioso dei volumi assemblati nella luce. Le architetture antiche sono architetture di geometrie primarie. Gli architetti del '900 impeganti nel disegno dei capitelli non hanno acquisito la concezione dei volumi primari. Ciò non viene insegnato alle belle arti.

Gli ingegneri non seguendo alcun criterio architettonico impiegano elementi primari che generano armonia universale. Gli ingegneri schiacciano l' architettura agonizzante.


SUPERFICIE

uno dei compiti dell' architetto è quello di modellare le superfici degli edifici.

L' architettura è una casa, una piramide ed un' officina...tutte queste strutture presentano delle forature (porte e finestre) che tendono a distruggerne la forma. Gli architetti di oggi hanno paura delle geometrie primarie così che gli ingegneri creano modellazioni di superfici più armoniose.

Gli elementi rivelatori di una forma sono le griglie e le scacchiere quali le ritorviamo nelle fabbriche americane.


PIANTA

Volume e superfici (manifestazioni dell' architettura) sono il diretto prodotto della pianta. La pianta è l'elemento generatore. Essa crea ordine. Tutta la struttura si innalza dalla base e si sviluppa in base alle regole stabilite dalla pianta. Lo stesso concetto può applicarsi alla scala urbanistica.


I TRACCIATI REGOLATORI


Il tracciato regolatore è una garanzia contro l' arbitrio. La scelta del trattato è parte della progettazione architettonica.

Si fa riferimento alle popolazioni primitive che, senza avere i presupposti culturali, cominciarono a crearsi le dimore e i templi sulla base di angoli retti (poichè è istintivo così), hanno creato rapporti e proporzioni che hanno misurato con parti del loro compo (piedi...) e quindi hanno creato strutture a misura d' uomo. L' uomo primitivo regola in contrapposizione al disordine della natura.

L' architettura è la prima manifestazione dell' uomo. Ciò che facciamo e creiamo oggi non è altro che un' evoluzione di ciò che faceva e creava l' uomo primitivo.

Nell' opera di L.C. I tracciati regolatori possono corrispondere al modulor.

Il tracciato regolatore cerca rapporti e proporzioni e porta all' euritmia.


I PIROSCAFI


La nostra epoca esprime ogni giorno il suo stile...purtroppo i nostri occhi non sono in grado di vederlo.

Nessuno nega oggi l' estetica delle creazioni dell' industria. Sempre più oggetti hanno delle proporzioni, ciò crea ordine perchè basato su numeri e leggi geometriche.

Gli uomini che creano questi oggetti (gli imprenditori) sono degli artisti solo che nessuno se ne accorge.

Un' epoca nuova soppianta quella vecchia. Oggi l' epoca delle macchine soppianta quella precedente. Ogni epoca crea la sua architettura.

L' architettura è tutto ma non le arti decorative.

Ingegneri anonimi e meccanici hanno concepito una meraviglia: i piroscafi.

Gli architetti vivono nella miseria dell' insegnamento scolastico e i loro concetti si fermano a delle colombe che si baciano...Ma i costruttori di piroscafi fanno dei "palazzi" immensi al confontro di Cattedrali e li gettano in acqua!

L' architettura soffoca nelle consuetudini.

E' rimasto l' uso di mura spesse quando in realtà grazie alle nuove tecniche costruttive siamo in grado di fare intere pareti vetrate.

Una casa è una macchina da abitare e quindi deve essere funzionale al suo scopo.


GLI AEROPLANI


La casa è una macchina da abitare.

C' è un unico mestiere che si rifà ancora al passato: l' architettura.

L' areoplano ha aguzzato l' ingegno dell' uomo.

L' areoplano non è un uccello ma una macchina per volare.

Il problema è stato posto e ha trovato soluzione.

Il problema della casa non è ancora stato posto (l' architetto non ha ancora aguzzato l' ingegno).

L' architettura è l' arte che fa percepire l' armonia mediante rapporti che sollecitano l' emozione. Ecco lo scopo dell' architettura.

Gli ingegneri erano impegnati in piroscafi, ponti ... gli architetti dormivano.

Attualmente la casa respinge l' uomo, essa è considerata un contenitore di oggetti.

Bisognerebbe formulare il manuale dell' abitazione e distribuirlo alle madri di famiglia ed esigere le dimissioni dei professori delle Beaux Arts.


LE AUTOMOBILI


Bisogna puntare alla standardizzazione per affrontare il problema della perfezione.

Se le case fossero studiate come le auto esse migliorerebbero.

Il Partenone è un esempio di standard. Stabilito lo standard si scatena la concorrenza: vince chi fa meglio dell' avversario.

Si deve fare uno studio per parti e ricercare la perfezione.

Gli standard si stabiliscono a partire dal problema posto.


LA LEZIONE DI ROMA


L' architettura è stabilire rapporti emozionali.

L' architettura è al di là dell' utile.

L' architettura è fatto plastico.

In Roma antica le insulae erano l' antenato del grattacielo.

I romani stabilirono le loro città in base ad una griglia ortogonale...ma Roma no!

L' ordine è una delle prerogative dell' architettura.

A Roma ci sono tutti gli orrori del rinascimento romano.

Il grand prix è un cancro!


L' ILLUSIONE DELLE PIANTE


La pianta procede da dentro verso fuori. L' esterno è il risultato di un interno.

Gli elementi architettonici sono la luce, l' ombra, il muro e lo spazio.

Fare una pianta è fissare idee. La pianta è l' elemento generatore.

Senza una buona pianta il tutto è fragile...

Un edificio è come una bolla di sapone. Essa è perfetta se il soffio è ben distribuito all' interno. L' esterno è il risultato di un interno.


L' asse è ciò che mette ordine all' architettura. All' Ecole de Beaux Arts sono contenti solo se gli assi hanno forma di stelle...

San Pietro a Roma è stata una violazione della pianta.

Il tracciato di Versailles è assurdo perchè è visibile solo dall' alto, ad altezza d' uomo non è percepibile.


PURA CREAZIONE DELLO SPIRITO


La mia casa è pratica e quindi è bella.

Le geometrie sono in rapporto tra loro.

Ciò che distingue un bel viso è la qualità dei lineamenti e i rapporti che li uniscono. Un bel viso esprime armonia.

Il Partenone esprime armonia altri templi pur essendo composti dagli stessi elementi non ci emozionano.

C' è architettura quando c' è emozione. L' architettura è fatto plastico.

L' architetto non deve solo sapere la scienza della costruzione ma anche la grammatica (composizione). L' architetto deve imparare a disegnare i tratti del viso.

Lo scultore modella le forme...l' ingegnere sparisce...

L' architettura è il gioco sapiente di volumi, luci ed ombre.

La composizione è pura invenzione dello spirito.


CASE IN SERIE


la grande industria deve produrre i pezzi per l' edilizia.

Occorre creare lo spirito della produzione in serie esso è attualmente odioso ad architetti e abitanti.

I materiali artificiali sono più resistenti di quelli naturali.

Anche le lotizzazzioni saranno regolari così da consentire edificazioni in serie.

Bisogna creare la mentalità della produzione in serie.

L' equilibrio sociale è un problema di edilizia: architettura o rivoluzione.

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