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lunedì 26 aprile 2010

Streghe, Orchi e Krivapete

Gorizia, 24.04.2010

Streghe, Orchi e Krivapete

Intervento a cura di: Anna Deghenart

Quando gli uomoni non sapevano come spiegare i fenomeni ipotizzavano che questi fossero causati dalla presenza di entità misteriose.
Ed ecco che si materializzavano nelle menti esseri mitici, bestie antropomorfe (Sirene, arpie e Basilisco) ed extraterrestri.
Le caverne possono essere considerate come catalizzatori di energie terrestri e telluriche. Infatti qui vi troviamo spesso luoghi di culto dove avveniva la magia bianca e nera, ma anche i rituali del  paganesimo. Vi si svolgevano vari riti: canti, banchetti per trascendere la conoscenza umana.
Nelle grotte ci sono 2 condizioni:

1. Oscurità: l'uomo si trova davanti all'ignoto (vi sono esseri irreali???) e pertanto si scatenano le paure.
2. Atemporalità: a causa della mancanza della luce solare;


Queste condizioni sono collegate con la psiche. Essendoci un legame con le energie telluriche provenienti dalla terra, la caverna si collega con il mondo degli inferi e ciò può scatenare delle paure ma essendo chiusa può essere anche un luogo di protezione da ciò che si trova all'esterno. Sono spesso concepite come un utero che protegge il feto.
L'acqua nella caverna ha un ruolo fondamentale. Le Acquane sono fate d'acqua (chiamate saghe in Grecia, avana, aguana, anguana, sagana, saguana, etc) possono avere capelli dorati o azzurri vestite di bianco e cantano inebriando i passanti. Sono bellissime (buone) o bruttissime (cattive, vestite di nero, pelose, antropofaghe, catturano i bambini, rubano le anime) e per certi aspetti ricordano le watershee irlandesi.
Nel Culto del Dio mitra l'uccisione del toro comportava la nascita di frutti e animali, etc.
Gesù Cristo nasce in un grotta dopo la morte viene portato in una grotta e risorge da questa.
Acquana angoris presso il colle di Medea avevano un aspetto di fanciulle vestite come all'epoca. Sono riscontrabili anche a  Borgnano. La loro biancheria era stesa sulle sponde dello judrio.
Le donne selvatiche quando vedevano le donne umane se le mangiavano.
Anche le krivapete erano donne di acqua, ma brutte.
Il Rosso e il nero vengono introdotti dalla Spagna con la conquista dell'America e diventa di uso comune in Europa. Questi colori entrano anche nelle leggende dai colori quindi possiamo datare la leggenda ad una determinata epoca.


Intervento a cura di: Franco Gherlizza

A Torreano c'era un uomo che era andato «a far compagnia» alle agane e, dopo essere stato con loro, uscì: erano passati cento anni!!!
Nelle aree a confine vi è un'importazione della tradizione slovena e austriaca.
I teschi degli orsi che venivano trovati nelle caverne della Stiria erano spesso scambiati per scheletri di draghi.
La presenza dei Diavoli sul confine con la Slovenia è frequente, mentre quella delle agane si riscontra in fascia alpina e prealpina vicino alle risorgive, i draghi nei territori vicini all'Austria e le krivopete e torche nelle Valli del Natisone.
Solitamente le zone di risorgiva sono accompagnate da leggende.
Le grotte del diavolo sono concentrate sul confine sloveno vicino a Trieste. Gli abitanti usavano buttare dentro alle caverne verticali un calderone con la pece bollente affinché lui lo mangiasse e morisse. Tale tradizione è presente fino in Dalmazia. Abbiamo qualcosa di simile anche nel cividalese.
Alcuni credevano che il diavolo avesse creato tutti i buchi del Carso.
I draghi sono, contrariamente all'oriente,cattivi. Sono gli aiutanti dei diavoli e sono una sorta di pippistrello. Li ritroviamo nelle Prealpi Giulie.
Le Agane (acquane) per certi aspetti sono state paragonate alle benandanti in qualità dei loro poteri magici. Sono presenti in prossimità delle Prealpi Giulie e Carniche.
La fate fanno riferimento al culto della dea madre e della fertilità. Con il cristianesimo si pensava che nelle grotte ci fossero draghi e diavoli e così le caverne vennero abbandonate.
Una leggenda islandese fa risalire le fate ad Adamo ed Eva.
Tra le streghe ritroviamo le Krivopete le torche e le agane. Hanno tutte i piedi rivolti all'indietro forse con il significato di un qualcosa contrario alla morale.
A Trieste l'unica strega è la bora e il figlio è borino. Si dice anche che la bora fosse una ninfa del bosco innamorata di Taranis (dio celtico) e quando gli uomini tagliarono l'albero a lui dedicato lei se la prese e cominciò a soffiare per infastidire gli umani.
Le Krivopete si trovano anche sulle Prealpi Giulie.
La strega chiamata Pagana forse deriva dai pagans, o forse si tartta della traduzione sbagliata di agane?
I Pagans erano gli abitanti del pago (della campagna) ovvero contadini trogloditi che vivevano nelle caverne, oppure gente che rifiutava il cristianesimo e si ritirava nei boschi.
Salvans e il pagans hanno tratti in comune.
Silvani, Yeti, bigfoot,  e orchi derivano da satiri e sileni
Le torche sono considerate un' interpretazione delle Krivopete.
Gli Orchi (Horculat) sono presenti sulle Alpi Giulie. Si narra che a San Simeone fosse stato rinchiuso nella terra l' horculat e ogni tanto scatena terremoti.
Gli Gnomi sono provenienti dalla tradizione nordica. Fanno parte di questi i Guriutus che sono tipici della cultura carnica di Paularo. Sono pelosi e custodi di tesori naturali.
Nella cultura più carsica sono presenti i folletti. Tra questi gli Skrat e i Skarific che sono piccoli, pelosi e con il cappello verde.
Molte anche sono le grotte nelle quali si dice che vi siano dei tesori.

Intervento a cura di: Maurizio Tavagnutti
Sreghe, orchi e krivapete

Skrat torche e krivapete si collocano lungo il confine con la Slovenia, mentre Barbole e agane in pianura.
Le caverne hanno fatto muovere la fantasia dell'uomo.
Il Chalchut era un essere mitologico che aggrediva la persona nel sonno poiché si posizionava sullo stomaco del dormiente e lo tormentava tutta la notte. È facile oggi pensare che si tratta di una cosa del tutto normale. Per non essere assaliti dsl mostro bisognava mangiare molto leggero prima di andare a letto.
Il fulmine era un fenomeno di cui non si era in grado di fornire una spiegazione e su questo i contadini hanno dato vita a delle credenze anche religiose. In passato quando c'erano i fulmini si usava mettere della cenere e un ramo d'ulivo Benedetto fuori dalla porta per proteggere la casa.
Spesso queste leggende sono create da paure e da credenze religiose.
Originariamente il cristianesimo, pur fortemente antimagico, non era così oppressivo con le streghe fino all'epoca medievale c'erano delle punizioni moderate per le presunte streghe questo per non creare problemi politici. Sono nel 1300 con il Papa Giovanni XXII inizia la caccia e la tortura alle streghe.
Vi erano 1000 casi di inquisizione in Friuli, ma solo due casi si sono risolti male gli altri, invece, con punizioni più modeste quali digiuni e preghiere.
Questo atteggiamento della chiesa non fece altro che avvallare l'esistenza delle streghe e quindi il popolo aveva paura e la chiesa sfruttava questo potere per dominare la plebe.
Adolfo Zorzut nel 1921 ci racconta le storie friulane. Dedica un racconto ad una strega che in realtà non era tale. Era semplicemente una donna vecchia, gobba e brutta che viveva da sola perché gli altri la emarginavano in quanto diversa. E questo è un tratto comune a tutte le presunte streghe.
Questa donna viene perseguitata dal popolo e bruciata. La storia è ambientata nelle valli dello Iudrio.
Nella Turknaiama, grotta delle torche, ad esempio, vivevano due donne emarginate.
Il cristianesimo tentò di eliminare queste credenze che ancora oggi persistono.
I boschi e il Carso hanno contribuito ad alimentare la fantasia.
Molte volte fuori dalle grotte si mettevano dei cartelli di pericolo di morte.
Nei corsi d'acqua era caratteristica la presenza delle Aguane.
Le leggende riguardanti Castelmonte parlano della Madonna e del diavolo. Tutto ha origine con il  ponte del diavolo di Cividale. Tutte le costruzioni architettoniche un po' ardite trovavano spiegazione nella loro costruzione da parte del diavolo. Il diavolo costruì il ponte per raggiungere la cima del Castelmonte per arrivare lì prima della Madonna ed impossessarsene. La Madonna arriva per prima, il diavolo incavolato fa un salto e balza nel territorio dietro a Castelmonte e fa un buco che viene chiamato la «grotta del diavolo». Un' altra leggenda narra che la Madonna si fosse riposata nei pressi della cima lasciando l'impronta del suo corpo e del suo piede. In realtà si tratta di un fenomeno carsico.
Vi sono leggende in tutto il Friuli sul piede della Madonna per esempio a Taipana ce ne è una datata  1221.
A San Giovanni d' Antro si era rifugiata una regina e, esternamente, Attila l'attaccava.
A Tribil Superiore vicino al monte Cum si parlava dell'esistenza di tre figure mitologiche femminili che vivevano nelle grotte in cima al monte.
Sempre in prossimità di questo monte cadde una pastorella in un pozzo, i suoi capelli biondi furono ritrovati molto tempo dopo in un lago. Infatti la pastorella era andata incontro alla sua morte perchè si divertiva a gettare sassi nel pozzo dello skrat che la prese e la gettò giù.
In tutto il Friuli si gettava un cane nero nel pozzo.
Gli skrat erano dei bambini nati morti. Erano molto dispettosi.
Le storche, torche e krivapete sono la stessa cosa e hanno tutte i piedi rivolti indietro.
Le storke le krivapete e le agane non lavoravano ma avevano la conoscenza su tutto infatti si narra che una di queste fu catturata dal popolo e la liberarono solo dopo che ella  aveva insegnato loro tutto ciò di cui avevano bisogno.
Queste streghe ad un certo punto iniziarono a sposarsi con gli uomini. Tutte sono crudeli.
Il laghetto sul Mataiur era considerato un luogo di ritrovo di queste streghe.
Nella valle dello Iudrio ci sono diverse leggende collegate con l'orco che mette un piede su una parte e l'altro sull'altra parte della montagna e fa tremare la terra.


Intervento a cura di: Roberto Iacovizzi
Sbilfs

Lo Sbilfs è definito dal Pirona come una persona intollerante e impetuosa. Il termine veniva adoperato comunemente al femminile: «Che femina ie un sbilfs!»
Si chiamavano originariamente «spir folets».
Potrebbero essere una sorta di alterego del carattere carnico.
Vivevano nei boschi e nelle caverne.
Gli sbilfs rispettano la natura. Perfino tagliare un ramo era un atteggiamento riprovevole.
In Carnia esistevano molti sbilfs. Erano buoni e cattivi. Sfaccendati e servizievoli. Ladri o custodi. Insomma tutti gli umani generi.
Non vogliono essere riconosciuti nè chiamati per nome.
Si racconta che il Tiruriti di Forni di Sopra disse: «maledetto chi dirà il mio nome!»
L'anonimato era per loro una sorta di protezione. Il Bogfoot disse che se qualcuno avesse pronunciato il suo nome lui sarebbe sparito.
Tutti i folletti sono permalosi. (V. Bogfoot).
Quando gli sbilfs si trovano davanti una ragazza le insegnano a fare un tipico piatto carnico.
Gli sbilfs erano le anime dei bambini morti senza battesimo. In Carnia fino al 1700, quindi, si battezzavano anche i bambini morti.

Le piramidi di Rualis

Piramidi di Rualis
25.03.2010
associazione Navel (Cividale)

Relatore: Walter Maestra associazione Waira
Geobiologo


Circa un mese fa comparve al tg regionale un servizio inerente alla scoperta delle presunte piramidi di Rualis. Onestamente il video l'ho visto si YouTube qualche giorno fa. Nei commenti c'era scritto che il 25 marzo 2010 si sarebbe tenuta una conferenza a Cividale e quindi eccomi pronta a relazionare quanto è stato detto.
La scoperta delle presunte piramidi di Rualis avvenne tre anni e mezzo fa quando Valter Maestra fu invitato a pranzo in una casa ubicata davanti ad una collina la cui forma poteva essere riconducibile ad una piramide.  Subito si insospettì che la collina che gli si stagliava davanti  fosse proprio una piramide similarmente a quelle presenti a Visoko (Bosnia). Provò allora a verificare che la pendenza dei lati fosse simmetrica e ciò fu verificato nel giorno successivo con l'ausilio di un tecnico.
La convinzione del geobiologo è che, mentre le piramidi di Visoko sono state costruite (le uniche in Europa!), le altre presenti in Europa sarebbero tutte state modellate.
Le presunte piramidi di Rualis avrebbero la punta mozza come le piramidi Maya e successivamente sarebbero state trasformate in vigne.
In base alle sue prime ipotesi, il sig. Maestra, ha individuato una ley line che unirebbe più luoghi sacri del mondo tra i quali anche le presunte piramidi di cui si sta parlando.
Alle domande del pubblico, il geobiologo, ha risposto che l'attività energetica delle piramidi, che a suo dire sarebbero disposte come la cintura di Orione analogamente alle piramidi di Gizah, è ancora in parte presente e che attualmente non sono stati interpellati gli archeologi.
Successivamente a tali eventi, un architetto segnalò la presenza di presunte mura megalitiche squadrate in maniera complessa in prossimità di Darnazacco vicino alle distillerie Domenis. Qui, inoltre, sono state trovate 500 tombe che sono state scavate all'inizio dello scorso secolo e sono state datate all'età del ferro ed identificate come sepolture certamente celtiche e ciò venne confermato dal rituale della spada piegata.
Un giorno si recò casualmente all'ipogeo celtico di Cividale e si rese conto che nel 1998 aveva visto una struttura simile a Maciu Piciu ed iniziò, allora, a fare dei paragoni tra le due strutture per dare un nuovo significato a tale luogo.
Secondo il relatore l'ipogeo celtico sarebbe un tempio energetico.
Qui si trovano tre sedili di iniziazione, anche presenti a Maciu Piciu, dove  vi era un sedile positivo, uno negativo e uno neutro. Egli ha individuato, per mezzo della strumentazione di geobiologo, che nell' ipogeo di Cividale ci sarebbe la presenza di una linea di cambio di polarità energetica. Egli sostiene, infatti, che vi sia un confluire di energie diverse tra loro che comporterebbero un caos energetico. Ad esempio afferma che  sotto i mascheroni non si può stare per un tempo prolungato poichè potrebbe causare un disturbo fisico (mal di testa).
Come si accennava in precedenza in alcuni punti della grotta si sta bene ed in altri si sta male. Ad esempio sotto i mascheroni abbiamo un'energia negativa.
Il sig. Maestra vaglia l'ipotesi che l'Ipogeo sia un tempio legato al culto della madre terra (dea madre).
Egli lo descrive a forma di utero con due ovaie l'una positiva e l'altra negativa. Egli individua poi altre 4 nicchie rappresentanti, a suo dire,i 4 elementi.  C'è poi una finestra che rappresenterebbe l'elemento aria che dà sul fiume Natisone.
La presenza di un arco, dal punto di vista vibrazionale, rappresenta, secondo lui, il quarto livello dell'aurea attraverso il quale, la notte, sognando andremmo in un'altra dimensione nel caso dell' Ipogeo, nel mondo di sotto.
I mascheroni sono tipici di queste grotte rappresentanti il mondo di sotto.
Essendo un diodo, dal punto di vista elettrico, il funzionamento sarebbe analogo a quello delle tombe dei giganti in Sardegna.
Se un soggetto, in ambiente carsico, si posiziona sopra una grotta orizzontale sicuramente perderà tutte le energie. Quando la grotta ė verticale questa costituisce un moltiplicatore di energia (mi viene in mente ad esempio il Mitreo di Duino oltre all'Ipogeo celtico di Cividale).
Sembra che l'ipogeo di Cividale sia l' unico esempio in Europa che unisca contemporaneamente la funzione di tempio energetico, quella di tempio alla madre terra ed infine quella di tempio al mondo di sotto.
Ho seguito attentamente quanto diceva il sig. Maestra, senza, onestamente non pochi dubbi. Ad essere sincera la presentazione, esposta in maniera un po' vaga, non mi ha soddisfatta per niente.
La prima perplessità è nata dalla convinzione fervente del geobiologo che lo portava a parlare di piramidi e mura megalitiche senza minimamente usare il termine "presunte" come, invece, ho cercato di introdurre nella presente relazione.
Non poche sono state le critiche da parte degli esponenti del mondo scientifico presenti in sala soprattutto sulla naturale conformazione delle presunte mura megalitiche. Critiche che io ritengo assolutamente corrette anche se non condivido l'arroccamento su determinate idee di tipo tradizionalista, da una parte, e alternativo dall'altra. Se il sig. Maestra avesse effettivamente individuato qualcosa di interesse archeologico perchè non interessare anche il mondo accademico affinché possa verificare o meno la presenza di evidenze archeologiche? Questo mi sembrerebbe l'approccio corretto anche se non nascondo che la sensazione che ho avuto è che lo studioso si sia arroccato su una posizione dalla quale non voglia allontanarsi. Quindi pare sia stata innalzata una muraglia cinese che renderà difficile il dialogo tra le due fazioni contrapposte.
Una seconda perplessità è stata destata dal fatto di sbandierare tali ipotesi come se si trattasse di un'effettiva scoperta, infatti più e più volte egli ha parlato di "evidenze".
Personalmente cerco, comunque nel mio scetticismo inerente a tale vicenda, di non arroccarmi su una posizione rispetto ad un'altra e eventualmente ad accettare, se si dimostrasse l'effettiva presenza di queste strutture, i metodi del geobilogo. A mio dire, finchè non si prova qualcosa, non ci si può intestardire sul fatto che sia del tutto inefficace, come ho già ribadito nell'intervento che ho sostenuto durante l'incontro, presa da un momento di nervosismo provocato da una parte dall'accettazione passiva dei fatti esposti da parte degli "alternativi" e dall'altra da una fervente negazione da parte del mondo Accademico. Bisogna assolutamente, a questo punto, procedere a dei saggi archeologici e geologici per capire, una volta per tutte, se la presunta scoperta sarebbe reale o semplicemente una convizione come mi sembra di percepire. Credo che, se il sig. Maestra sia convinto da quanto lui sostenuto non dovrebbe in alcun modo temere il confronto con la scienza ufficiale.
Di dubbi ce ne sono molti. Per scioglierli staremo a vedere quali saranno gli sviluppi futuri delle sue ricerche, sperando che effettivamente si riesca a giungere anche ad una conclusione da un punto di vista scientifico.

http://www.youtube.com/watch?v=8BpXw1AAXOU

cielo e terra tra antichità e medioevo

La rappresentazione della Terra attraverso la cartografia antica e medievale. Presso la sala consiliare della Provincia di Gorizia, ore 20.45. vedi volantino

Passeggiata alla ricerca delle rovine archeologiche

Durante l'escursione andremo a ritroso nella storia: visiteremo una delle ville romane del Lacus Timavi, un tumulo, una tipica casa carsica dei primi anni del novecento ed andremo alla ricerca di un inedito insediamento protostorico di cui solo pochi escursionisti hanno conoscenza e di cui eseguiremo assieme un primo rilievo. Per info e prenotazioni vedi il volantino

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