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giovedì 22 dicembre 2011

Limes: fotografia o pittura? mostra fotografica




Venerdì 30 dicembre 2011 alle ore 18.00
fino a venerdì 13 gennaio 2012 alle ore 19.00

c/o spazio espositivo del locale di vendita diretta dell'Azienda Agricola "Cosolo", N. Sauro, n. 14, Pieris, Italy

foto di Roberta Battiston - presenta Vincenzo Compagnone

Semplici riflessi sull'acqua sembrano celare la loro reale consistenza trasformandosi in pennellate di colore su una tela dallo sfondo scuro.
Si giunge così ad un limes: fotografia o pittura?
La fotografia tende ad "imitare" la pittura insinuando nell'osservatore il dubbio sulla reale consistenza del soggetto.

Dopo l'inaugurazione seguirà un brindisi augurale offerto dall'Azienda Agricola "Osolo".

domenica 4 dicembre 2011

lunedì 14 novembre 2011

I culti pagani in Friuli

Il Gruppo Archeologico Goriziano ha deciso di ripetere per la terza
volta la prima di un ciclo di conferenze intitolato “I culti pagani in
Friuli”, dedicate allo studio ed approfondimento di come le feste ed i
riti pre-cristiani si svolgessero e di come siano stati tramandati fino
a noi, benché con altre denominazioni e sotto mentite spoglie,
conservando però intatte le simbologie e i significati più arcaici ad
esse correlati.

Le tracce degli antichi culti pagani sono difatti ovunque intorno a noi,
anche sotto vesti inaspettate, ma culminano durante le festività
annuali, che la maggior parte di noi conosce come tradizioni cristiane.
Questo ciclo di incontri offrirà la possibilità di togliere qualche velo
a tali credenze, per svelare parte della loro autentica origine,
contestualizzandole anche, quando possibile ed in base alle fonti
bibliografiche a

disposizione, nella realtà locale del Friuli Venezia Giulia, antica
terra di passaggio e come tale ricca di culti

importati da luoghi e tradizioni anche molto distanti tra loro.

L’ appuntamento è previsto per venerdì 25 novembre alle ore 20.45 presso
la Sala Espositiva dell’Associazione Culturale “Equilibri”, sita nella
Galleria tra Via A. Diaz e Corso Verdi, ed il tema di questo incontro,
tenuto da due relatrici, Natasha Cvijanovic e Gloria Ferassutti, sarà
incentrato su due delle otto festività che anticamente si svolgevano
nella stagione invernale “Mezz’inverno e il Solstizio d’inverno”, con
integrazioni ed aggiornamenti rispetto alle precedenti edizioni.

Al termine della conferenza, patrocinata dal Comune e dalla Provincia di
Gorizia, sarà un piacere per il

Gruppo Archeologico offrire un piccolo rinfresco ai partecipanti.

Si ricorda inoltre che il Gruppo Archeologico Goriziano organizza per
domenica 29 Gennaio 2012 un’escursione a Padova per visitare la mostra
"Il Simbolismo in Italia", sita presso Palazzo Zabarella, il cui tema è
l’irruzione, a cavallo tra Otto e Novecento, dell’inconscio nell’arte.

Il Gruppo raccoglie le prenotazioni (obbligatorie) entro e non oltre il
14 dicembre 2011.

Nel caso in cui non vengano raggiunte le 15 adesioni la visita sarà
annullata.

Per informazioni, prenotazioni e per la raccolta delle quote, si prega
di voler telefonare a Roberta, cell. 349 7570780 (ore serali) o
(preferibilmente) all'indirizzo email eve...@gagoriziano.org, segnalando
anche la disponibilità di mezzi propri o la necessità di essere ospitati
in un’altra autovettura.

Per ulteriori informazioni:
http://www.gagoriziano.org/attivitasvolta/2012/ilsimbolismoinitalia.pdf.

*//*

*/Gruppo Archeologico Goriziano/*

mercoledì 2 novembre 2011

Visita guidata alla mostra il simbolismo in Italia

Il Gruppo Archeologico Goriziano organizza per domenica 29 Gennaio 2012
un’escursione a Padova per visitare la mostra "Il Simbolismo in Italia",
sita presso Palazzo Zabarella, il cui tema è l’irruzione, a cavallo tra
Otto e Novecento, dell’inconscio nell’arte. È la scoperta di un mondo
“altro”, affascinante, intrigante, di una nuova lente che vira la
percezione di ogni realtà, si tratti di un paesaggio fisico e di un moto
dell’anima. È la storia di un movimento che si estende velocemente su
scala europea ma che qui viene compitamente indagato nella sua
fondamentale vicenda italiana, con opere che, nel loro insieme,
ricostruiscono quel dibattito sulla missione dell’arte che infuocò
quegli anni di decisive mutazioni sociali. Opere che evocano ciò che
aleggiava negli ambienti letterari e filosofici di Gabriele D’Annunzio o
di Angelo Conti o nei cenacoli musicali devoti a Wagner, mentre le
Esposizioni portavano in Italia i fermenti dei movimenti europei.

La giornata sarà scandita secondo il seguente programma:

*8.30 *partenza con mezzi propri dal parcheggio dell'Ipercoop di Gradisca

*10.30 *ritrovo a Padova presso il Palazzo Zabarella (via degli
Zabarella, 14)

*11.30 *visita guidata alla mostra

*13.00 *pranzo libero e visita della città (facoltativo)

*17.00 *rientro con mezzi propri

Il Gruppo raccoglie le prenotazioni (obbligatorie) entro e non oltre il
14 dicembre 2011.

Nel caso in cui non vengano raggiunte le 15 adesioni la visita sarà
annullata.

Per informazioni, prenotazioni e per la raccolta delle quote, si prega
di voler telefonare a Roberta, cell. 349 7570780 (ore serali) o
(preferibilmente) all'indirizzo email eventi@gagoriziano.org, segnalando
anche la disponibilità di mezzi propri o la necessità di essere ospitati
in un’altra autovettura.

Per ulteriori informazioni:
http://www.gagoriziano.org/attivitasvolta/2012/ilsimbolismoinitalia.pdf

Speriamo di vedervi partecipare numerosi!

Gruppo Archeologico Goriziano

mercoledì 26 ottobre 2011

Friulani contro Paolo Villaggio: “Ci dà degli alcolizzati”

Vi giro quest'articolo curioso su Paolo Villaggio e il Friuli!

TRIESTE, 26 OTT – La Regione Friuli Venezia Giulia sta valutando l'ipotesi di querelare Paolo Villaggio per alcuni passaggi del suo ultimo libro, ''Mi dichi – Prontuario comico della lingua italiana'', in cui i friulani vengono descritti come ''alcolizzati''.

La decisione sulla querela – riportano oggi il Messaggero Veneto e il Gazzettino – sara' presa domani nella riunione della giunta regionale. Nel libro, un saggio comico sull'italiano, Villaggio scrive che ''gli altoatesini parlano e scrivono per dispetto solo in tedesco, e i friulani, che per motivi alcolici non sono mai riusciti a esprimersi in italiano, parlano ancora una lingua fossile impressionante, hanno un alito come se al mattino avessero bevuto una tazza di merda e l'abitudine di ruttare violentemente''. Per il presidente della Regione, Renzo Tondo (Pdl), quanto scritto da Villaggio e' ''volgare, offensivo e segno del decadimento dei tempi''.

fonte [blitzquotidiano.it]

lunedì 24 ottobre 2011

I miei occhi vedono

Trame invisibili che solo io posso vedere. Percorsi secondari che si riuniscono in uno principale. È così ormai da qualche anno, da quando, cioè, i miei occhi hanno capito e la mia mente ha visto.
Quello che in passato era sparito, ora riappare in un momento. Percorsi lasciati alle spalle che oggi mi si ripropongono davanti. Ne sono sicura: non è un caso. Tutto ritorna sotto altre forme e con luce nuova. Non ero pronta ora, evidentemente, lo sono.

martedì 18 ottobre 2011

Si e' concluso il progetto 'GPS-RTK, Una rete GPS per il posizionamento in tempo reale nel Friuli Venezia Giulia'

E’ stato appena portato a termine il progetto triennale “ GPS-RTK - Una rete GPS per il posizionamento in tempo reale nel Friuli Venezia Giulia” cofinanziato
dalla Regione Friuli Venezia Giulia, in cui l’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale, OGS di Trieste, Dipartimento Centro
Ricerche Sismologiche, ha realizzato un servizio di correzioni differenziali basato sul concetto di Network RTK.
Il convegno di presentazione dei risultati finali dello studio si terrà il prossimo 18 ottobre e sarà l’occasione per discutere degli aspetti tecnici, geodetici e
cartografici relativi alla tecnologia ed al servizio di posizionamento in tempo reale. Sarà, inoltre, presentato un panorama delle reti limitrofe e la loro
interazione. Il programma dei lavori include una tavola rotonda ed una sessione tecnica pratica dedicata alla sperimentazione diretta del servizio realizzato.
Il progetto si è svolto in tre tappe, nella prima, conclusa con il convegno del 3 ottobre 2007, è stata costituita un’infrastruttura di rete composta di un
insieme di stazioni permanenti Global Navigation Satellite System GNSS e da un sistema di acquisizione e di distribuzione (da singola stazione) del dato.
La rete è stata inoltre inquadrata nel frame di riferimento ETRF89(1989.0).
La seconda fase di progetto, con risultati presentati nel convegno del 7 ottobre 2009, ha permesso di integrare il servizio standard (correzione da singola
stazione) con funzionalità più evolute basate su soluzione di rete secondo i canoni MRS, VRS e MAC. Il servizio, di libero accesso per tutti gli utenti, è
stato infine affiancato a quello della Direzione centrale e pianificazione territoriale, autonomie locali e sicurezza Servizio sistema informativo territoriale e
cartografia (SIT) della Regione Friuli Venezia Giulia, già fornito gratuitamente all’utenza pubblica. Tutta la rete è stata inquadrata nel moderno sistema
ETRF2000(2008.0), lo stesso adottato dall’IGM come riferimento nazionale per la RDN.
La fase finale, che si conclude con l’attuale convegno, ha invece ultimato e collaudato il servizio e il relativo portale web per la distribuzione dei dati, dei
servizi e delle informazioni. Si è proceduto alla formazione del personale attraverso corsi teorico-pratici, convegni e stage.
Lo studio ha reso possibile la raccolta di dati LIDAR attraverso il margine orientale della Pianura Friulana, che consentiranno di avere una conoscenza più
dettagliata delle modalità di accumulo degli sforzi e dell’evoluzione delle deformazioni in un’area molto complessa dal punto di vista geologico e tettonico,
teatro di numerosi terremoti distruttivi. L’infrastruttura e il servizio così costituiti permettono alla Regione Friuli Venezia Giulia di inserirsi nel contesto
tecnologico e scientifico più avanzato sia in rapporto alle Regioni limitrofe, italiane e non, sia a livello nazionale (Rete Dinamica Nazionale dell’Istituto
Geografico Militare) e internazionale (rete GAIN del progetto europeo Alps GPS QUAKENET e rete europea EUREF Permanent Network).
Il progetto ha potuto godere di contributi finanziari assegnati per la realizzazione di progetti di ricerca scientifica, applicata o industriale di elevato
impatto sistemico per il settore produttivo, del welfare e della Pubblica Amministrazione e di diffusione dei risultati della ricerca (L.R. 26/2005 e del D.P.
Reg. n. 120/2007).
Il convegno del 18 ottobre si svolgerà presso il Palazzo del Municipio di Venzone (Udine) e prevede la partecipazione di massimo 130 persone. La data di
scadenza per le iscrizioni è il giorno 16 ottobre. E' possibile iscriversi online sul sito dell'OGS.
C.C.

fonte: geometra.info

martedì 27 settembre 2011

Invito al convegno "Gradisca Ritrovata" - domenica 9 ottobre 2011

Il Gruppo Archeologico Goriziano, assieme al C.R.C. “C. Seppenhofer”,
è lieto di annunciare che, in
occasione delle Giornate Nazionali di Archeologia Ritrovata
organizzate per l’ 8 e 9 Ottobre p.v. dai Gruppi
Archeologici d’Italia, sotto l’Alto Patronato della Presidenza della
Repubblica, si terrà un convegno-giornata
studi sulla fortezza di Gradisca d’Isonzo, intitolato “Gradisca
Ritrovata”, con il Patrocinio del Comune di
Gradisca d’Isonzo, della Provincia di Gorizia e della Regione Friuli
Venezia Giulia e con il generoso
contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia. Tale
evento, al quale parteciperanno esperti e
rappresentanti delle istituzioni dell’intera regione, si svolgerà a
Gradisca domenica 9 ottobre, nella sala
conferenze presso il primo piano del Palazzo del Monte di Pietà, e
sarà così strutturato:
9.30 apertura dei lavori
Luigi Fozzati
Soprintendenza ai Beni Archeologici del FVG
La memoria: problema o risorsa?
Silvano Cavazza
Università degli Studi di Trieste – DI.S.C.A.M.
La Fortezza e il Castello da Giovanni Emo a Silvio Pellico
Maddalena Malni Pascoletti
Italia Nostra o.n.l.u.s. – sez. di Gorizia
Alcune mappe inedite della cittadella fortificata di Gradisca della
seconda metà del XVII secolo
Maurizio Tavagnutti
Centro Ricerche Carsiche “Seppenhofer”
Gradisca Sotterranea: analisi dei lavori svolti e prospettive per il futuro
Luca Rinaldi
Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici del FVG
Il recupero del castello di Gradisca: false partenze
Roberta Corbellini
Archivio di Stato di Udine
12.30/14.30 pausa pranzo
Claudio Visintini
Architetto libero professionista
Un libro sulla città di Gradisca
Ettore Guido Basiglio Ribaudo
Ambiente Italia o.n.l.u.s. – sez. di Gorizia
Creare posti di lavoro con l’archeologia e incentivare la cultura
Alessandra Monorchio
Architetto libero professionista
Storia e restauro di un castello: il caso di Gradisca d’Isonzo
Anna Furioso
Ingegnere libero professionista
Restauro del Castello di Gradisca d’Isonzo per una sede universitaria
Paolo Bressan
Comune di Gradisca d'Isonzo – Assessorato alla Cultura
Le proposte dell’amministrazione comunale per il riutilizzo del castello
Tavola rotonda
Durante il convegno si alterneranno vari relatori che illustreranno
come sarebbe possibile recuperare e
rendere fruibile alla popolazione le antiche vestigia di origine
veneziana che caratterizzano la cittadina di
Gradisca d’Isonzo e che sono, purtroppo, in stato di quasi totale
abbandono da circa 30 anni. I relatori invitati
ad intervenire saranno professionisti locali di vari settori (storici,
archeologi, architetti, ingegneri), che si
sono già occupati, sotto vari aspetti, della fortezza gradiscana, e
sono stati scelti preferenzialmente tra gli
autori delle pubblicazioni più importanti finora redatte in merito a
Gradisca d’Isonzo e alla sua storia, oltre
ad amministratori degli Enti locali competenti in materia.
L’obiettivo della manifestazione è quello di analizzare lo stato di
conservazione delle strutture ed elaborare
proposte concrete di tutela, restauro e riutilizzo delle stesse, per
fini turistico-culturali, da portare
all’attenzione degli Enti Pubblici Locali, affinché vengano stanziate
adeguate sovvenzioni che tutelino e
valorizzino il patrimonio storico gradiscano, troppo a lungo dimenticato.
Per ulteriori informazioni si rimanda al link:
http://www.gagoriziano.org/attivitasvolta/2011/ar2011_pieghevole.pdf.
Gruppo Archeologico Goriziano
C.R.C. “C. Seppenhofer”
--
Gruppo Archeologico Goriziano
c/o v. Contavalle 1, Gorizia
340 7897093 (Sveva, ore pasti)
po...@gagoriziano.org
www.gagoriziano.org
"Il cemento ideale di una comunità è formato dalla coscienza della
propria cultura e dalla capacità che abbiamo di conservarla e di
accrescerla."
Ludovico Magrini

mercoledì 21 settembre 2011

GRADISCA RITROVATA

Palazzo Monte di Pietà / Gradisca d’Isonzo
9 ottobre 2011 / ore 9.30-12.30 14.30-18.30

La giornata di studi ha come obiettivo elaborare strategie che
consentano il recupero delle strutture storico-architettoniche, ora in
totale abbandono, mirando alla loro tutela ed alla loro valorizzazione
sotto il profilo culturale e turistico nell’ambito di un piano di
rilancio su vasta scala che coinvolga gli Enti Locali e la popolazione.

interverranno / Luigi Fozzati Soprintendenza ai Beni Archeologici
FVG / Silvano Cavazza Università degli Studi di Trieste –
DI.S.C.A.M. / Maddalena Malni Pascoletti Italia Nostra – Gorizia /
Maurizio Tavagnutti C.R.C. "C. Speppenhofer" / Luca Rinaldi
Soprintendenza ai Beni Arch. e Paes. FVG / Roberta Corbellini
Archivio di Stato – Udine / Claudio Visintini Arch. libero prof. /
Ettore Guido Basiglio Ribaudo Ambiente Italia – Gorizia / Alessandra
Monorchio Arch. libero prof. / Anna Furioso Ing. libero prof. /
Paolo Bressan Comune di Gradisca d'Isonzo – Assessorato alla Cultura


organizzano
Gruppo Archeologico Goriziano
Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer”

nell'ambito delle
Giornate nazionali di Archeologia Ritrovata
dei Gruppi Archeologici d’Italia
VIII edizione 8/9 ottobre 2011

col patrocinio di
Comune di Gradisca d'Isonzo
Provincia di Gorizia
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

col contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia

programma completo su www.gagoriziano.org

http://www.gagoriziano.org/attivitasvolta/2011/ar2011_pieghevole.pdf
http://www.gagoriziano.org/attivitasvolta/2011/ar2011_locandina.pdf
https://www.facebook.com/event.php?eid=153299208095354

lunedì 19 settembre 2011

Attività autunnali

Il Gruppo Archeologico Goriziano riprende le attività dopo la consueta
pausa estiva ed annuncia alcune delle iniziative che caratterizzeranno
il prossimo anno sociale 2011-2012. In programma ci sono la visita alle
mostre “Venezia che spera. L’unione all’Italia (1859-1866)” a Venezia –
Museo del Risorgimento, Palazzo Correr il giorno 20 Novembre 2011, “Il
simbolismo in Italia” a Padova, Palazzo Zabarella il 29 Gennaio 2012,
“Espressionismo” a Codroipo (UD), Villa Manin di Passariano il 4 Marzo
2012 e “Manciù – L’ultimo imperatore” a Treviso, Casa dei Carraresi il
22 Aprile 2012. Il Gruppo curerà inoltre, assieme al C.R.C. “C.
Seppenhofer”, in occasione delle Giornate Nazionali di Archeologia
Ritrovata organizzate per l’ 8 e 9 Ottobre p.v. dai Gruppi Archeologici
d’Italia, sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, un
convegno-giornata studi su Gradisca d’Isonzo, intitolato “Gradisca
Ritrovata”, con il Patrocinio del Comune di Gradisca d’Isonzo, della
Provincia di Gorizia e della Regione Friuli Venezia Giulia e con il
contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia. Tale evento,
al quale parteciperanno esperti e rappresentanti delle istituzioni
dell’intera regione, si svolgerà a Gradisca domenica 9 ottobre, nella
sala conferenze presso il Palazzo del Monte di Pietà e costituirà
l’apertura ufficiale del nuovo anno sociale. Verranno infine riproposte
nuove conferenze per i cicli, già sperimentati e molto apprezzati dal
pubblico, “I culti pagani in Friuli” e “Cielo e Terra tra antichità e
Medioevo”, otre ad escursioni riservate ai soli soci tesserati. Allo
stato attuale per gli interessati sono già aperte le iscrizioni per la
mostra “Venezia che spera. L’unione all’Italia (1859-1866)”, dedicata
all’epopea risorgimentale veneziana nell’anno delle celebrazioni per il
150° anniversario dell’Unità d’Italia. Il titolo dell’esposizione si
ispira a un celebre quadro di Andrea Appiani jr. (Milano, 1814-1865)
proveniente dal Museo del Risorgimento di Milano, che raffigura
un’allegoria di Venezia, non ancora unita all’Italia, ma “speranzosa”
nel prossimo futuro. È previsto il viaggio in treno fino a Venezia, con
partenza dalla stazione dei treni di Gorizia e rientro nel tardo
pomeriggio. Per informazioni, prenotazioni e costi, si prega di voler
telefonare alla Sig.ra Nataša, cell. 345 4868741 (ore serali). La
chiusura delle prenotazioni è prevista entro e non oltre domenica 16
ottobre. Nel caso in cui non vengano raccolte le 15 adesioni minime per
la partecipazione alla mostra, la visita verrà annullata. Gruppo
Archeologico Goriziano

sabato 17 settembre 2011

XI Comunicato stampa del CoasGo

Il Coordinamento della Associazioni contro l’Ascensore di Gorizia
(CO.AS.GO.) desidera rendere noto che, in data 16 settembre 2011, è
stato presentato da parte delle associazioni aderenti formale esposto
alla Procura della Repubblica di Gorizia in merito alla progettazione e
alla realizzazione dell’impianto di risalita, per far sì che l’autorità
giudiziaria competente valuti i fatti presentati, avvii le procedure e
prenda i provvedimenti che riterrà opportuni, considerando tutti i
possibili risvolti legali sotto il profilo civile, amministrativo e penale.
In particolare l’esposto verte su tre punti cardine, cioè l’assenza di
valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) per l’intera opera nel suo
complesso, le procedure di scavo archeologico e di tutela dei beni
culturali e l’assoluta mancanza di analisi economiche costi/benefici, in
pieno contrasto con i principi di buona amministrazione derivanti dal
perseguimento degli obiettivi di efficienza, efficacia ed economicità.
Date le argomentazioni, nelle quali le associazioni – dopo un accurato e
sistematico studio delle varie fasi progettuali durato circa sei mesi –
hanno ravvisato possibili elementi di gravissime irregolarità, oltre che
alla Procura della Repubblica si è deciso di inviare l’esposto, in
ottemperanza alle rispettive competenze, anche alla Procura Regionale
della Corte dei Conti del Friuli Venezia Giulia e al Comando Provinciale
della Guardia di Finanza di Gorizia per ciò che concerne i risvolti
economico-finanziari e il possibile danno erariale, al Nucleo Operativo
Ecologico dei Carabinieri di Udine per l’accertamento di possibili danni
ambientali e al Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale dei Carabinieri
di Venezia per l’accertamento di eventuali danni alle preesistenze
storiche accertate e a quelle recentemente rinvenute.
Le associazioni aderenti al Coordinamento, disposte a costituirsi parte
civile per i danni ambientali, storico-culturali ed erariali commessi
nei confronti della Repubblica in caso di avvio di procedimenti
giudiziari, continueranno comunque la loro opera di sorveglianza dei
lavori – attualmente fermi da luglio –, di informazione e
sensibilizzazione della cittadinanza e di segnalazione di possibili
irregolarità alle autorità competenti, in primis presentando le proprie
osservazioni ai fini della procedura di screening per la Valutazione di
Impatto Ambientale, anche se attualmente limitata alla sola variante
progettuale varata lo scorso agosto e non estesa all’intero progetto
dell’impianto di risalita come richiesto dall’ufficio competente della
Regione FVG.


COASGO c/o Ass. Italia Nostra Onlus - Sez. di Gorizia
Casella postale 132
34170 Gorizia
www.gagoriziano.org/coasgo

lunedì 12 settembre 2011

il Piano Sostitutivo della Sicurezza nei lavori pubblici (T.U. 81/2008)

Il piano di sicurezza sostitutivo (PSS), così come disciplinato dal citato comma 2 dell’art. 131 del d.lgs. n. 163/2006, deve essere oggi considerato il documento residuale di pianificazione della sicurezza nel cantiere in cui si effettuano lavori edili o d’ingegneria civile oggetto di contratti d’appalto pubblici, per i quali non è previsto il piano di sicurezza e di coordinamento (PSC) di cui all’art. 100, in quanto dimensionalmente posti al di sotto delle soglie previste dall’art. 90, comma 3, del d.lgs. n. 81/2008 .
Nei cantieri temporanei o mobili in cui si svolgono lavori edili o d’ingegneria civile oggetto di appalti pubblici, quando non è previsto l’obbligo di nomina del coordinatore della sicurezza per la progettazione (CSP) e, conseguentemente, l’obbligo di elaborazione del PSC, dovrà, sempre e comunque, essere consegnato, dall’appaltatore o dal concessionario dei lavori, alle amministrazioni aggiudicatrici, il PSS, compilato secondo i contenuti minimi individuati al punto 3.1. dell’Allegato XV del d.lgs. n. 81/2008 .
Il PSS, redatto a cura dell’appaltatore o del concessionario, contiene gli stessi elementi del PSC di cui al punto 2.1.2, con esclusione della stima dei costi della sicurezza.

sabato 3 settembre 2011

Gorizia: bella e sicura?

Gorizia si fa bella, ma si fa anche sicura?
Riporto alcuni scatti fatti ieri sera (02.09.2011) del centro cittadino.
La gente cammina fisicamente all'interno di un cantiere anche durante il giorno quando si svolgono le lavorazioni, quando probabilmente basterebbe utilizzare il marciapiede presente sull'altro lato della strada creando dei percorsi intermedi per l'accesso ai singoli negozi e impedendo l'accesso a TUTTE le lavorazioni e materiali che attualmente sono accessibili a chiunque!
In tal proposito vi cito l'Art. 109, comma 1 del T.U. 81/2008 sulla sicurezza:
Art. 109. Recinzione del cantiere
1. Il cantiere, in relazione al tipo di lavori effettuati, deve essere dotato di recinzione avente caratteristiche idonee ad impedire l'accesso agli estranei alle lavorazioni.
Ai posteri l'ardua sentenza (come sempre del resto).





giovedì 1 settembre 2011

X comunicato stampa

Il Coordinamento della Associazioni contro l’Ascensore di Gorizia(CO.AS.GO.) desidera rendere noto che, a fronte delle dichiarazionirilasciate dal Sindaco Ettore Romoli e riportate dal Piccolo in data 4luglio u.s. sulla non necessità della Valutazione di Impatto Ambientale(V.I.A.), il Comune di Gorizia in data 17 agosto u.s. è stato costrettoad inviare al Servizio preposto della Regione uno studio preliminareambientale ai fini della verifica di assoggettabilità alla V.I.A. Talestudio preliminare non riguarda però, come avrebbe dovuto e richiestodalla Regione, l’intero progetto di accesso diretto a Borgo Castello, masolo una sua minima variante, varata in data 10 agosto 2011, che nontiene assolutamente conto dei vincoli imposti dalla Soprintendenza suiresti murari rinvenuti lo scorso giugno, affermando al contempo chepotrebbe essere necessaria un’ulteriore variante progettuale.Il Comune – non obbligato per legge a dare notizia ai media dell’avviodi tali procedure ma solo apubblicarle sull’Albo Pretorio – data la rilevanza del progetto, ildibattito e l’interesse pubblico da questosuscitato, avrebbe dovuto coinvolgere l’intera cittadinanza, come piùvolte membri della sua Giunta avevano promesso di fare con assembleepubbliche di presentazione del progetto (Il Piccolo, 10 febbraio 2011),infine mai realizzate. Il coinvolgimento sarebbe essenziale estrategico, dato che la Commissione, per decidere la necessità o meno diavvio delle procedure di V.I.A., tiene conto anche di consultazioni econferenze pubbliche, dibattiti ed osservazioni presentati da comunicittadini, e non solo dei rilievi effettuati dai tecnici del settore.Questo atteggiamento di assoluta mancanza di trasparenza conferma ancorauna volta l’assenza, da parte dell’Amministrazione Comunale,dell’effettiva volontà di creare un dibattito costruttivo su un’operapubblica così controversa e contestata.Il Coordinamento delle Associazioni contro l’Ascensore di Gorizia sipremurerà di presentare allaCommissione apposita le proprie osservazioni in merito allarealizzazione dell’impianto di risalita entro la scadenza dei 45 giornidalla pubblicazione di avvio della procedura, prevista per il 1° ottobrep.v., ed invita tutti i cittadini interessati all’argomento a farealtrettanto o a contattarci per poter esporre le proprie critiche eproposte. Per gli interessati la comunicazione di avvio della proceduraè rintracciabile sul sito dell’Albo Pretorio del Comune di Gorizia allink http://www3.comune.gorizia.it/sites/default/files/A906-11_08_2011.pdf.COASGO c/o Ass. Italia Nostra Onlus - Sez. di GoriziaCasella postale 13234170 Goriziacoa...@gagoriziano.orgwww.gagoriziano.org/coasgoAssociazione Ambiente ItaliaComunità Capi AGESCI Gorizia 2Comunità Capi AGESCI Gorizia 3Associazione Forum CulturaGruppo Archeologico GorizianoGruppo Culturale Mediaart - CormònsItalia Nostra ONLUS - Sezione di GoriziaLegambiente GoriziaPrincipesca Contea di GoriziaWWF Isontino “Eugenio Rosmann”

domenica 21 agosto 2011

Il Piano dei Servizi

Lo spazio pubblico (o aperto) è caratterizzato dalla presenza di chiunque ne abbia interesse mentre lo spazio privato (o chiuso) è caratterizzato dalla riservatezza. Si possono inoltre distinguere gli spazi pubblici (es: piazza) da quelli aperti al pubblico (es: un luogo di culto il cui accesso può essere garantito ai soli fedeli ). Lo spazio pubblico ospita le funzioni collettive o strategiche (ovvero i “servizi”) che generano spazi ed architetture significative (identitarie ed orientanti) e che divengono luogo d' incontro. Pertanto lo spazio pubblico genera ed è generato dalle funzioni. Spazi pubblici storici sono: Agorà, Acropoli, Foro, Piazza e Campo. Uno spazio privato storico è il Campiello. Le Courbusier, nella sue Unitè d'habitation, raduna i servizi all' interno di un unico edificio attuandone una sorta di privatizzazione degli stessi che vengono destinati ai solo inquilini. I confini concettuali tra spazio e servizio pubblico sono molto labili: talvolta uno spazio pubblico può corrispondere ad un servizio (es: parco) e talvolta può discostarsi da esso (es: piazza). I servizi si affacciano sullo spazio pubblico. Lo “spazio pubblico” è caratterizzato dalla socializzazione. Il “servizio pubblico” è un luogo pubblico, o privato, aperto a tutti, senza scopo di lucro ed è atto al soddisfacimento del bisogno dell'individuo di cui si avvale per ricavarne un'utilità ed in esso non si autoidentifica. Da un punto di vista più pragmatico il “servizio pubblico” è: un'attrezzatura atta al soddisfacimento, in maniera indifferenziata, dei bisogni degli individui relativamente a: assistenza e sanità, cultura, culto e vita associativa, sport e tempo libero, aree verdi, etc. Il concetto di “servizio” è intimamente connesso con quello di “welfare urbano” (ovvero “benessere urbano”) al quale devono mirare le politiche di Piano. Esso si ottiene solo riservando alcune aree (anche private) a pubblico servizio al fine di garantire un'equa accessibilità da parte di cittadini e city – users. La sfrenata attività edilizia degli anni '60 portò il legislatore a dover garantire una dotazione minima di servizi necessari al raggiungimento di un adeguato livello di vita (“welfare urbano”). Il dimensionamento di tali servizi, ancora oggi, avviene per mezzo dello “standard urbanistico”(definito per la prima volta dal D.M. 1444/1968) che è un parametro espresso in mq minimi di servizio/ab da garantire obbligatoriamente e commisurati alla tipologia dell' insediamento e del servizio. L' introduzione del D.M. Non portò ai benefici auspicati poiché lo standard venne concepito in termini quantitativi piuttosto che qualitativi. Problema ancora oggi presente. Nel 1972 le Regioni recepirono nella propria legislazione gli standard. Oggi il dibattito ruota attorno alla connotazione quantitativa/qualitativa, alla dubbiosa omogeneità su tutto il territorio di detti parametri e alla loro rigidità. Una nuova applicazione è il QSA (Qualità dello Spazio abitativo). Essa è in grado di stabilire la qualità di uno spazio urbano attraverso un indice (ovvero insieme di indicatori). Ad ogni abitazione, servizio, percorso, etc, vengono attribuiti degli indicatori di qualità (db) georiferiti rispetto ad una base cartografica. La somma di detti indici definisce il QSA per quella parte di città. All' inserimento di nuovi indici nel SIT il valore di QSA varia (negativamente o positivamente). La P.A., pertanto, stabilisce delle aree su cui insediare le attrezzature (aree pubbliche o private), dimensionate in base agli standard, che quindi vengono soggette a vincolo espropriativo all' interno degli strumenti urbanistici. La parte di Piano che si occupa di ciò è detta PSU. Lo sviluppo della tematica ha portato le Regioni italiane a dotarsi di un PSU più o meno autonomo dallo strumento generale. Esso è uno strumento urbanistico redatto dalla P.A. (Comune) Che definisce le aree pubbliche e private da destinarsi ad attività pubbliche considerando i servizi esistenti e quelli di progetto, definendo un disegno della città con rapporti tra spazi pubblici e privati. Esso ha il compito di:
creare un sistema dei servizi equamente accessibile; migliorare la fruizione degli spazi pubblici; elevare la qualità dell' ambiente urbano (“welfare urbano”); coordinarsi con il sistema della mobilità. I servizi sono una tematica importante e lo si percepisce anche dalla mole di disposti normativi che li disciplinano. Quanto seguirà non è una comparazione propriamente detta (poiché questa risulterebbe in qualche modo impari date le diverse condizioni delle 3 Regioni e dei 3 Comuni) piuttosto si presenta come il tentativo di delineare un percorso evolutivo della materia all' insegna del “dove sono le Regioni più all' avanguardia? Dove arriveranno quelle in qualche modo meno evolute nella disciplina?”. La L.R. 01/2001 della Lombardia fu innovativa in quanto introdusse per la prima volta il PSU e gli standard da concepirsi in termini qualitativi, ma è solamente con la L.R. 12/2005 che esso diviene uno strumento autonomo da quello generale con valenza analitica e programmatica e si impone come strumento “catalizzatore” della città. Esso:
pone gli obbiettivi di sviluppo; programma coerentemente al sistema della mobilità; individua gli ambiti entro i quali applicare compensazione e perequazione.
La programmazione avviene, a partire già dalla 01/2001, in base ai principi di accessibilità, qualità, fruibilità e fattibilità. Il piano viene dimensionato in base alla popolazione stabilmente residente, a quella da insediare in base alle previsioni di piano e alla presenza dei city – users. L' attuale legge urbanistica dell' Emilia Romagna (L.R. 20/2000) non cita esplicitamente il PSU ma ne fa uno dei suoi pilastri principali il cui obbiettivo è il raggiungimento di un' elevata qualità urbana. Anch'essa mira al superamento dello standard quantitativo. Uno dei sistemi del PSC è il “sistema degli standard” che assume un ruolo strutturale e strategico. All' interno del PSC il territorio viene suddiviso in ambiti per ciascuno dei quali viene stabilito il fabbisogno di dotazioni, gli obbiettivi e le strategie da perseguire. Relativamente al FVG non si può ancora parlare di PSU visto che né la vecchia normativa (52/1991), né quella nuova (05/2007) ne prevedono la redazione. Entrambe invece ne fanno implicitamente riferimento parlando di decadenza di vincoli espropriativi e procedurali dopo 5 anni di entrata in vigore del piano, decaduti i quali è necessario reiterare, o meno, i vincoli per mezzo di una Variante allo stesso. Inizialmente i parametri per il dimensionamento delle dotazioni erano definiti dal PURG del '78, successivamente venne introdotto il c.d. “Decreto sugli standard” (0126 Pres/1995) valido sino all' entrata in vigore del nuovo PTR. La L.R. 05/2007 stabilisce che il POC può definire i parametri di dimensionamento coerentemente con quelli del PTR. Le attrezzature che vengono prese in considerazione dal decreto e, successivamente, dal PTR sono:
attrezzature per la viabilità e i trasporti; attrezzature per il culto, la vita associativa e la cultura; attrezzature per l' istruzione; attrezzature per l'assistenza e la sanità; attrezzature per il verde, lo sport e gli spettacoli all' aperto; (servizi tecnologici).
Il decreto e il PTR stabiliscono che i Comuni devono prevedere aree di interesse sovracomunale che non rientrano nel computo degli standard (es: parcheggio di interscambio, università, teatro, ospedale, etc.). il PTR stabilisce i parametri di dimensionamento in relazione a:
consistenza demografica; entità delle presenze turistiche; ruolo territoriale del Comune e attuale distribuzione dei servizi; tempi di percorrenza necessari per la fruizione del servizio. Il PSU di Milano nasce con la L.R. 01/2001 e si conclude con la L.R. 12/2005. Esso si configura come uno strumento conoscitivo e programmatico. I tre momenti di formazione del piano sono stati:
ricostruzione dello stato di fatto in funzione di diverse scale territoriali (Catalogo generale dei servizi e SIT) e analisi sulla mobilità (valutazione dell' accessibilità); individuazione della domanda di servizi per temi e tipologie di servizio; indicazioni per la programmazione.
Il PSU mira a:
migliorare il livello del servizio di trasporto collettivo; migliorare l'accessibilità ai servizi.
Il PSU di Modena si basa su due scelte:
ogni ambito deve avere un adeguato livello di qualità urbana; rafforzare il senso di identità;
il territorio è stato suddiviso in unità di paesaggio in base a caratteristiche omogenee (unità di abitazione, unità residenziale e settore urbano) per le quali il Piano individua criticità, obbiettivi e strategie. A ciascuna unità paesaggistica vengono attribuite specifiche dotazioni e livelli di accessibilità (pedonale, ciclabile, TPL e veicolo privato). La valutazione del fabbisogno di servizi è avvenuta confrontando la domanda potenziale con l' offerta esistente. La valutazione di accessibilità delle dotazioni viene fatta insieme a quella del sistema della mobilità considerando la distanza tra i servizi e le infrastrutture per la viabilità in un' ottica di riduzione degli spostamenti con il mezzo privato. Si sono individuati quindi i servizi primari (di accesso diretto) e i servizi secondari (accessibilità inferiore). L' insediamento dev'essere organizzato in fulcri e percorsi in un' ottica di continuità. Un ruolo centrale ha avuto la sostenibilità ambientale. Decaduti i vincoli espropriativi e procedurali (quest' ultimi relativi ai piani particolareggiati) dopo 5 anni dall' entrata in vigore del PRGC, ai sensi della L.R. 52/1991, il Comune di Gorizia ha redatto una Variante al Piano. La variante ha interessato:
gli interventi inseriti nel Programma Triennale delle Opere Pubbliche (2006/2008); le opere necessarie al soddisfacimento degli standard; i lavori stradali; i vincoli procedurali;
I momenti principali della Variante sono stati:
ricognizione dello stato di fatto; verifica delle esigenze; ridimensionamento delle previsioni.
Le altre elaborazioni si sono rivolte a:
riclassificazione (anche tra standard e fuori standard); revisione dei vincoli (espropriativi e procedurali); revisione delle aree da trasformare per servizio; revisione degli standard; revisione della normativa;
per ogni area soggetta a vincolo espropriativo/procedurale:
assegnazione di numeri/lettere identificativi; sopralluoghi; visione e comparazione della cartografia; indagine sulle proprietà; consultazione di piani e programmi (solo per v.e.); verifica delle altre esigenze (solo per v.e.); visione delle richieste di variante.
La P.A. Ha creato un database al fine di realizzare, in futuro, un GIS. Le dotazioni dono state suddivise in:
area dei grandi servizi: attrezzature di livello sovracomunale e di qualità (Università, attrezzature ospedaliere e sanitarie e l'aeroporto). Tali servizi si integrano con quelli urbani creando nuove centralità; i servizi nell' ambito insediativo: si suddividono in: aree di trasformazione strategica: sono il Parco residenziale, il Parco degli affari, la cittadella dei Servizi 1 e 2, il Parco delle grandi attrezzature e l' ingresso ovest; servizi urbani: sono servizi individuati puntualmente sul territorio; aree da trasformare per servizi: zone che in passato furono destinate a pubblica attrezzatura e oggi riclassificate nell' ambito delle zone C. Sono aree di proprietà privata per le quali viene concessa l'edificabilità solo per metà della superficie. La rimanente parte viene ceduta a titolo gratuito al Comune che realizza le dotazioni. Su di esse non grava il vincolo espropriativo (Perequazione?).
ambiti C: piani particolareggiati.
Gli interventi nell' ambito insediativo si rivolgono alla riqualificazione, valorizzazione, integrazione con i servizi urbani, potenziamento delle centralità minori.
Le aree sono state riclassificate all' interno di:
aree a standard: aree che soddisfano i requisiti minimi del DPGR, sono di competenza della P.A. Che le acquisisce con l'esproprio. Un' eccezione è costituita dalle strutture per il culto che possono essere realizzate da enti religiosi (privati); aree fuori standard: atte al soddisfacimento dei fabbisogni urbani eccedenti, possono essere realizzate da Enti pubblici o da privati convenzionati.
Al fine di calcolare la CIRTM è stata fatta un'indagine a campione su alcuni interventi edilizi in varie zone omogenee con la quale si è stabilito l' indice di affollamento medio (0,76 ab/mc) e i mq/ab (57 mq/ab).Questi dati sono stati poi riportati nella tabella successiva al fine di calcolare gli abitanti insediabili e il numero dei nuovi vani. Il num. Degli abitanti insediabili, infine, è stato sommato al num. Degli abitanti del censimento ISTAT (2001) ottenendo, così, la CIRTM. A questo punto, avvalendosi del DPGR, per ogni tipologia di dotazione è stato svolto il bilancio degli standard verificando che i servizi esistenti e di progetto soddisfacessero lo standard definito dal decreto. Le aree a servizi sono normalmente soggette a vincolo espropriativo, pertanto la P.A. Deve risarcire il proprietario con un indennizzo. Viste le difficoltà economiche delle P.A. Sono stati introdotti gli strumenti di perequazione e compensazione il cui obbiettivo è raggiungere l' equità costi – benefici (giustiza distributiva) e ottenere delle aree a prezzo agricolo o nullo. La perequzione consiste nell' attribuzione di un indice edificatorio omogeneo a tutte le aree ricadenti in un comparto perequativo. Il proprietario sul cui fondo vengono realizzate le dotazioni può trasferire la sua capacità edificatoria in un' altra area del comparto. La compensazione, invece, avviene quando un singolo proprietario viene privato del suo diritto pertanto egli può trasferire i suoi crediti edilizi in un'altra area stabilita a priori dal piano generale. Anche la nuova L.R. Del FVG 05/2007 prevede per la prima volta detti strumenti da applicarsi anche in pianificazione sovracomunale (o meglio intercomunale). Il PSU della Lombardia assume un ruolo centrale e autonomo nella pianificazione. Esso diviene un elemento catalizzatore del processo di sviluppo della città. Anche per l' Emilia Romagna esso ha un ruolo centrale anche se ancora dipendente dal piano generale. In FVG non viene fatta specifica menzione della tematica dei servizi pertanto la normativa si configura in maniera tradizionale rispetto alle prime due. Gorizia, nonostante la normativa regionale non sia all' avanguardia, propone il passaggio da standard quantitativo a quello qualitativo, dà centralità al recupero e alla valorizzazione della città, introduce forme pseudo – perequative e forme di urbanistica partecipata comuni anche alle altre due P.A. Tutti e tre i Comuni ricercano i fabbisogni per mezzo di analisi offerta – domanda. I Comuni operano su logiche differenti: Milano e Modena ragionano su scale di dettaglio via, via più approfondite mentre Gorizia lavora per ambiti e servizi puntuali. Nel caso di Milano e Gorizia viene sottolineata la partecipazione del soggetto privato. Modena punta alla sostenibilità ambientale.

L' ANARCHIA DELL' ARCHITETTO: LE COURBUSIER (CONFRONTI, CONTRAPPOSIZIONI E ANALOGIE)

Le Courbusier. Charles Edouard Jeanneret, che assumerà lo pseudonimo di Le Courbusier nel 1920, nasce a Chaux de Fonds, città della Svizzera nota per la produzione di orologi, nel 1887.

La sua formazione incomincia nel campo dell' incisione delle casse di orologi per proseguire nel settore architettonico.

L' interazione tra industria e arti visive rimarrà una costante nella sua attività. Sempre sarà affascinato dalla nuova era meccanicista rimanendo in particolare legato all' areopolano, all' automobile e ai piroscafi di cui parlerà nel suo libro “Vers une architecture ” del 1923 come esempi da imitare nella costruzione degli edifici concepiti come "macchine da abitare". Egli propenderà sempre per la standardizzazzione dei pezzi di edifici da parte dell' industria.

La sua formazione, nel campo dell' architettura, venne assicurata dagli innumerevoli viaggi che egli fece in Europa. Durante questi viaggi scopre i temi dell' antichità per mezzo della rivalutazione dell' architettura attraverso le forme “pure”. La grafia dei suoi schizzi, ad esempio, nella rappresentazione di villa Adriana a Tivoli, è lontana da quella dei suoi contemporanei.

La sua rappresentazione per mezzo di forme pure stravolge la reale visione dell' oggetto stesso.

Nel fare ciò egli reinterpreta quello che vede. Le colonne non sono più tali ma sono dei semplici cilindri.

Egli riesce a dare un' altra visione dell' antichità.

Dal passato egli riprende anche il concetto di sezione aurea.

Talvolta appare contraddittorio poichè da una parte è critico nei confronti degli architetti del '900, impeganti ancora nel disegno dei capitelli e che non hanno acquisito la concezione dei volumi primari in quanto ciò non veniva insegnato all' Ecole de Beaux – Arts, dall' altra egli si rifà, rielaborandole, alle forme del passato.

Egli opera in un contesto temporale dove diffusi erano ancora i principi dell' art noveau ma si rivela piuttosto scettico nei loro confronti ed ha la capacità di distaccarsi da questa moda ed elaborare una sua concezione d' architettura grazie anche agli insegnamenti del suo maestro, l' ingegnere Auguste Perret, che lo induce

all' utilizzo del cemento armato. Per sempre ammirerà il ruolo dell' ingegnere, poichè egli è guidato dal calcolo e grazie a questo crea forme chiare ed impressionanti mentre, a suo parere, l' estetica dell' architetto era in rapida decadenza.

Colin Rowe, rifacendosi ad una citazione di Isaiah Berlin la volpe sa molte cose, ma il riccio ne sa una importante - , aiuta a distinguere due approcci metodologici: il riccio è preoccupato del primato di avere una sola idea mentre la volpe è attenta ad avere una molteplicità di stimoli.

Via, via che ci si avvicina all' architettura moderna prevale un' idea unilaterale.

Il problema che Rowe si pone è quello sul dove collocare Le Courbusier. Si può riassumere la sua filosofia nella combinazione casa complicata - città semplice (anche se sembrerebbe più plausibile il contrario!) questa rappresenta, sostanzialmente, la sua più grande contraddizione tra urbanistica ed architettura, pertanto, Rowe ipotizza che egli fu una volpe travestita da riccio.

Le Courbusier, aspramente criticato e poco considerato dai suoi contemporanei per lo più formati presso le Beaux - Arts, fu non solo architetto e urbanista ma anche teorico delle due discipline e di lui ci rimane una grande letteratura.

In architettura teorizzò i punti dell' architettura moderna (pilotìs, pianta libera, facciata libera, finestra a nastro, tetto piano a giardino) nonchè un' unità di misura riferita alle dimensioni dell' uomo: il modulor. I suoi precedenti furono "soltanto" Vitruvio ed in seguito Leonardo da Vinci.

Il modulor non fu l' unica sua invenzione, ideò, nel 1914 un sistema strutturale denominato Maison Dominò (nome formato da "domus" e "innovazione") costituito da tre solette in latero cemento sorrette da pilotìs, collegate da una scala in assenza assoluta di pareti che consente di articolare la pianta e i prospetti dell' edificio in maniera indipendente dalla struttura.

In urbanistica respinge l' approccio della "medicina" attraverso il quale gli urbanisti europei intendevano "curare" le "città malate" e propone una "chirurgia totale" delle stesse.

Egli fu uno dei principali esponenti dell' architettura e dell' urbanistica moderna nonchè pittore purista.

Il risultato dell' architettura e dell' urbanistica di Le Courbusier, eterno indeciso sull' essere riccio o volpe, fu il prodotto di un collage. Gli oggetti che egli inserisce nascondono una loro antica origine ma nel contesto in cui li colloca essi assumono nuovo vigore e impatto.

Tra i suoi progetti più importanti in architettura si ricordano la Ville Savoye, l' Unitè d' habitation, e la cappella a Ronchamp.

In urbanistica i suoi progetti principali sono la Ville Contemporaine per 3.000.000 di abitanti da cui discenderanno il Plan Voisin e la Ville Radieuse che sono rielaborazioni della Ville Contemporaine del 1922.

Dopo la svolta degli anni '50 in cui realizza la Cappella di Notre – Dame – du – Haut, muore nel 1965.1


La rottura con il passato: due filoni di pensiero. Ci fu un periodo, tra la fine dell' 800 e gli inizi del '900, in cui cominciarono a sussistere contemporaneamente due filoni di pensiero: da una parte c' era l' ormai affermata Ecole de Beaux – Arts la cui formazione degli studenti era rivolta agli stili del passato (gli stili classici) e dall' altra vi erano degli artisti che furono portatori di nuove tendenze.

Siamo in un periodo di passaggio nella storia dell' arte e dell' architettura: molti rimanevano legati al passato ed altri, invece, cominciavano a slegarsi dalla tradizione.

In pittura vi è un' inversione di tendenza che si verifica già a partire dal 1860 con il movimento impressionista. Qualche anno più tardi vi è la nascita di una nuova corrente che si diffonde, a partire dal Belgio e grazie

all' apporto dell' architetto Victor Horta, un nuovo e vasto movimento artistico denominato Art – noveau che interesserà in particolare l' architettura ma anche la pittura.

L' art – noveau in architettura si diffonde in tutta Europa e rappresenta un momento di cambiamento radicale della tradizione architettonica che si contrappone agli stili storici.

Questo "nuova arte", estremamente decorativista, diviene all' epoca una moda. Già da allora alcuni architetti si contrappongo a questa tendenza come ad esempio Adolf Loos.

Le Courbusier incomincia la sua attività in un periodo dove l' art - noveau era ancora diffusa. Egli si rivelò da subito piuttosto scettico nei confronti di questo movimento artistico criticando soprattutto il forte decorativismo tipico di questo stile.


L' architettura moderna. Nel 1921, al tempo dell' Esprit Noveau (nota rivista artistica e letteraria), l' architettura risulta essere ancora alimentata, un po' dappertutto, dallo spirito accademico che era ostile agli avvenimenti moderni, ma, il 1° gennaio del 1928 si iniziava a porre la problematica della casa dell' uomo moderno (la casa moderna!).

Vien da sè che dalla tematica della casa moderna si è poi passati all'organizzazzione spaziale dell' insieme delle case moderne: la città moderna!

L' architettura moderna fino ad oggi non è stata in grado di costruire la sua forma ideale di città, essa, infatti, è rimasta un progetto, un' utopia.

I postulati della architettura moderna sono stati troppo contraddittori, confusi e, per certi versi, troppo rigidi.

L' architettura moderna si configurava come un strumento in grado di creare libertà, uguaglianza e di risanare la società malata instaurandone una razionale e illuminata e al tempo stesso proclamava l' oggettività scientifica della disciplina.

La nuova architettura rispondeva allo spirito del tempo ("L' Esprit Noveau" da cui il nome della rivista) ed era socialmente terapeutica. Significava la fine della dissimulazione, delle vanità e del sotterfugio.

L' architetto del XX secolo diveniva una sorta di messia in grado di risollevare le sorti della' umanità modellando lo spazio, in altre parole si proponeva di creare una società giusta ed illuminata.

Egli svolge due funzioni: l'una verso la scienza e l' altra verso la società e sempre più questo connubio divenne fragile. Sotto lo strato di ideali vi si poteva trovare l' esuberanza dell' architetto che immaginava la città ideale.

Di fatto l' architettura moderna non era stata in grado di produrre un mondo migliore e per cui le fantasie utopiche cominciarono a ridimensionarsi, tuttavia rimaneva vivo un certo ottimismo che intravedeva, ad esempio, nelle soluzioni di Le Courbusier un trampolino di lancio verso la città del futuro.

La città ideale, così come concepita dall' architettura moderna, si configura come una sequenza continua di vuoti e radi pieni ciò, se fosse stato realizzato su larga scala, avrebbe creato nell' uomo una sensazione di disorientamento causata dalla omogeneità del paesaggio urbano.

Secondo Colin Rowe, la città ideale può sopravvivere solamente all' interno di una città reale senza questo sostegno la prima muore.

Al CIAM del 1933 erano state delineate le direttive di base da perseguirsi nella progettazione della città nuova ma già negli anni '40 le certezze sulla fattibilità della città moderna vennero a cadere. Nella conferenza del CIAM del 1947 intitolata “Heart of city” vennero a galla delle riserve relativamente all' impossibilità di realizzare una città indifferenziata. La città doveva possedere un “cuore” (ovvero un centro urbano facilmente riconoscibile).

Ciò, ovviamente, non giocò a favore delle teorie corbusierane.2



L' anarchia dell' architetto. Nel momento in cui l' Esprit Noveau irrompe sulla scena mondiale, Le Courbusier diviene una figura pubblica di rilievo. Gli articoli che egli scrive su questa rivista, parte dei quali verranno raccolti nel suo libro "Vers une Architecture", lo presentano come un ribelle e un distruttore degli insegnamenti del passato. Verrà definito dai critici anticomunisti come il "cavallo di troia del bolscevismo". Successivamente lo chiameranno lo "scemo" o il "mostro" del "cemento brutale".

La sua figura venne trascurata in svariate occasioni.



CONFRONTI

Plan Voisin e la Cancelleria Reale (Asplund Gunnar). Un confronto può essere fatto tra il Plan Voisin (1925) e il progetto per la Cancelleria Reale (1922) realizzato da Gunnar Asplund, architetto appartenente alla stessa generazione di Le Courbusier.

Il Plan Voisin è una rielaborazione della Ville Contemporaine di Le Courbusier inserita, in base al metodo "do it yourself" o "cadavre exquis", nel paesaggio parigino.

Dal confronto emerge la tradizione stilistica e l' integrazione nel contesto da parte di Asplund Gunnar e la spinta innovativa e l' indipendenza dal contesto di Le Courbusier che propone un modello completamente sradicato dalla tradizione stilistica. Il primo esprime continuità mentre il secondo una dichiarazione di destino storico. Le Courbusier simula il futuro mentre Aslpund il passato, il primo fa teatro della profezia e il secondo il teatro della memoria.

Le Courbusier vuole esprimere la creazione di un mondo nuovo che sorge dalle ceneri di quello vecchio e nel fare ciò ha un rapporto di superficialità nei confronti dei monumenti.

Per Asplund è prioritario inserire il nuovo intervento all' interno di un contesto esistente ottenendo la massima integrazione tra l'edificio appena inserito e la partedi città più prossima ad esso stabilendo tra i due un rapporto dialettico mentre Le Courbusier rifiuta ogni possibile legame con il "mondo" esistente.



Il Palazzo delle Nazioni e le architetture tradizionali. Nel 1926 la Società delle Nazioni bandì un concorso per la costruzione del Palazzo delle Nazioni da localizzarsi a Ginevra a cui, tra gli altri, partecipò anche

Le Courbusier.

Egli progettò, in base ai suoi enunciati, un palazzo fatto con gli elementi delle città – giardino, delle case private creando in tal modo un Palazzo moderno.

All' Ecole de Beuax – Arts la visione del progetto di Le Courbusier suscitò scalpore subito dopo il quale furono inviati a Ginevra dei progetti con evidenti riflessi storicistici.

La Società delle Nazioni stabilì che il vincitore fosse l' architetto Nènot, già costruttore dell' edificio della Sorbonne, il quale conferma il clima di quegli anni: " sono felice per l' arte tout court; l' equipe dei francesi aveva per scopo, quando si è messa tra i concorrenti, di sconfiggere le barbarie. Chiamiamo barbarie un certo tipo di architettura che fa furore da qualche anno, nell' Europa orientale e settentrionale...Essa nega tutti i begli stili della storia, e, a ogni modo, fa oltraggio al senso comune e al buon gusto. Ma ha la peggio e tutto va bene".



Progetto per la città di San Diè e la new town di Harlow. Harlow offre, all' aspettatore che la guarda, una piazza del mercato reale.

Nel confronto fra Harlow è San Diè (1945) è possibile intravedere una coincidenza d' intenti. In entrambi i casi, infatti, l' intento del progettista è quello di creare un centro urbano significativo. Certamente Harlow raggiunge meglio lo scopo. Non per questo si preferisce una soluzione all' altra ma è significativo come i progettisti concorrono alla ricerca dell' importanza del luogo in maniera opposta. Il progettista di Harlow esegue la sua ricerca per mezzo dell' utilizzo di pieni mentre Le Courbusier si appella all' utilizzo di vuoti.

Nella conferenza dei CIAM del 1947 intitolata “Heart of city” vennero a galla delle riserve relativamente all' impossibilità di realizzare una città indifferenziata. La città doveva possedere un “cuore” (centro facilmente riconoscibile e gerarchicamente sovraordinato).

Forse un comune passante anzichè poter camminare ovunque preferirebbe imbattersi in qualche ostacolo.


Parma e San Diè. Se bisognasse spiegare a colui che non s' interessa delle tematiche in questione quali sono le differenze tra la città tradizionale e quella ideale secondo il pensiero di Le Courbusier, sarebbe opportuno mostrargli due piante: una pianta di una città "storica" come ad esempio lo è Parma e una pianta di una città le corbouseriana, ad esempio il progetto per San Diè. Dal confronto tra le due piante anch' egli sarebbe in grado di distinguere le differenze.

Dall' analisi dei pieni e dei vuoti la caratteristica principale che emerge da tale confronto è che la pianta di San Diè è caratterizzata da ampi spazi vuoti e da poche volumetrie architettoniche. L' opposto accade, invece, all' interno della pianta della città di Parma.

Un' altra caratteristica particolarmente evidente è la differente tipologia dell' edificato.

Il tessuto urbano (texture), nel caso di Parma, è in grado di creare degli spazi pubblici urbani.

Nel caso di Parma vi è una chiara dialettica tra gli oggetti e gli spazi presenti nella texture cosa che non avviene nel progetto di Le Courbusier.



Unitè d' habitation e gli Uffizi (Vasari). Dal confronto tra l' Unitè d' Habitation (1945 – 1952) di Le Courbusier e gli Uffizi del Vasari del XVI secolo ci si rende conto che l' effetto di Marsiglia è quello di creare una società privatizzata dove i servizi e le attrezzature si trovano all' interno della residenza, mentre la struttura degli Uffizi predispone ad un contatto pubblico.

Le Courbusier offre un edificio privato e isolato che fornisce dei servizi ad una clientela ristretta mentre

l' edificio del Vasari è sufficentemente ambiguo da permettere anche altri usi.



Unitè d' habitation e Palazzo del Quirinale. il Palazzo del Quirinale comprende al suo interno dei positivi standards di vita del XX secolo: esso è accessibile, riceve luce ed aria...

L' Unitè continua il suo isolamento, la parte estesa del Quirinale assume un comportamento di dialettica con il suo immediato intorno che è di tipo pubblico sul fronte strada e più intimo sul fronte dei giardini che si trovano sul suo retro.


CONTRAPPOSIZIONI

Manhattan e l' anti – Manhattan. Verso la metà degli anni '30 per la prima volta Le Courbusier visita New York e la sua impressione è che Manhattan sia "...un' enorme sogliola non sfilettata stesa su una roccia".

Egli, fin dai primi giorni della sua permanenza, sostiene che i grattacieli di Manhattan sono troppo piccoli e troppo numerosi pertanto auspica la loro distruzione.

In realtà gli architetti di New York riuscirono a realizzare, almeno in parte, ciò che Le Courbusier non riuscì a materializzare, il quale, in ogni caso, volle mantenere il primato delle sue ideologie e per far ciò doveva distruggere la credibilità di Manhattan. La sua azione in tal senso è duplice: da una parte diffama il grattacielo e dall' altra propone l' anti – grattacielo e l' anti – Manhattan.

Egli considera i grattacieli degli incidenti architettonici paragonandoli alle gambe di una persona che crescono a dismisura.

Egli sostiene che nell' epoca della velocità il grattacielo ha pietrificato la città e ripristinato il pedone.

Per concepire l' anti – grattacielo e l' anti – Manhattan egli si nutre della stessa New York per la creazione dei suoi modelli.

In contrapposizione alla "cultura della congestione", professata dagli architetti operanti a Manhattan, nel suo modello vi aggiunge la giungla nella quale vi cala i suoi grattacieli orizzontali.

In contrapposizione all' essenza del mascherare dei grattacieli new yorkesi, che Rem Koolhaas chiama "lobotomia", egli contrappone la trasparenza dei suoi edifici al fine, a detta sua, di prevenire comportamenti nocivi, la dimensione privata, così, viene annullata.

Il grattacielo cruciforme è costituito da 60 piani, è cristallino (al contrario i grattacieli sono costituiti da materiali più corposi) ed è sopraelevato in maniera tale d' avere un minimo contatto con il suolo che diviene così parzialmente recuperabile (i grattacieli, invece, nell' ottica della "cultura della congestione", hanno un basamento pieno che giunge sino a toccare il suolo). Le due sommità, presenti nelle architetture new yorkesi, sono state amputate. Al piano interrato vi è la metropolitana, attorno agli edifici si estende un vasto parco e le autostrade sono sopraelevate.

Attorno al centro amministrativo costituito da grattacieli cartesiani si stagliano degli edifici più bassi adibiti a residenza.

I criteri dominanti sono l' onestà, l' igiene, l' uguaglianza.

Le Courbusier chiama questo progetto "Ville Radiouse".

La Ville Radiouse può essere concepita come la trasformazione di un elemento in un altro (ovvero di Manhattan nell' anti – Manhattan).

Rem Koolhaas riferendosi a queste due città sostiene che "...sono gemelli siamesi che crescono uniti nonostante gli sforzi per separarli...".


Il Palazzo delle Nazioni Unite a New York: Le Courbusier o gli altri? Wallace Harrison è incaricato alla costruzione del quartier generale delle Nazioni Unite. Gli vengono affiancati altri architetti: Le Courbusier rappresenta la Francia.

La scelta dell' ubicazione delle strutture è proprio Manhattan.

Le Courbusier individua 6 piccoli isolati che verranno donati dai Rockefeller. Questi piccoli isolati hanno la dimensione sufficiente da consentirgli di realizzare i suoi progetti per Manhattan. Ogni giorno la commissione si riunisce per discutere dei progetti. Le Courbusier monopolizza i dibattiti poichè è intenzionato a far affermare la sua idea di "Manhattan Radiouse".

Egli elabora un progetto in cui la stecca degli uffici viene posizionata al centro di una strada. Inserisce poi

un auditorium che blocca una seconda strada. Tutto il resto dell' area viene demolita e al posto degli edifici vi è una sistemazione a verde.

Il progetto di Le Courbusier non viene preso nemmeno in considerazione ed amareggiato se ne torna in Europa.

Harrison in realtà stimava Le Courbusier, ma intuì che il suo progetto inteso come frammento esplosivo di

un' anti – Manhattan sarebbe stato privo di potere detonante.

In realtà l' intervento eseguito da Harrison renderà l' isolato su cui insiste uno come tanti altri presenti a Manhattan.


ANALOGIE

"manhattanismo – le courbusianesimo" e "new yorkesi courbusierani – Le Courbusier".

All' interno della vicenda di Manhattan si possono intravedere delle analogie con le teorie courbuseriane.

Uno dei temi più riccorenti all' interno dell' manhattanismo (ovvero quel movimento sviluppatosi tra '800 e '900 a partire da Coney Island e che ha contribuito alla realizzazione dell' attuale struttura architettonica del centro di Manhattan) è la creazione di una città all' interno della città stessa. Questo concetto può essere ritrovato all' interno dell' Unitè d' habitation.

Starrett nel 1906 aveva ipotizzato la realizzazzione di un edificio alto 100 piani nel quale svolgere differenti funzioni. Ogni 20 piani aveva ipotizzato la creazione di piazze pubbliche che dovevano costituire dei demarcatori funzionali: industria nella parte più bassa, uffici nella parte intermedia, più in su residenza ed infine, negli utlimi piani vi dovevano essere degli hotel. Questa teorizzazzione anticipa l' Unitè d' habitation di Le Courbusier.

Harvey Wiley Corbett, nel 1923, per risolvere il problema della congestione proponeva dei passaggi pedonali sopraelevati e porticati mentre l' intero livello stradale avrebbe dovuto essere lentamente lasciato solo al traffico automobilistico. I passaggi pedonali, all' altezza del secondo piano, venivano ricavati direttamente dagli edifici ed erano collegati a quelli sul lato opposto da un sistema di ponti. L' intento di Corbett era quello di creare una "Venezia modernizzata". Anche Le Courbusier professa, nelle sue teorizzazzioni, la separazione dei flussi automobilistici da quelli pedonali.

Anche Raymond Hood è in qualche modo legato al persiero courbouseriano.

Egli acquista "Vers une architecture" e dopo aver letto questo libro manifesto si convince che la futura Manhattan è una città di torri. All' interno di un isolato vi saranno più torri. Lo spazio attorno alle torri rimarrà libero dalle costruzioni in modo tale che l' edificio si assicuri un adeguato isolamento.

All' esposizione del 1939 tenutasi a Flushing Meadows l' attrazione principale è"Trylon e Perisfera" ideata da Wallace Harrison dove il Trylon rappresenta l' ago e la Perisfera rappresenta la sfera ovvero i due volumi di partenza che, evolvendosi, hanno dato luogo alla formazione del grattacielo.

All' interno di Perisfera Harrison presenta "Democracity". Il modellino è composto da una serie di torri, tutte identiche, alte 100 piani. In queste torri vi si svolgono per lo più attività di tipo amministrativo. Le residenze, costituite da edifici bassi calati in ampie aree verdi, invece, vengono ubicate in città satelliti. "Democracity" rappresenta una rielaborazione delle teorie courbouseriane.

X – city è un modello di città concepita da Harrison nel 1946 che a prima vista costituisce un puro e semplice adattamento della Ville Radiouse di Le Courbusier. Essa è costituita da una serie di torri sull' East River. Il progetto fa un accoppiamento "impossibile" di elementi che un architetto europeo avrebbe mantenuto separati: l' accostamento di due stecche curve che sormontano un auditorium curvo.

Si può affermare, pertanto, che per interposte persone Le Courbusier ha trionfato. 3

1Bibliografia: “Vers une architecture” - Le Coubusier; “Le Courbusier” - Jean – Louis Coehn; appunti delle lezioni di composizione architettonica e urbana a.a. 2006/2007; "Collage city" – Colin Rowe&Fred Koetter; "Maniera di pensare l' urbanistica" – Le Courbusier; appunti di analisi della morfologia e della tipologia edilizia a.a. 2006/2007; "Le Courbusier –

l' architettura, i protagonisti" – Stefania Suma.

2Bibliografia: "Art dossier – Secessione viennese – da Klimt a Wagner" – Eva di Stefano; "Art – dossier – Gaudì" – Luca Quattrocchi; appunti delle lezioni di composizione architettonica e urbana a.a. 2006/2007; "Collage city" – Colin Rowe&Fred Koetter; appunti di storia dell' arte moderna di Francesco Morante - http://www.francescomorante.it/

....; "Ver une architecture" – Le Courbusier;

3"Collage city" – Colin Rowe&Fred Koetter; "Maniera di pensare l' urbanistica" – Le Courbusier; “Le Courbusier” - Jean – Louis Coehn; "Delirious New York" – Rem Koolhaas;"Ver une architecture" – Le Courbusier;

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