martedì 6 marzo 2012
La Via Lantieri
A fine '800 non vi era ancora il collegamento tra p.zza s. Antonio e s. Rocco perché in mezzo vi erano i campi dei Lantieri.
Nel 1860 con l'arrivo della ferrovia iniziarono ad utilizzare i campi cittadini. Stessa cosa avvenne nel 1906 con la ferrovia transalpina.
Questo fondo dei Lantieri, nonostante l'urbanizzazione, rimase coltivato.
Ad un certo punto i Lantieri vogliono lottizzare questi terreni. Quindi viene realizzata la strada, ma questa doveva passare attraverso il palazzo di cui un pezzo venne demolito.
La baronessa Carolina Lantieri si aspettava che tutte le opere fossero a carico del comune.
Erano previsti 56 lotti da 800mq l'uno.
Esiste un progetto che prevedeva che la strada passasse attraverso il palazzo.
Declaricini aveva previsto la realizzazione di un mercato in p.zza S. Antonio.
martedì 28 febbraio 2012
Il Piano Regolatore di Gorizia di Lasciac (1917)
Tratto dalla lezione di Diego Kuzmin c/o UTE Gorizia
Antonio Lasciac Nasce nel 1856. Di origini slovene, ma irredentista italiano. A 26 anni, dopo un anno di apprendistato all'ufficio tecnico del comune,si trasferisce ad Alessandria d'Egitto dopo il bombardamento degli inglesi contro gli egiziani che volevano essere indipendenti. La città era distrutta.
Prima di andare in Egitto progettó due case: una, demolita, in borgo castello e una in via rafut (mai realizzata).
A Gorizia fece la fontana e ne regaló i disegni.
La casa sul, visibile dal castello, è esternamente moresca, ma all'interno è borghese. Durante il primo conflitto rimase duramente danneggiata. Lasciac la ristruttura, ma durante la seconda guerra mondiale viene bombardata nuovamente.
La villa Lasciac è stata messa all'asta che è andata deserta e quindi rimane attualmente abbandonata.
L'obelisco originariamente si trovava molto più vicino alla facciata della chiesa ed é stata spostata nel 1906 per far spazio alla strada.
Il suo Piano Regolatore fu travagliato. È un occasione per rientrare in città.
Questo piano non piace così l'ing. Del Neri del Comune ne elabora uno, ma nel '21 vien fatto il piano di Max Fabiani.
Il piano era fatto male perchè prevedeva una fitta rete stradale senza prevedere un collegamento con P.zza Vittoria.
Quello di Fabiani era progettato meglio poichè aveva più esperienza tra cui il Piano di Lublijana.
A nord delle Orsoline prevedeva un nuovo sobborgo formato da ville borghesi che si innestavano su reti viarie radiali.
In questa mappa l'udm è il klafter 1k = a circa due metri. Questa udm era austriache.
Di questo piano si sono completamente perse le tracce e ci è rimasta una foto fatta dallo stesso architetto che voleva donarla all'Accademia di San Luca che riunisce i migliori artisti. Lasciac aveva fatto un album di fotografie da donare.
"M'hanno crocifisso" è un disegno di un Cristo fatto con una lastra fotografica fotosensibile. La lastra poteva essere ulteriormente graffiata. Probabilmente il Cristo crocifisso rappresentava la delusione del Lasciac per non aver visto il suo piano attuato.
Lasciac ha progettato con il sistema viario radiale anche un quartiere di Alessandria d'Egitto. Questo progetto nasce da un concorso bandito nel 1925 e Lascia costituisce anche parte della giuria.
Qualche anno dopo viene bandito un concorso per la realizzazione della stazione ferroviaria di Alessandria. Anche qui fa parte della giuria, ma partecipa contemporaneamente al concorso e stavolta si assegna il primo premio.
Non abitó mai sul colle del Rafut.
Nel suo piano Fabiani non traccia le nuove case ma solo l'assetto viario, mentre Lasciac inserisce in rosso le nuove costruzioni.
Il Lasciac isolava gli edifici pubblici.
Aveva progettato il collegamento della Transalpina con il resto della città.
L'edificio della Banca Centrale dell'Egitto è stato progettato da lui in stile ecclettico. Successivamente si affezionerà allo stile moresco.
Il museo dei gioielli della corte ad Alessandria è stato costruito dal Lasciac. È un edificio eclettico. Il marmo proviene da Carrara.
domenica 21 agosto 2011
Il Piano dei Servizi
creare un sistema dei servizi equamente accessibile; migliorare la fruizione degli spazi pubblici; elevare la qualità dell' ambiente urbano (“welfare urbano”); coordinarsi con il sistema della mobilità. I servizi sono una tematica importante e lo si percepisce anche dalla mole di disposti normativi che li disciplinano. Quanto seguirà non è una comparazione propriamente detta (poiché questa risulterebbe in qualche modo impari date le diverse condizioni delle 3 Regioni e dei 3 Comuni) piuttosto si presenta come il tentativo di delineare un percorso evolutivo della materia all' insegna del “dove sono le Regioni più all' avanguardia? Dove arriveranno quelle in qualche modo meno evolute nella disciplina?”. La L.R. 01/2001 della Lombardia fu innovativa in quanto introdusse per la prima volta il PSU e gli standard da concepirsi in termini qualitativi, ma è solamente con la L.R. 12/2005 che esso diviene uno strumento autonomo da quello generale con valenza analitica e programmatica e si impone come strumento “catalizzatore” della città. Esso:
pone gli obbiettivi di sviluppo; programma coerentemente al sistema della mobilità; individua gli ambiti entro i quali applicare compensazione e perequazione.
La programmazione avviene, a partire già dalla 01/2001, in base ai principi di accessibilità, qualità, fruibilità e fattibilità. Il piano viene dimensionato in base alla popolazione stabilmente residente, a quella da insediare in base alle previsioni di piano e alla presenza dei city – users. L' attuale legge urbanistica dell' Emilia Romagna (L.R. 20/2000) non cita esplicitamente il PSU ma ne fa uno dei suoi pilastri principali il cui obbiettivo è il raggiungimento di un' elevata qualità urbana. Anch'essa mira al superamento dello standard quantitativo. Uno dei sistemi del PSC è il “sistema degli standard” che assume un ruolo strutturale e strategico. All' interno del PSC il territorio viene suddiviso in ambiti per ciascuno dei quali viene stabilito il fabbisogno di dotazioni, gli obbiettivi e le strategie da perseguire. Relativamente al FVG non si può ancora parlare di PSU visto che né la vecchia normativa (52/1991), né quella nuova (05/2007) ne prevedono la redazione. Entrambe invece ne fanno implicitamente riferimento parlando di decadenza di vincoli espropriativi e procedurali dopo 5 anni di entrata in vigore del piano, decaduti i quali è necessario reiterare, o meno, i vincoli per mezzo di una Variante allo stesso. Inizialmente i parametri per il dimensionamento delle dotazioni erano definiti dal PURG del '78, successivamente venne introdotto il c.d. “Decreto sugli standard” (0126 Pres/1995) valido sino all' entrata in vigore del nuovo PTR. La L.R. 05/2007 stabilisce che il POC può definire i parametri di dimensionamento coerentemente con quelli del PTR. Le attrezzature che vengono prese in considerazione dal decreto e, successivamente, dal PTR sono:
attrezzature per la viabilità e i trasporti; attrezzature per il culto, la vita associativa e la cultura; attrezzature per l' istruzione; attrezzature per l'assistenza e la sanità; attrezzature per il verde, lo sport e gli spettacoli all' aperto; (servizi tecnologici).
Il decreto e il PTR stabiliscono che i Comuni devono prevedere aree di interesse sovracomunale che non rientrano nel computo degli standard (es: parcheggio di interscambio, università, teatro, ospedale, etc.). il PTR stabilisce i parametri di dimensionamento in relazione a:
consistenza demografica; entità delle presenze turistiche; ruolo territoriale del Comune e attuale distribuzione dei servizi; tempi di percorrenza necessari per la fruizione del servizio. Il PSU di Milano nasce con la L.R. 01/2001 e si conclude con la L.R. 12/2005. Esso si configura come uno strumento conoscitivo e programmatico. I tre momenti di formazione del piano sono stati:
ricostruzione dello stato di fatto in funzione di diverse scale territoriali (Catalogo generale dei servizi e SIT) e analisi sulla mobilità (valutazione dell' accessibilità); individuazione della domanda di servizi per temi e tipologie di servizio; indicazioni per la programmazione.
Il PSU mira a:
migliorare il livello del servizio di trasporto collettivo; migliorare l'accessibilità ai servizi.
Il PSU di Modena si basa su due scelte:
ogni ambito deve avere un adeguato livello di qualità urbana; rafforzare il senso di identità;
il territorio è stato suddiviso in unità di paesaggio in base a caratteristiche omogenee (unità di abitazione, unità residenziale e settore urbano) per le quali il Piano individua criticità, obbiettivi e strategie. A ciascuna unità paesaggistica vengono attribuite specifiche dotazioni e livelli di accessibilità (pedonale, ciclabile, TPL e veicolo privato). La valutazione del fabbisogno di servizi è avvenuta confrontando la domanda potenziale con l' offerta esistente. La valutazione di accessibilità delle dotazioni viene fatta insieme a quella del sistema della mobilità considerando la distanza tra i servizi e le infrastrutture per la viabilità in un' ottica di riduzione degli spostamenti con il mezzo privato. Si sono individuati quindi i servizi primari (di accesso diretto) e i servizi secondari (accessibilità inferiore). L' insediamento dev'essere organizzato in fulcri e percorsi in un' ottica di continuità. Un ruolo centrale ha avuto la sostenibilità ambientale. Decaduti i vincoli espropriativi e procedurali (quest' ultimi relativi ai piani particolareggiati) dopo 5 anni dall' entrata in vigore del PRGC, ai sensi della L.R. 52/1991, il Comune di Gorizia ha redatto una Variante al Piano. La variante ha interessato:
gli interventi inseriti nel Programma Triennale delle Opere Pubbliche (2006/2008); le opere necessarie al soddisfacimento degli standard; i lavori stradali; i vincoli procedurali;
I momenti principali della Variante sono stati:
ricognizione dello stato di fatto; verifica delle esigenze; ridimensionamento delle previsioni.
Le altre elaborazioni si sono rivolte a:
riclassificazione (anche tra standard e fuori standard); revisione dei vincoli (espropriativi e procedurali); revisione delle aree da trasformare per servizio; revisione degli standard; revisione della normativa;
per ogni area soggetta a vincolo espropriativo/procedurale:
assegnazione di numeri/lettere identificativi; sopralluoghi; visione e comparazione della cartografia; indagine sulle proprietà; consultazione di piani e programmi (solo per v.e.); verifica delle altre esigenze (solo per v.e.); visione delle richieste di variante.
La P.A. Ha creato un database al fine di realizzare, in futuro, un GIS. Le dotazioni dono state suddivise in:
area dei grandi servizi: attrezzature di livello sovracomunale e di qualità (Università, attrezzature ospedaliere e sanitarie e l'aeroporto). Tali servizi si integrano con quelli urbani creando nuove centralità; i servizi nell' ambito insediativo: si suddividono in: aree di trasformazione strategica: sono il Parco residenziale, il Parco degli affari, la cittadella dei Servizi 1 e 2, il Parco delle grandi attrezzature e l' ingresso ovest; servizi urbani: sono servizi individuati puntualmente sul territorio; aree da trasformare per servizi: zone che in passato furono destinate a pubblica attrezzatura e oggi riclassificate nell' ambito delle zone C. Sono aree di proprietà privata per le quali viene concessa l'edificabilità solo per metà della superficie. La rimanente parte viene ceduta a titolo gratuito al Comune che realizza le dotazioni. Su di esse non grava il vincolo espropriativo (Perequazione?).
ambiti C: piani particolareggiati.
Gli interventi nell' ambito insediativo si rivolgono alla riqualificazione, valorizzazione, integrazione con i servizi urbani, potenziamento delle centralità minori.
Le aree sono state riclassificate all' interno di:
aree a standard: aree che soddisfano i requisiti minimi del DPGR, sono di competenza della P.A. Che le acquisisce con l'esproprio. Un' eccezione è costituita dalle strutture per il culto che possono essere realizzate da enti religiosi (privati); aree fuori standard: atte al soddisfacimento dei fabbisogni urbani eccedenti, possono essere realizzate da Enti pubblici o da privati convenzionati.
Al fine di calcolare la CIRTM è stata fatta un'indagine a campione su alcuni interventi edilizi in varie zone omogenee con la quale si è stabilito l' indice di affollamento medio (0,76 ab/mc) e i mq/ab (57 mq/ab).Questi dati sono stati poi riportati nella tabella successiva al fine di calcolare gli abitanti insediabili e il numero dei nuovi vani. Il num. Degli abitanti insediabili, infine, è stato sommato al num. Degli abitanti del censimento ISTAT (2001) ottenendo, così, la CIRTM. A questo punto, avvalendosi del DPGR, per ogni tipologia di dotazione è stato svolto il bilancio degli standard verificando che i servizi esistenti e di progetto soddisfacessero lo standard definito dal decreto. Le aree a servizi sono normalmente soggette a vincolo espropriativo, pertanto la P.A. Deve risarcire il proprietario con un indennizzo. Viste le difficoltà economiche delle P.A. Sono stati introdotti gli strumenti di perequazione e compensazione il cui obbiettivo è raggiungere l' equità costi – benefici (giustiza distributiva) e ottenere delle aree a prezzo agricolo o nullo. La perequzione consiste nell' attribuzione di un indice edificatorio omogeneo a tutte le aree ricadenti in un comparto perequativo. Il proprietario sul cui fondo vengono realizzate le dotazioni può trasferire la sua capacità edificatoria in un' altra area del comparto. La compensazione, invece, avviene quando un singolo proprietario viene privato del suo diritto pertanto egli può trasferire i suoi crediti edilizi in un'altra area stabilita a priori dal piano generale. Anche la nuova L.R. Del FVG 05/2007 prevede per la prima volta detti strumenti da applicarsi anche in pianificazione sovracomunale (o meglio intercomunale). Il PSU della Lombardia assume un ruolo centrale e autonomo nella pianificazione. Esso diviene un elemento catalizzatore del processo di sviluppo della città. Anche per l' Emilia Romagna esso ha un ruolo centrale anche se ancora dipendente dal piano generale. In FVG non viene fatta specifica menzione della tematica dei servizi pertanto la normativa si configura in maniera tradizionale rispetto alle prime due. Gorizia, nonostante la normativa regionale non sia all' avanguardia, propone il passaggio da standard quantitativo a quello qualitativo, dà centralità al recupero e alla valorizzazione della città, introduce forme pseudo – perequative e forme di urbanistica partecipata comuni anche alle altre due P.A. Tutti e tre i Comuni ricercano i fabbisogni per mezzo di analisi offerta – domanda. I Comuni operano su logiche differenti: Milano e Modena ragionano su scale di dettaglio via, via più approfondite mentre Gorizia lavora per ambiti e servizi puntuali. Nel caso di Milano e Gorizia viene sottolineata la partecipazione del soggetto privato. Modena punta alla sostenibilità ambientale.
GORIZIA – NOVA GORICA: REALTA' EUROPEA DI CONFINE
In concomitanzia alla realizzazione del nuovo Piano Regolatore Generale del Comune di Gorizia entrato in vigore il 10 ottobre 2001 ma i cui studi sono cominciati già a fine anni novanta, l'Amministazione comunale di Gorizia, assieme ai progettisti di detto Piano (Studio associato Gregotti – Milano) particolarmente interessati alla realtà transfrontaliera, ha sentito l' esigenza di avviare un “dialogo” verso quella realtà che troviamo a pochi passi dal nostro confine, la repubblica Slovena.
D'obbligo è una breve premessa su questa realtà confinaria.
L'area Goriziana è inserita in un contesto territoriale particolarmente interessante e, sotto certi aspetti, difficile. Gorizia risulta essere al centro di quello che viene chiamato “Sistema insediativo Goriziano” (individuato dall' Isig e riportato nelle indagini preliminari al PRGC concluse nel 1997) per il quale la città si trova al “centro” ( economico – sociale ) di ben 17 comuni che individuano in essa luogo di svago e lavoro; si tratta perciò di realtà ricadenti entro il medesimo confine nazionale, mentre si tralascia quello che sta al suo esterno e che individuiamo nella città di Nova Gorica. La “città speculare” d'oltre confine, in realtà, dovrebbe, a pare mio, essere compresa in questo Sistema perchè non rari sono i rapporti che la città slovena intrattiene con quella italiana; le relazioni esistenti possono inoltre intendersi in maniera biunivoca ( da Nova Gorica a Gorizia ma anche viceversa ), si tratta per lo più di fenomeni di pendolarismo ( ci si riferisce sopratutto agli studenti ) ma non solo: la città di Nova Gorica è un forte polo di attrazione grazie ai suoi locali notturni che divengono meta non solo della popolazione del Friuli Venezia Giulia ma anche delle realtà extraregionali. Dall' altra parte, invece, Gorizia ha sopratutto un' attrazione di tipo commerciale nei confronti dei nostri “vicini di casa”.
Si è parlato perciò del contesto territoriale come qualcosa di interessante, ora, però, è necessario approfondire quali sono le difficoltà.
Nonostante i rapporti continui e reciproci tra le due città sono ancora insiti nei cuori dei cittadini ( sopratutto quelli più anziani ), dell' una e dell' altra parte, i rancori risalenti alle vicende belliche. Il “muro” fisico è stato eliminato ma quello ideologico continua a sopravvivere. Ci si auspica perciò che questa barriera ideologica non limiti i naturali rapporti tra le due realtà.
Forse potremmo considerare le due città come facenti parte di un unico sistema contiguo dal punto di vista ambientale ma spezzato dalla presenza del confine che ha costituito per entrambe differenziazione delle funzioni e degli obbiettivi nonchè una, seppur parziale, limitazione all'interazione fra le due. A sua volta questo sistema è ricompreso in un sovrasistema di carattere più ampio il quale contiene altri sub – sistemi ( personalmente ritengo questa ipotesi la più valida )...O forse, se considerassimo le due città slegate da un contesto territoriale e connesse ad uno di tipo solamente relazionale ( economico, sociale...), esse potrebbero essere viste semplicemente come due sottosistemi che si interelazionano in un contesto più ampio... Mi sia permesso l'utilizzo della formula dubitativa in quanto mi rendo conto, da studentessa, che le mie ipotesi potrebbero essere azzardate ( se non addirittura incorrette ).
Prima Ipotesi Seconda Ipotesi
( si privilegia la continuità territoriale ) ( si privilegia il contesto relazionale: scambi materiali ed immateriali )
Come precedentemente ricordato, l'avvio di un "dialogo" tra le due città avviene in occasione dell' inizio dei lavori per la redazione del PRGC di Gorizia ma anche in prospettiva di un'imminente entrata, da parte della Slovenja, nell' Unione Europea ( avvenuta nel maggio del 2004 con l'abbattimento del cippo e di parte della rete confinaria che separavano le due città e che vengono simbolicamente ricordati nel mosaico presente, al loro posto, nella Piazza Transalpina ). Non di minor importanza si rivela, su questo fronte, l'assetto storico – sociale che si delinea fino ai giorni nostri tra le due parti della "piccola Berlino": Si assiste ad una progressiva apertura della Repubblica Slovena ( in origine paese comunista ) ai Paesi dell' Unione Europea. L'area confinaria goriziana deve perciò adeguarsi a questa nuova situzione promuovendo uno sviluppo continuo, razionale e congiunto del suo sistema territoriale dal punto di vista logistico, tecnologico - infrastrutturale, ambientale e di sviluppo urbano sostenibile. Quale migliore iniziativa, quindi, se non quella di attuare uno sviluppo territoriale congiuto delle due "città separate"?
Porta la data del 9 marzo 1999 il Documento trilaterale sottoscritto dal Sindaco di Gorizia (Gaetano Valenti), dal Sindaco di Nova Gorica ( Crtomir Spacapan ) e dal Sindaco di Sempeter – Vrtojba ( Dragan Valencic ) nel quale si conviene di perseguire un rapporto di collaborazione nell' ambito del "Progetto di Riconciliazione tra gli abitanti di Gorizia (I) e Nova Gorica (Slo)". A tale primo atto ne segue un altro che porta la data del 12 novembre 1999 dove si reitera la volontà, espressa nel precedente, sottoscritta nuovamente dalle tre Amministrazioni.
L' avvio delle trattative e dei relativi progetti è stato possibile grazie a due programmi comunitari:
Interreg III: è un iniziativa comunitaria del Fondo europeo di sviluppo regionale ( FESR ) per la cooperazione tra regioni dell'Unione europea per il periodo 2000-2006.
L'obiettivo della fase di Interreg è di rafforzare la coesione economica e sociale nell'Unione europea promuovendo da un lato la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale e dall'altro lato lo sviluppo equilibrato del territorio.
Una particolare attenzione è riservata all'interesse delle regioni ultraperiferiche e delle regioni situate lungo le frontiere esterne dell'Unione europea verso i paesi candidati all'adesione.Phare CBC: è un programma di cooperazione transfrontaliera che sostiene azioni a carattere strutturale nelle regioni di confine fra UE e Paesi dell'Europa Centrale ed Orientale (PECO) 2002-2006; tra i suoi obbiettivi ritroviamo:
a) Promozione dello sviluppo urbano, rurale e costiero;
b) Rafforzamento dello spirito imprenditoriale;
c) Sviluppo delle Piccole e medie imprese,compreso il settore turistico;
d) Sviluppo delle iniziative locali per l’ occupazione;
e) Assistenza per l’ integrazione del mercato del lavoro e dell’ inclusione sociale;
f) Iniziative volte ad incoraggiare l’ uso condiviso di risorse umane e misure per la ricerca e lo sviluppo, l’ istruzione, la cultura, la comunicazione, la sanità e la protezione civile;
g) Misure per la protezione ambientale, il miglioramento dell’ efficienza energetica e le fonti rinnovabili di energia;
h) Miglioramento dei trasporti, delle reti e dei servizi di informazione e comunicazione e dei sistemi relativi all’ acqua e all’ energia.
In conseguenza degli atti trilaterali si evidenzia la necessità di istituire un Assessorato ad hoc e di un Ufficio di Collegamento e Riferimento tra le due città principali investite nella collaborazione.
Ai lavori è chiamata a partecipare la London School of Economics and Political Science (LSE) con il compito di condurre un coordinamento operativo sulle attività gestite dalle tre Amministrazioni comunali nell' ambito del progetto di Riconcilizione la cui tematiche vengono discusse da workgroups, organizzati dai Comuni partecipanti, composti dai rappresentanti delle categorie di valenza socio – economica, deputati allo sviluppo del territorio e coordinati da personale tecnico – scientifico specializzato.
Le tematiche discusse dai workgroups ( di seguito analizzate più in dettaglio ) riguardavano svariati settori:
PRIMARIO E TERZIARIO;
SERVIZI DI AREA VASTA;
TRASPORTI E LOGISTICA;
SOCIALITA', ISTRUZIONE E CULTURA;
URBANISTICA, INFRASTRUTURE E AMBIENTE;
FORMAZIONE IN AMBITO ISTITUZIONALE E PER LE CATEGORIE ECONOMICHE;
Al termine della fase di analisi la LSE ha prodotto degli elaborati riassuntivi contenenti i progetti selezionati dalle due città al fine di garantire uno sviluppo territoriale razionale e congiunto tenendo conto delle normative vigenti e dei vincoli paesagistici dei rispettivi strumenti di pianificazione, inoltre vengono evidenziate le opportunità di sviluppo dei vari segmenti analizzati dai workgroups.
Il dibattito è sfociato nel "Prospetto Riepilogativo dei Costi e delle Idee di Progetto". In esso ritroviamo i principi guida per uno sviluppo territoriale congiunto delle due città.
Si possono agevolmente riassumere le categorie indagate relativamente a sei sottosistemi:
sottosistema produttivo
sottosistema tecnologico
sottosistema dei trasporti
sottosistema culturale/ricreativo
sottosistema ambientale
sottosistema istituzionale
SOTTOSISTEMA PRODUTTIVO
1) Agricoltura
In ambito agricolo il progetto si propone, per entrambe le città, di avviare degli studi sulla situazione della domanda e dell' offerta relativamente a strutture di tipo agrituristico al fine di capire quali sono le esigenze di mercato e di conseguenza, in base alla domanda, allargare o ridurre l'offerta di tali strutture. Inoltre l' Amministazione comunale di Nova Gorica si propone la valorizzazione della Strada del Vino del Vipacco e delle infrastrutture ad essa connesse.
2) Terziario – Turismo
In questo settore, per entrambe le città, si vuole provvedere a portare la classificazione degli esercizi di ristorazione a standard comuni, inoltre si vuole promuovere la formazione di operatori turistici e commerciali nonchè l' offerta di pacchetti turistici e mappe comuni. Il progetto prevede che i due Comuni facciano delle analisi relative ai flussi d' utenza e in base a ciò applichino delle politiche di promozione ( o rilancio ) dell' area stessa. La città di Gorizia vuole rivitalizzare la propria area di pertinenza per mezzo della ristrutturazione del mercato coperto, con la costruzione di un centro ricettivo dei flussi turistici e con il rilancio della sua struttura aeroportuale per attività turistiche e commerciali; Nova Gorica, in quest' ottica, vuole rvitalizzare il villaggio Tabor ( patrimonio storico – etnologico ) al fine di migliorare l'offerta turistica; in prossimità dell' area aeroportuale slovena è prevista la realizzazione di strutture per lo sviluppo dell' aviazione non da intendersi solamente in senso sportivo, ma anche turistico e di primo soccorso ( protezione civile ).
3) P.M.I. e riconversione sistemi autoportuali
Un altro obbiettivo fondamentale della programmazione congiunta è il richiamo sul territorio di piccole e medie aziende; a tal fine Gorizia promuove l' incanalazione sul suo territorio di attività industriali e artigianali per mezzo del sostegno finanziario indirizzato prioritariamente ai giovani imprenditori e dell' erogazione di servizi direttamente connessi alle aziende. Gorizia, inoltre, predispone una specifica zona per gli insediamenti di P.M.I. purchè si occupino di attività leggere e non inquinanti. Nova Gorica si muove, in linea di massima, sulle stesse direttrici adottate dal Comune di Gorizia, promuovendo, inoltre, una riconversione delle strutture autoportuali della zona di Vrtojba ( Parco Tecnologico ).
SOTTOSISTEMA TECNOLOGICO
1) Servizi di Area Vasta
Il progetto prevede per entrambe le Amministrazioni un' interconnesione della rete idrica nonchè mirano alla realizzazione di un SIT ( sistema informativo territoriale ) al fine di gestire in maniera univoca e razionale i servizi tecnologici sotterranei.
SOTTOSISTEMA DEI TRASPORTI
1) Trasporti e Logistica
Tra gli obbiettivi, in questo settore, si prevede il collegamento fra i due centri con la realizzazione di una linea bus interurbana transfrontaliera, inoltre la città di Gorizia propone il collegamento ferroviario tra le due strutture aeroportuali al fine di migliorare il sistema dei trasporti.
In area goriziana il progetto prevede la realizzazione di Magazzini Generali, Centri Direzionali e Show Rooms.
SOTTOSISTEMA CULTURALE/RICREATIVO
1) Cultura
Il progetto prevede che Gorizia si impegni nella restaurazione e conservazione del patrimonio cartaceo, promuovendo, tra l' altro, centri di formazione per la conservazione dei beni archivistici. I dati relativi al patrimonio storico dovranno essere informatizzati. Si promuove la valorizzazione dei siti archeologici ( area del Castello ) e la multimedialità del Museo della prima Guerra Mondiale.
In area slovena gli interventi sono assai superiori rispetto a quelli ricadenti in territorio italiano: ci si concentra sopratutto sulla sistemazione del Cimitero Ebraico, dei Parchi ( Parco del Rafut, Parco della Castagnevizza, Bosco Panovec ), del Castello di Kronberk e di Villa Bartolomei, mentre si promuovono degli interventi di ricognizione archeologica in alcuni siti.
2) Istruzione/Giovani
Per entrambe le città si prospetta la creazione di un percorso che colleghi la parte italiana e slovena dell' Isonzo e per le quali bambini e ragazzi realizzino del materiale didattico – informativo a supporto di visite guidate. Un altro progetto comune è "Tolomeo" che mira ad un' educazione al territorio per bambini e ragazzi da 5 a 14 anni prevedendo attività estive ed aree verdi attrezzate.
Il progetto Mostovna si delinea come la possibilità di creare, nel comune di Nova Gorica, un centro che possa essere un ritrovo per i giovani sia italiani che sloveni.
3) Sport
Valorizzazione di siti sportivi al fine di accogliere manifestazioni internazionali.
4) Università
Creazione di strutture a carattere universitario al fine di garantire una professione internazionale.
SOTTOSISTEMA AMBIENTALE
1) Urbanistica
Il progetto prevede un collegamento delle due strutture urbane al fine di razionalizzare l' uso del territorio per mezzo di una cartografia comune, di una pianificazione univoca delle due parti dell' Isonzo, della costituzione di un parco transfrontaliero tra i tre colli urbani ( colle del Castello, del Seminario e della Castagnevizza ) ed infine si prevede la pianificazione congiunta della viabilità.
2) Ambiente
In base alle previsioni del progetto Gorizia deve adeguare gli standard per gli impianti fognari a quelli europei, mentre Nova Gorica deve impegnarsi a rafforzare il sistema fognario e installare un depuratore.
SOTTOSISTEMA ISTITUZIONALE
1) Terziario Istituzionale
Il progetto prevede la creazione di un Ufficio di Collegamento e Riferimento al fine di coordinare l'attività delle due città.
Gli obiettivi del "Progetto di Riconciliazione tra gli abitanti di Gorizia (I) e Nova Gorica (Slo)" mirano ad un rilancio economico e sociale di tutta l'area occupata dai tre comuni con l' intento specifico di poter attrarre non solo delle attività industriali, artigianali e commerciali ma di rivitalizzare i flussi turistici che interessano la zona.
Gli intenti di coloro che hanno partecipato a questa iniziativa sono del tutto meritevoli, ma, purtoppo, talvolta la realtà con le sue difficoltà, tecniche e non, limita eccessivamente le prospettive dei pianificatori.
Di tutte le iniziative previste soltanto alcune sono state avviate non senza difficoltà di cui sicuramente la più importante, dal punto di vista ambientale, è la realizzazione del depuratore transfrontaliero.
Il progetto auspicava la realizzazione di un depuratore comune alle tre Amministrazioni limitrofe, purtroppo, però, le risorse stanziate hanno consentito soltanto l'adeguamento del vecchio depuratore, mentre non hanno risolto i problemi di inquinamento ( il torrente Corno, che nasce in Slovenia ed entra in Italia, all'interno dell'abitato di Gorizia, trasporta i liquami di Nova Gorica, che lo usa come recettore finale dei propri scarichi civili ed industriali non trattati ). Un recente articolo pubblicato sul Messaggero Veneto ( giovedì, 4 maggio 2006 ) riporta una sollecitazione fatta dal Wwf: "Bisogna far ripartire il lavoro di progettazione e realizzare al più presto un adeguato depuratore, meglio se transfrontaliero. Intanto l'Isonzo, con il suo ambiente naturale unico, continua a essere avvelenato. Oltreutto questo grande corso d'acqua potrebbe rappresentare un' importante risorsa turistico – economica, una risorsa che altri avrebbero già da tempo adeguatamente sfruttato". Intanto anche i vicini sloveni hanno cambiato idea e deciso di realizzare un depuratore per contro proprio.
E' evidente che dopo una decina d'anni dall' avvio del dialogo tra le Amministrazioni slovene e quella italiana ben poco sia stato fatto, i progetti venivano avviati ma dopo un breve lasso di tempo essi si bloccavano forse per problemi di tipo finanziario, burocratico e d'incompatibilità normativa ( si auspica che le cause non siano di tipo sociale ).
Se sino ad oggi si sono ottenuti scarsi risultati e il dialogo è andato affievolendosi, si rimane nella speranza di una ripresa delle trattative. Il caso del depuratore rende attuali queste tematiche, esso dovrebbe far ulteriormente riflettere i pianificatori di entrambe le nazioni poichè sì siamo due diverse realtà ( per quanto concerne la lingua, la cultura... ) ma abbiamo un territorio in comune che dobbiamo tutelare non solo con lo scopo di salvaguardare la parte di esso che ci riguarda, ma con lo specifico intento di una gestione congiunta al fine di non nuocere a noi stessi e ai nostri vicini di casa e allo stesso tempo garantire una continuità territoriale paesaggistica e degli insediamenti ma soprattutto della viabilità. Questi sono i principi cardini seguiti per la redazione del PRGC di Gorizia i cui contenuti fanno riferimento a specifiche opere di tipo transfrontaliero.
Bibliografia:
"Prospetto Riepilogativo dei Costi e delle Idee di Progetto".
"Documento trilaterale" ( 12 novembre 1999).
"Il caso europeo delle due città contigue di Gorizia e Nova Gorica" ( intervento dell' ex assessore del Comune di Gorizia dott. Gerardo Amirante alla I Convention nazionale degli Assessori alle Politiche Comunitarie svoltasi a Palermo).
Consultazione internet
"Il Messaggero Veneto"
"Norme Tecniche di Attuazione" (1997)
Intervento presso la camera dell' Onorevole Alessandro Maran (Seduta n. 586 del 15/2/2005
lunedì 18 luglio 2011
RISALITA AL CASTELLO DI GORIZIA: PROPOSTE “ECOSOSTENIBILI” DAL PASSATO
GORIZIA, DAL 1001 ALLE SOGLIE DELL’800
In un documento datato 28 aprile 1001 appare per la prima volta il nome della “villa di Gorizia” (o Comes Goricie), all’epoca non esistevano gli strumenti urbanistici atti ad organizzare la “villa”, ma da fonti storiche si può ipotizzare che il territorio consistesse in una serie di abitazioni sparse, separate da terreni agricoli o al più dai giardini dei nobili.
La città di Gorizia comincia a svilupparsi a partire dai versanti della collina dove v abitavano i funzionari di corte: questa rappresenta quella parte che viene chiamata “Città Alta” o “Castellum Inferius” la quale è separata dalla “Città Bassa” o “Villa” per mezzo d’una cinta muraria ubicata ai piedi del colle, questa successivamente verrà sostituita con un fossato che raccoglieva le acque di falda denominato “grapa”.
Nel XV secolo continua lo sviluppo urbano.
Nel 1400 si accompagna allo sviluppo urbano l’instaurazione di nuovi servizi collettivi come ad esempio il municipio, l’ospedale e le reti fognarie. La popolazione comincia sensibilmente ad aumentare a cause dell’ immigrazione che inaugura, quindi, un momento di espansione urbanistica che verrà interrotto dallo scoppio delle guerre tra austriaci e veneziani e riprenderà solo dopo di esse.
Si sviluppa la piazza Vittoria, riconoscibile dalla caratteristica forma triangolare il cui ruolo assume nuove funzioni come per esempio quella di luogo per il mercato e per gli spettacoli.
Alla fine del ‘600 la città è divisa in due nuclei principali:
area delimitata dalla grapa;
area a nord della grapa (comprendente piazza Vittoria, piazza de Amicis, via Ascoli e la Braida Vaccana)
sono poi riconoscibili altri tre nuclei minori:
Borgo S. Rocco;
Borgo Carinzia;
Borgo Piazzutta;
I borghi a quell’epoca, ma anche nelle successive, risultavano separati ed indipendenti dal tessuto urbano.
Tra la fine del XVII secolo e l’inizio del XVIII possiamo riscontrare un certo aumento demografico dovuto soprattutto ad un, seppur modesto, sviluppo industriale in parte conseguenza di ciò è il miglioramento delle condizioni igenico – sanitarie, la migliorata viabilità, in quanto le strade cominciano ad essere pavimentate nonché si instaurano nuove esigenze da parte della popolazione.
Un altro momento di stasi demografica si realizza con le guerre napoleoniche.
Successivamente, nel XIX sec., a queste continua a realizzarsi un lento processo di industrializzazione accompagnato da una forte immigrazione.
Questo fenomeno comporta un evidente squilibrio poiché, secondo i censimenti dell’epoca, all’interno di un’unità edilizia vivevano mediamente dalle 12 alle 15 persone!
In conseguenza di ciò l’Amministrazione comunale incomincia a sentire l’esigenza di intraprendere un’accurata gestione territoriale per mezzo di adeguati strumenti urbanistici, questo si realizzerà a partire dai primi anni del ‘900.
IL PROBLEMA DELLA RISALITA AL CASTELLO
Il problema della risalita al castello venne in particolar modo preso in considerazione nei piani urbanistici di Antonio Lasciac (1856 - 1946) e di Max Fabiani (1865 - 1962). Il primo fu un architetto goriziano formatosi a Vienna che visse e operò per lungo tempo al Cairo. Tra le sue opere “goriziane” possiamo ricordare la fontana a forma di obelisco presente nel Borgo San Rocco e la villa in stile moresco sul colle del Rafut, il secondo, invece, nacque a San Daniele del Carso, si formò a Vienna e lavorò molto a Lubiana. Tra le opere “goriziane” possiamo annoverare la Banca Commerciale Industriale, il restauro del Duomo, il Santuario di Monte Santo, il rifacimento della chiesa parrocchiale di San Giorgio, la Chiesa Metropolitana del Sacro Cuore ed alcune ville.
ANTONIO LASCIAC
Piano regolatore per la città di Gorizia (1906)
Lasciac si pone la risoluzione della viabilità che dalla città conduce al castello: egli prevede una strada che attornia le mura e si dirama radialmente, a partire dai piedi del colle, in altre quattro strade, per questo percorso egli propone delle alberature in modo da arricchire paesaggisticamente detto tracciato.
Proposta di risistemazione del centro storico della città di Gorizia (1917)
In questa ipotesi di piano egli ripropone il sistema viario attorno alle mura del castello dai cui piedi si diramano le strade radiali che vanno a collegare la struttura medievale con la città.
MAX FABIANI
Piano regolatore di ampliamento della città di Gorizia (1921)
Affronta il tema della risalita al castello che in parte risolve come il Lasciac ma approfittando di alcuni diradamenti nell’edificato causati dalla guerra.
Piano regolatore per la città di Gorizia (1950)
In questo piano egli ripropone lo stesso schema di quello del 1921, ma arricchito di alcune nuove previsioni
LUIGI PICCINATO
Piano regolatore generale del 1969
Luigi Piccinato non studia un sistema di risalita al colle, ma il suo piano prescrive per il centro storico (sistema colle - piazza Vittoria) il divieto di alterare il valore ambientale. Gli interventi (di conservazione e risanamento) possono svolgersi solo in seguito ad indagini urbanistiche, edilizie e socio – economiche. E’ evidente, pertanto, che l’architetto, per questa zona pensa in un’ottica conservativa.
STUDIO ASSOCIATO GREGOTTI
Piano regolatore generale per la città di Gorizia (2001)
Si tratta del Piano Regolatore attualmente vigente che mette in risalto il fatto che le indagini geologiche hanno messo in risalto i caratteri del territorio che risultano particolarmente fragili, alcune di queste aree possono essere localizzate nel tratto meridionale dell’Isonzo (soggetto ad esondazioni) ed altre in prossimità dei versanti dei colli.
Il piano, inoltre, individua quattro condizioni operative:
la “città da non costruire”: rappresenta tutte quelle zone in cui i caratteri ambientali devono essere salvaguardati e per le quali il piano pone divieto assoluto di costruzione (aree collinari del Collio, il colle del castello…);
il “patrimonio da tramandare”: rappresenta tutto l’insieme dei caratteri ambientali, storici, culturali ed architettonici la cui conservazione è di importanza rilevante per l’identità della città di Gorizia (di cui faceva parte, ahimè, l’ormai demolita e famosa casetta di via Franconia);
La “città da migliorare”: rappresenta l’aggregato urbano esistente che, in particolar modo, necessita soprattutto all’interno delle aree periferiche, di interventi di riqualificazione;
La “città da trasformare”: rappresenta la parte di piano che delinea i nuovi assetti della città con una prospettiva d’integrazione italo – slovena.
BIBLIOGRAFIA:
Estratto da Borc San Roc n° 13 – 2001: Dalla “Nizza austriaca” alla “città Ponte” – Luisa Codellia e Antonello Cian;
Gorizia: sviluppo ed esperienze di pianificazione – Enzo Spagna (1972 – 1973);
Max Fabiani Architetto – Marco Pozzetto (1966);
Pubblicazione del comune di Gorizia, maggio 2002 – Gorizia 2001, Nuovo piano regolatore generale;
Pubblicazione di Luisa Codellia e Federico Grazianti relativa alla storia della pianificazione territoriale della città di Gorizia;
martedì 18 maggio 2010
Un nuovo web space/1
Viviamo in un'epoca storica dove l'informazione dovrebbe essere il più libera possibile e non privilegio di pochi...però, purtroppo, spesso non ciò non accade...Spesso la "cultura tradizionale" (se così la vogliamo chiamare) la possiamo ritrovare per lo più su libri e riviste specializzate che non tutti possono permettersi! C'è anche però una questione ecologica da non sottovalutare: l'informazione digitale ci consente di risparmiare un sacco di carta! Ed ecco che nasce la mia piccola idea...dopo tante sofferenze alla vana ricerca su internet di contenuti che potessero essere utili alla mia formazione/professione ho dovuto necessariamente ricorrere creandoli io stessa...con non pochi sacrifici di tempo...Ma il lavoro è stato certamente produttivo.
Vi riporto in sintesi tutto ciò che potrete trovare all'interno di questo sito. Nella barra di sinistra troverete la sezione "Concorsi Pubblici per geometri in Friuli Venezia Giulia" che raccoglie tutte le norme edilizie ed urbanistiche necessarie per consentire il superamento delle prove di selezione (vi assicuro che a me sono stati davvero utili :D ), nella sezione "Politica del Territorio" troverete alcuni dei miei lavori degli anni universitari che vi potranno tornare utili se siete studenti di Architettura o di Pianificazione Territoriale, vi è poi la sezione "Letture", forse dal nome improprio, ma raccoglie delle schede di sintesi di alcuni importanti testi d'Architettura (utilissime quando non si ha molto tempo!), infine, nell'ultima categoria denominata "Interventi Pubblici" troverete del materiale che ho preparato in occasione di convegni e conferenze.
Ma il mio sito non è solo questo: sempre a sinistra troverete una finestra con due tab: la prima si riferisce alle news aggiornate in tempo reale del Gruppo Archeologico Goriziano e la seconda riporta tutte le notizie del mio blog personale che viene aggiornato con una certa frequenza periodica e pertanto sicuramente più dinamico di questo spazio che rimane semplicemente un luogo di condivisione di documenti.
Spero che il materiale condiviso possa tornarvi utile...in un modo o nell'altro!
Ciao!!!