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lunedì 18 luglio 2011

RISALITA AL CASTELLO DI GORIZIA: PROPOSTE “ECOSOSTENIBILI” DAL PASSATO

GORIZIA, DAL 1001 ALLE SOGLIE DELL’800


In un documento datato 28 aprile 1001 appare per la prima volta il nome della “villa di Gorizia” (o Comes Goricie), all’epoca non esistevano gli strumenti urbanistici atti ad organizzare la “villa”, ma da fonti storiche si può ipotizzare che il territorio consistesse in una serie di abitazioni sparse, separate da terreni agricoli o al più dai giardini dei nobili.

La città di Gorizia comincia a svilupparsi a partire dai versanti della collina dove v abitavano i funzionari di corte: questa rappresenta quella parte che viene chiamata “Città Alta” o “Castellum Inferius” la quale è separata dalla “Città Bassa” o “Villa” per mezzo d’una cinta muraria ubicata ai piedi del colle, questa successivamente verrà sostituita con un fossato che raccoglieva le acque di falda denominato “grapa”.

Nel XV secolo continua lo sviluppo urbano.

Nel 1400 si accompagna allo sviluppo urbano l’instaurazione di nuovi servizi collettivi come ad esempio il municipio, l’ospedale e le reti fognarie. La popolazione comincia sensibilmente ad aumentare a cause dell’ immigrazione che inaugura, quindi, un momento di espansione urbanistica che verrà interrotto dallo scoppio delle guerre tra austriaci e veneziani e riprenderà solo dopo di esse.

Si sviluppa la piazza Vittoria, riconoscibile dalla caratteristica forma triangolare il cui ruolo assume nuove funzioni come per esempio quella di luogo per il mercato e per gli spettacoli.

Alla fine del ‘600 la città è divisa in due nuclei principali:

  • area delimitata dalla grapa;

  • area a nord della grapa (comprendente piazza Vittoria, piazza de Amicis, via Ascoli e la Braida Vaccana)


sono poi riconoscibili altri tre nuclei minori:

  • Borgo S. Rocco;

  • Borgo Carinzia;

  • Borgo Piazzutta;


I borghi a quell’epoca, ma anche nelle successive, risultavano separati ed indipendenti dal tessuto urbano.

Tra la fine del XVII secolo e l’inizio del XVIII possiamo riscontrare un certo aumento demografico dovuto soprattutto ad un, seppur modesto, sviluppo industriale in parte conseguenza di ciò è il miglioramento delle condizioni igenico – sanitarie, la migliorata viabilità, in quanto le strade cominciano ad essere pavimentate nonché si instaurano nuove esigenze da parte della popolazione.

Un altro momento di stasi demografica si realizza con le guerre napoleoniche.

Successivamente, nel XIX sec., a queste continua a realizzarsi un lento processo di industrializzazione accompagnato da una forte immigrazione.

Questo fenomeno comporta un evidente squilibrio poiché, secondo i censimenti dell’epoca, all’interno di un’unità edilizia vivevano mediamente dalle 12 alle 15 persone!

In conseguenza di ciò l’Amministrazione comunale incomincia a sentire l’esigenza di intraprendere un’accurata gestione territoriale per mezzo di adeguati strumenti urbanistici, questo si realizzerà a partire dai primi anni del ‘900.


IL PROBLEMA DELLA RISALITA AL CASTELLO


Il problema della risalita al castello venne in particolar modo preso in considerazione nei piani urbanistici di Antonio Lasciac (1856 - 1946) e di Max Fabiani (1865 - 1962). Il primo fu un architetto goriziano formatosi a Vienna che visse e operò per lungo tempo al Cairo. Tra le sue opere “goriziane” possiamo ricordare la fontana a forma di obelisco presente nel Borgo San Rocco e la villa in stile moresco sul colle del Rafut, il secondo, invece, nacque a San Daniele del Carso, si formò a Vienna e lavorò molto a Lubiana. Tra le opere “goriziane” possiamo annoverare la Banca Commerciale Industriale, il restauro del Duomo, il Santuario di Monte Santo, il rifacimento della chiesa parrocchiale di San Giorgio, la Chiesa Metropolitana del Sacro Cuore ed alcune ville.


ANTONIO LASCIAC

Piano regolatore per la città di Gorizia (1906)


Lasciac si pone la risoluzione della viabilità che dalla città conduce al castello: egli prevede una strada che attornia le mura e si dirama radialmente, a partire dai piedi del colle, in altre quattro strade, per questo percorso egli propone delle alberature in modo da arricchire paesaggisticamente detto tracciato.


Proposta di risistemazione del centro storico della città di Gorizia (1917)


In questa ipotesi di piano egli ripropone il sistema viario attorno alle mura del castello dai cui piedi si diramano le strade radiali che vanno a collegare la struttura medievale con la città.



MAX FABIANI

Piano regolatore di ampliamento della città di Gorizia (1921)


Affronta il tema della risalita al castello che in parte risolve come il Lasciac ma approfittando di alcuni diradamenti nell’edificato causati dalla guerra.


Piano regolatore per la città di Gorizia (1950)


In questo piano egli ripropone lo stesso schema di quello del 1921, ma arricchito di alcune nuove previsioni


LUIGI PICCINATO

Piano regolatore generale del 1969


Luigi Piccinato non studia un sistema di risalita al colle, ma il suo piano prescrive per il centro storico (sistema colle - piazza Vittoria) il divieto di alterare il valore ambientale. Gli interventi (di conservazione e risanamento) possono svolgersi solo in seguito ad indagini urbanistiche, edilizie e socio – economiche. E’ evidente, pertanto, che l’architetto, per questa zona pensa in un’ottica conservativa.


STUDIO ASSOCIATO GREGOTTI

Piano regolatore generale per la città di Gorizia (2001)


Si tratta del Piano Regolatore attualmente vigente che mette in risalto il fatto che le indagini geologiche hanno messo in risalto i caratteri del territorio che risultano particolarmente fragili, alcune di queste aree possono essere localizzate nel tratto meridionale dell’Isonzo (soggetto ad esondazioni) ed altre in prossimità dei versanti dei colli.

Il piano, inoltre, individua quattro condizioni operative:

  1. la “città da non costruire”: rappresenta tutte quelle zone in cui i caratteri ambientali devono essere salvaguardati e per le quali il piano pone divieto assoluto di costruzione (aree collinari del Collio, il colle del castello…);

  2. il “patrimonio da tramandare”: rappresenta tutto l’insieme dei caratteri ambientali, storici, culturali ed architettonici la cui conservazione è di importanza rilevante per l’identità della città di Gorizia (di cui faceva parte, ahimè, l’ormai demolita e famosa casetta di via Franconia);

  3. La “città da migliorare”: rappresenta l’aggregato urbano esistente che, in particolar modo, necessita soprattutto all’interno delle aree periferiche, di interventi di riqualificazione;

  4. La “città da trasformare”: rappresenta la parte di piano che delinea i nuovi assetti della città con una prospettiva d’integrazione italo – slovena.


BIBLIOGRAFIA:

  • Estratto da Borc San Roc n° 13 – 2001: Dalla “Nizza austriaca” alla “città Ponte” – Luisa Codellia e Antonello Cian;

  • Gorizia: sviluppo ed esperienze di pianificazione – Enzo Spagna (1972 – 1973);

  • Max Fabiani Architetto – Marco Pozzetto (1966);

  • Pubblicazione del comune di Gorizia, maggio 2002 – Gorizia 2001, Nuovo piano regolatore generale;

  • Pubblicazione di Luisa Codellia e Federico Grazianti relativa alla storia della pianificazione territoriale della città di Gorizia;




2 commenti:

cooksappe ha detto...

grazie per le info! :D

FriulMade ha detto...

di niente! ho dato un'occhiata al tuo blog e mi pare molto interessante e particolare!Complimenti!

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