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venerdì 29 aprile 2011

MAPPE CURIOSE


Frank Jacobs è un curioso personaggio appassionato di mappe. Perchè curioso? Del resto la cartografia già di per sé è un hobby strano, ma lui l'ha reso ancora più particolare.
Amante delle mappe sì, ma non di quelle convenzionali. Egli colleziona tutte le mappe più strane, sia vere che artefatte, e le riporta e commenta sul proprio blog già dal 2006. Egli stesso ha creato una mappa dal titolo "US States Renamed For Countries With Similar GDPs" visitata più di 587.000 volte dagli internauti. Si tratta di una mappa nella quale egli sostituisce i nomi dei singoli stati degli Stati Uniti con i nomi di quei paesi del mondo che presentano un indicatore economico simile.
Il blog è divenuto talmente importante che la “Penguin” ha pubblicato nel 2009 un libro dal titolo “Strange Maps: An Atlas of Cartographic Curiosities”, scritto dallo stesso Frank Jacobs, che raccoglie le mappe più curiose.
Perchè ho fatto questo breve post? A dimostrare che la cartografia non è solamente una disciplina che qualcuno potrebbe ritenere noiosa, ma se ci aggiungiamo un pizzico di fantasia ecco che nuovi mondi si materializzano (anche se solo sulla carta o nella nostra mente) mondi mitici e meravigliosi.
Vi invito, pertanto, a visitare il blog di Frank Jacobs (http://bigthink.com/blogs/strange-maps) poiché vi troverete davvero molte curiosità cartografiche quali terre a forma di teschio, di animali, di donne gravide e molto altro ancora.

martedì 26 aprile 2011

Max Fabiani e la filosofia

Nasce a Kobdili nel 1865 e muore a Gorizia.
Parlava correntemente italiano, tedesco e sloveno.
Si è formato a Vienna dove divenne professore al Politecnico.
In Italia si occupa delle ricostruzioni del dopoguerra nell'isontino, rinunciando alla carriera viennese.
Chiude l'ufficio ricostruzioni e rimane senza lavoro. Si occuperà quindi di altri edifici (quello dei Ferrari, etc.).
Max Fabiani era una figura poliedrica che si dilettava a dipingere, si occupava di urbanistica e di filosofia.
Dipinse una serie di cartoline.
Il Narodni Dom di Trieste era stato bruciato dagli squadristi. Max Fabiani aveva chiesto di eseguire il restauro che però glo era stato negato a causa delle sue origini slovene.
Ebbe una fitta corrispondenza di cartoline con la pittrice Nera Gatti.
Tra le sue opere ricordiamo Casa Bamberg a Lubiana, il primo PRGC che realizza è a Bielitz (solo dopo quello di Gorizia e Lubiana), la casa slovena a Gorizia che l'ha reso noto perché era un organismo polifunzionale (c'erano uffici, il teatro, etc). L'edifio era stato costruito proprio dinnanzi alla sala consiliare del Comune costruendolo più alto (una sorta di rivalsa).
L'edificio venne gravemente danneggiato dai bombardamenti e vi fu anche un incendio.
Nel periodo fascista divenne la casa del fascio.
Il Comune attuale, invece, era casa dei Richter dal 1850 ai primi del '900.
Realizzò un osservatorio astronomico - cinema a Vienna, la casa Hribar a Lubiana.
"Acma - l'anima del mondo" del 1946 è un suo trattato di filosofia che ha aggiornato fino al 1958, stampato su carta riciclata.
C'è stata una riedizione in sloveno ed ora si spera di riuscire a pubblicarlo anche in italiano.
Nella sua vita ha modo di pensare sul continuo cambiamento infinitesimale degli individui.
Regala questo libro a amici e conoscenti, ma temendo di non essere compreso lo ritira e lo manda al macero.
Il prof. Pozzetto recuperò il libro e lo riprese nei suoi lavori.
Ad Acma segue la seconda edizione, Acma II ed infine Acma58.
Acma è una storpiatura di Atman (l'anima del mondo).
Esprime l'infinitesimale come qualcosa di infinitamente piccolo.
L'individuo è per lui un elemento non solo una persona.
Il cambiamento continuo sta alla base della vita. Attraverso questo processo l'Acma trasforma l'individuo.
Secondo lui ogni individuo ha delle radioemanazioni (ad esempio scambi culturali).
Lui usa le nuove teorie della fisica in forma di metafora.
Ha un approccio olistico ai fenomeni della vita.
Il Tema del Campanile serve a dimostrare che ogni popolo ha una propria mentalità (concettosi campanileitaliano, tedesco, slavo, etc.).
La società etica ha bisogno di spazi pubblici.
La sua casa di San Daniele venne distrutta nella seconda guerra mondiale.
Ritiene necessario intervenire attraverso l'assimilazione delle etnie e un miglioramento delle condizioni delle donne.
Si è occupato anche di casa Ferrari a San Daniele del Carso.
Casa Bartoli a Trieste è opera sua.

Fonte: lezione d.d. 26.04.2011 dell' arch. Kuzmin c/o UNI3

domenica 17 aprile 2011

Storia dell' abitato di San Canzian d'Isonzo

Prima dell' arrivo dei romani, e la deduzione della colonia di Aquileia nel 181 a.C., l'abitato di San Canzian, probabilmente era costituito da insediamenti sparsi di istri e celti.
I romani si resero conto che la posizione era ottimale per i traffici commerciali poiché da qui passava la via dell'ambra che dalle regioni baltiche attraversava l'Europa orientale e quella centrale.
In epoca romana Aquae Gradatae (questo era l'antico toponimo la cui probabile memoria si riscontra nell'attuale borgo Grodate e che si riferirebbe alla presenza di acqua o comunque di uno scalo commerciale a sua volta rapportabile con i Santi Canziani protettori dalle alluvioni e dagli incendi) era un territorio rurale di pertinenza di Aquileia. La parte rurale era stata centuriata: la centuria non era solo una suddivisione patrimoniale del territorio, ma anche sociale. Infatti i romani avevano pensato che se avessero dato ai soldati che avevano partecipato alla conquista dei nuovi territori, dei latifondi, i popoli autoctoni avrebbero avuto da lavorare e pertanto sarebbero stati grati ai nuovi dominatori.
Il territorio di San Canzian era costituito da ville romane rustiche sparse qua e là. La villa rustica romana era suddivisa in due parti: una parte destinata alla residenza della famiglia e una parte produttiva, pertanto i caratteri architettonici della villa dipendevano dalla produzione che in essa veniva effettuata. Sappiamo, ad esempio, che tra San Canzian e Begliano esistevano delle fornaci poiché i terreni erano particolarmente argillosi (tre fornaci sono state ritrovate anche a San Pier d'Idonzo durante la realizzazione di cantine di alcuni privati) probabilmente in queste zone vi erano anche dei porporai che producevano la porpora.
Verso il Carso le ville erano specializzate nella coltivazione dell'Ulivo, mentre nella zona del Lisert abbiamo attività ittiche.
San Canzian si collegava ad Aquileia attraverso la via Gemina. A quell'epoca le sepolture avvenivano all'esterno dell'urbe, infatti abbiamo evidenza del fatto che tutte le sepolture si susseguivano lungo la via Gemina e più era grande l'appezzamento di una famiglia, più quest'ultima poteva dare mostra di sè. Le famiglie più importanti, inoltre, avevano posizionato le loro tombe vicino all'ingresso della città.
San Canzian d'Isonzo, in epoca romana, doveva essere ben più vivace di come la vediamo oggi ed è proprio la presenza di sepolcreti gentilizi lungo la via Gemina che ci conferma l'importanza di questo abitato.
L'importanza di San Canzian è attestata dalla presenza in età tardoantica di due complessi residenziali importantissimi, di cui uno è stato ricoperto dagli edifici soprastanti e l'altro da una vigna. Il ritrovamento di un corredo di un bambino di alto lignaggio fa pensare che qui vivessero persone illustri. San Canzian è stato citato nell'antichità come "vicus", ovvero un centro abitato secondario gravitante attorno ad Aquileia.
Negli anni '60 il Mirabella Roberti ha effettuato le prime campagne di scavo. Supportato dalle fonti letterarie che attribuivano a questo luogo la passio dei martiri canziani, fu in grado di individuarne le tombe proprio a lato della parrocchiale. Emersero tre scheletri parziali: due uomini e una donna. Le ossa vennero analizzate e la datazione riportava all'incirca al IV sec. d.C.
Ma chi erano i martiri canziani?
Canzio, Canziano e Canzianilla era tre nobili romani che a causa delle persecuzioni di Diocleziano del 303 decisero di riparare ad Aquileia assieme al loro pedagogo Proto, dove li attendeva il vescovo e amico Crisogono.
In queste zone, infatti, fino ad allora, non vi erano state le persecuzioni dei cristiani.
Pare che le persecuzioni fossero state avviate in quanto, a causa della nuova religione, vi erano sempre meno offerte alle divinità (offerte che venivano rilevate dall'impero). Allora, essendoci una diminuizione delle entrate, c'era la necessità di far abiurare soprattutto i nobili affinché continuassero a fare offerte agli dei e quindi a rimpinguare le casse dello Stato. Molti di questi continuavano a praticare il cristianesimo in segreto anche se pubblicamente davano a vedere di essere politeisti.
Una volta giunti ad Aquileia, i tre fratelli, vennero a sapere che Crisogono era stato martirizzato ad Aquae Gradatae, allora decisero di seguire il suo destino e si recarono in questo luogo dove furono sorpresi dall'esercito romano mentre pregavano pubblicamente sul luogo del martirio del vescovo. Venne chiesto loro di abiurare, ma essi si rifiutarono e vennero a loro volta martirizzati.
Oggi le loro reliquie (probabilmente le uniche in Italia ad essere autentiche) si trovano incastonate nell'altare maggiore della Parrocchiale, il cui edificio, del 1593, sorge sui resti prima di una basilica paleocristiana e poi di una chiesa medievale, come attesta la madonnina che si trova sulla facciata.
Il perimetro della basilica paleocristiana, individuato nella piazzetta antistante, misurava 16x32m. Questo edificio ebbe due fasi costruttive: la prima del IV sec., si caratterizza per pavimenti musivi costituiti da forme quadrate ed esagonali, mentre la seconda, del V sec., si caratterizza per mosaici più elaborati.
La chiesa non è mai stata scavata, ma c'è l'idea per il futuro, di scavare l'area esterna alla stessa.
Sempre all'interno della Parrocchiale vi sono i frammenti della lapide ritrovati sopra la tomba dei santi, un meraviglioso trittico del Secante, un artista molto importante del rinascimento e due crocifissi lignei di magnifica fattura.
Presso l'Antiquarium Cantianensis è possibile oggi ammirare una raccolta degli oggetti più importanti rinvenuti negli scavi degli anni '60 tra cui i pavimenti musivi della basilica paleocristiana, alcune iscrizioni (compresa quella che ricorda il martirio di San Proto) e oggetti di vita quotidiana (un'anfora, degli orecchini, dell'intonaco derivante dalla chiesa di San Proto del IV secolo, etc.).
Ma la storia di San Canzian è legata anche ad un manufatto: l'evangelario di San Marco. Questo Evangelario, le cui parti si trovano a Cividale, Vienna e Venezia, venne studiato da un paleografo Udinese che dedusse che questo testo, considerato autografo, si trovasse in un monasterium a San Canzian d'Isonzo. La traduzione della parola Latina "monasterium" risulta vaga se non inserita in un contesto, pertanto non possiamo sapere di che strutture si trattasse. Probabilmente si trattava di edifici destinati all'accoglienza dei pellegrini i quali, dopo una generosa offerta, avevano il diritto di porre una firma vicino a quella di San Marco e di guadagnarsi un posto in paradiso.
Se della San Canzian romana sappiamo poco, di quella di epoca medievale sappiamo ancora meno. Sta di certo che le invasioni dei barbari non hanno provocato devastazioni perchè la Basilica preromana si trovava già sottoterra.
Lungo l'antica via Gemina (oggi via Romana), che passa a pochi metri dalla Parrocchiale, vi ritroviamo la chiesa di San Proto. Su quel sito, a partire dal IV sec. d.C., si sono succeduti ben quattro edifici di culto dedicati al santo.
Per quanto riguarda gli scavi del 2009, questi hanno messo in luce tre scheletri: una ragazzina la cui età è stata stimata tra i dodici e i quattordici anni e la probabile causa di morte è stata la tubercolosi (vi sono dei fori su tutte le ossa), un uomo tra i quarantacinque e i cinquantacinque anni, dalla muscolatura possente ed infine presumibilmente una neonata di cui però, purtroppo, non è stato possibile capire se fosse morta durante il parto o nelle prime due settimane di vita.
Negli ultimi scavi nel 2010 è stata rinvenuta ancora una tomba che tuttavia è stata messa in luce solo parzialmente.
Poco distante dalla Parrocchiale si trova la "rotonda di Santo Spirito", edificio del XI o XII sec. adibito a battistero.

Fonti:
- visita guidata (16.04.2011) - Alessandra Gargiulo e Desiree Dreos (Società Friulana di Archeologia);
- "Itinerari turistico - archeologici del Friuli Venezia Giulia" - Società Friulana di Archeologia;

mercoledì 6 aprile 2011

Una firma per la nostra Terra

Il nostro pianeta è in serio pericolo e di ciò ne abbiamo l'evidenza quasi ogni giorno, ma un modo per aiutarlo c'è.
Innanzi tutto si deve instaurare una coscenza collettiva di ciò che sta avvenendo e naturalmente bisogna educarsi al rispetto e al risparmio per l'ambiente. Non solo dobbiamo cambiare il nostro modo di fare, ma anche agire.
Qualche giorno fa è stato approvato il Decreto Romani, tristemente conosciuto come "Decreto Ammazza Rinnovabili" in sostanza ha chiudo il 3 conto energia che incentivava i possessori di pannelli fotovoltaici. Questo fatto, oltre a mandare sull'astrico un settore di mercato in forte espansione, fa sì che gli utenti non saranno più incentivati all'acquisto e installazione di pannelli fotovoltaci, eliminando così l'utilizzo di un'energia rinnovabile che dovrebbe essere incrementato e NON ammazzato.
Per questo chiedo uno sforzo a tutti voi: vi prego di firmare l'appello di SOS rinnovabili che sin dall'entrata in vigore si è attivato per chiedere una revisione del Decreto.
Questo è il link: firmare è importante sia per noi che per i nostri figli!
http://www.sosrinnovabili.it/appello.htm

Roberta

lunedì 4 aprile 2011

Week end primaverile

Lo so: è da molto che non scrivo, quindi oggi colgo l'occasione di avere un attimo di tempo per farlo.
Anche nella "ridente" cittadina di Gorizia è giunta la primavera. Peccato solo che il tempo si stia guastando. Ad ogni modo non mi è stato possibile non cogliere i primi raggi di sole, così sabato ho deciso di godermi il mio fazzoletto di verde immergendomi in piacevoli letture e in rilassanti saluti al Sole. Tutto bellissimo e meraviglioso, a parte il lato sinistro del mio corpo dal colorito di un'aragosta!
Ma anche per i bruciori c'è stata un'ottima soluzione domacia per la serata: della serie "bevi, che ti passa" (si sa che i proverbi sono delle sacrosante realtà!) e così naturalmente ho fatto e tra uno spritz bianco e l'altro il bruciore è scomparso (salvo ripresentarsi il giorno successivo).
Durante la domenica ho accumulato tutta l'attività sportiva di un anno (di un mio anno, s'intende). E così dopo due ore di piscina (senza riposino pomeridiano di almeno due ore!) l'allegra combriccola composta da Leo (mio moroso), Alessia e me si è diretta verso il Sabotino nel tentativo (riuscitissimo) di raggiungere le rovine trecentesche del Convento di San Valentino.
Appagato lo spirito archeologico, come non poter appagare anche lo spirito di vino? Detto, fatto! Lo spritz con il midori era la bevanda perfetta anche se dal colore vagamente "radioattivo" (verde fluo).
All'abbeveraggio è seguito un giro perla gran festa di primavera, che più che un'esposizione di piante mi pareva un'esposizione di cibo!
Non ancora contenti, Leo ed io, ci siamo recati al cinema a vedere un film di alto livello culturale: "Hop", ovvero la storia del coniglietto Pasquale che al posto della cacchina (si può dire?) produce delle gustosissime caramelle! Bellissimo!
Fatto questo si erano fatte le 22 e forse, dopo una giornatina, così intensa era il caso di coricarsi in vista della nuova settimana.

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