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lunedì 29 settembre 2008

On line l’accesso gratuito al patrimonio cartografico regionale: Dal 29 settembre è in vigore il DPR n° 0174/Pres

Oggi cito testualmente un articolo trovato nella homepage della Regione Friuli Venezia Giulia. Finalmente il patrimonio cartografico regionale è stato liberalizzato ed è disponibile in maniera gratuita a tutti gli utenti. Finalmente un altro passo in avanti verso la libera informazione geografica!
Finalmente un momento degno di nota!
Lascio a Voi pensare le innumerevoli applicazioni che si potranno fare con le cartografie messe a disposizione della Regione.

La Regione Friuli Venezia Giulia ha scelto di rendere accessibili gratuitamente le cartografie numeriche regionali: ciò consente una maggiore diffusione di utili strumenti di lavoro per gli Enti Locali, i professionisti, gli studenti e per tutti i coloro che desiderano approfondire la conoscenza del territorio. Con la pubblicazione on line delle nuove funzionalità per la localizzazione, visualizzazione e download dei file delle cartografie regionali e per la localizzazione dei fotogrammi aerei, si permette l’accesso semplice, veloce e gratuito al patrimonio informativo cartografico, territoriale ed ambientale dell’amministrazione regionale. I servizi per la ricerca alfanumerica consentiranno l’individuazione delle cartografie mediante criteri di ricerca basati su nome della località o del Comune di interesse, oppure mediante il numero o il nome dell’elemento cartografico. Quelli per la ricerca geografica sfrutteranno le potenzialità di indagine messe a disposizione da una piattaforma WebGIS integrata con il Catalogo dei dati ambientali e territoriali. L’interfaccia consentirà di visualizzare contemporaneamente e su un continuo territoriale le cartografie e i rispettivi quadri di unione, le proiezioni dei fotogrammi prodotti per la restituzione aerofotogrammetria delle carte regionali (con immagini di anteprima), e le banche dati di carattere ambientale e territoriale disponibili, integrando in un’unica interfaccia anche i servizi di download.
link

venerdì 26 settembre 2008

Corso sulla sicurezza

Normalmente quando una qualsiasi persona si reca a seguire un corso di sicurezza sul lavoro si aspetta due ore di interminabili prediche sui DPI, su normative astruse e quant'altro. L'altra sera, giustappunto, sono stata ad uno di questi corsi, ma le mie noiose aspettative sono state tradite da un simpatico ecclettico, con laurea in meccanica e filosofia, che si è messo a raccontare di come la sicurezza sul lavoro non esista da tempi recenti ma già da tempi biblici. E così ci ha fatto presente come alcuni passi della Bibbia si riferiscano a norme "igieniche e di sicurezza". Come quel passo in cui si vieta di mangiare della carne di maiale, o si vieta di abusare della manna (da usarsi in quantità giusta), oppure di quell'altro in cui si prescrive che ad una certa altezza è necessario mettere un parapetto!
Che dire, visto così il corso di sicurezza diventa più interessante!

Convegno sulle Anfore Italiche

intervento del dott. Massimo Fumolo (Società Friulana di Archeologia)

Le anfore italiche venivano realizzate al tornio. Venivano prima create le singole parti (collo, pancia, puntoni e manici) e poi venivano assemblate assieme. Subito dopo avveniva la cottura: prima l'anfora, ormai assemblata, veniva fatta essiccare per 10gg all'aria, poi doveva essere immessa nel forno. I primi 3gg servivano per caricare il forno di anfore (che era costituito da un ambiente a volta di botte e aveva, normalmente, una capacità di 70m3). Questa operazione veniva fatta dai ragazzini che così potevano raggiungere i posti più inaccessibili del forno.
Normalmente in un forno vi stavano 1000 anfore. Per cuocerle erano necessari 60m3 di legna. Nei successivi 3gg del procedimento, che durava in tutto 24gg, le anfore venivano scaricate.
Gli usi erano vari. Esse potevano servire per contenere vino, olio o salse di pesce.
Il vino per i romani, chiamato Merum, era molto pesante in quanto aveva circa 18° di alcool. I romani credevono che bere il vino puro fosse un'usanza da barbari così lo diluivano nell'acqua. La proporzione era 20% di vino e 80% di acqua così da abbassare i gradi alcoolici attorno a 5.
Il vino, così mescolato, prendeva il nome di vinum da cui deriva il nome odierno.
Il vino di alcune parti d'Italia era molto rinomato (Sorrentinum, etc.).
Una variante greca del vino era quella che prevedeva, già durante la preparazione dello stesso, l'imissione di acqua marina. Uno storico ci dà lee indicazioni sull'acqua da scegliere: bisognava prediligere l'acqua più profonda poichè più pulita.
Alla fine del processo c'era la filtratura del composto.
Sappiamo che l'olio d'oliva all'epoca era molto costoso (3 sesterzi era la paga media di una giornata lavorativa). L'olio d'oliva italiano era particolarmente pregiato, quello africano, invece, era di scarsa qualità ed era per lo più impiegato per l'alimentazione delle lucerne.
Al posto dell'olio d'oliva, si preferiva, quindi, utilizzare l'olio di colza o il grasso di suini o bovini.
Il burro era già noto ai romani ma veniva utilizzato per lo più per scopi terapeutici.
Queste anfore dovevano anche contenere le salse di pesce. Gli storici ci ricordano che le salse venivano preparate alternando vari strati di erbe macerate a strati di pesce (intero se piccolo a pezzi se grande) e sale. I pesci più adeguati per tale scopo erano il salmone, lo sgombero, le acciughe, le anguille e i più ricchi usavano come variante l'ostrica.
L'anfora veniva chiusa con tappi di sughero o di ceramica. Il composto veniva fatto riposare all'aperto per una decina di giorni nei primi sette dei quali bisognava mescolare una volta al giorno il composto. Alla fine del processo la salsa veniva filtrata e i vari prodotti che uscivano dall'operazione di filtraggio assumevano denominazioni differenti (quella più famosa è quella del garum, ma una parte del composto era così scarsa di qualità che veniva data da mangiare agli schiavi).
Probabilmente la morfologia delle anfore è funzionale ai metodi di trasporto. In una nave ne stavano anche 10.000! Spesso venivano creati degli strati di sabbia (anche 4 o 5) nei quali venivano interposte le anfore. La funzione del puntone era quella di poter garantire un migliore incastro. Tra un'anfora e l'altra, inoltre, venivano interposte delle fascine in modo tale da evitare il contatto reciproco e quindi la rottura in caso di movimenti accidentali.
Normalmente le anfore più grandi venivano poste al centro della stiva, mentre quelle più piccole a poppa e a prua.
Mediamente un'anfora aveva la capacità di 50l.
Alcuni studiosi si sono occupati della classificazione delle anfore in base alla loro forma tipica e al loro uso. Tali classificazioni sono: dressel e lamboglia.
Le anfore essendo costituite di materiale poroso (argilla con interclusi di quarzo e carbonato di calcio) si impregnavano della sostanza che contenevano e quindi non potevano essere riutilizzate. Spesso quindi venivano gettate via (a Roma esite un monte costituito interamente da questi cocci gettati via!). Con il tempo i romani impararono a riutilizzarle per esempio nelle volte delle cupole ma anche nelle opere di bonifica (abbiamo un esempio di quest'ultimo impiego in un sito a Sevegliano). Le anfore venivano disposte all'interno del suolo con il collo rivolto verso il basso, oppure, per i siti di grande estesione, orizzontalmente (talvota il loro collo veniva spaccato in modo tale che esse potessero essere incastrate le une nelle altre). La funzione era quella di drenare il terrreno.
Anche la manifattura delle anfore subì un declino qualitativo (lo si capisce sostanzialmente dalla presenza di interclusi interi di ghiaia).
L'uso delle anfore avvenne circa fino al VII° - VIII° sec., successivamente vennero definitivamente sostituite dalle botti che tuttavia erano già conosciute ai romani e alle popolazioni celtiche. Vi sono delle raffigurazioni di carri che trasportanto botti e anfore.
In Gallia non vennero mai trovate delle anfore provenienti dal mondo italico in quanto si pensa che la produzione celtica di vino e olio fosse soddisfacente per i propri fabbisogni.
E' stato possibile identificare la provenienza di alcune anfore in quanto portavano il sigillo con il nome della fornace nella quale erano state prodotte. Per quanto riguarda le anfore senza sigillo, gli studiosi hanno cercato di capirne la provenienza in base ai materiali di cui erano costituite ma tale studio è stato incocludente perchè i suoli argillosi della penisola erano sostanzialmente uguali lungo tutto l'adriatico.
Un altro uso delle anfore era quello funerario.

domenica 21 settembre 2008

Medieval dress is (not) comin' so soon!

Dopo un periodo di silenzio, passo casualmente dinnanzi al pc e ne approfitto per postare il bozzetto di vestito medievale che mi accingo a far confezionare dalla sarta. Oddio, credo che per i lunghissimi, folti e morbidi capelli biondi (solo quest'ultima caratteristica mi appartiene) e il fisico slanciato la sarta non potrà fare miracoli, ma per il resto speriamo di sì!
Ora lascio la postazione pc per tornare alla vecchia e buona lettura "analogica"!
Al prossimo post!

venerdì 12 settembre 2008

Aggiornamenti urbanistici

Ieri è cominciato il corso di preparazione all'esame di abilitazione alla professione di geometra. La prima lezione riguardava l'urbanistica. Oltre alle cose che già so, visto il percorso di studi, ho ricevuto aggiornamenti interessanti sull'evoluzione della disciplina urbanistica nella nostra Regione.
In data 09 settembre 2008 è stata pubblicata una proposta di legge che revisiona completamente la L.R. 05/2007. Sostanzialmente la nuova Amministrazione Regionale vuole ritornare alla vecchia L.R. 52/1991 che a detta dei tecnici pare funzionasse molto meglio rispetto al nuovo testo normativo che, di contro, sembra in più parti molto lacunoso.
Anche l'approvazione del PTR si è arrestata per i medesimi motivi ed inoltre è stata persa "congelata" la valenza paesistica.
Anche le ASTER sembra che saranno abolite, mentre, in base alla proposta di legge, dovrebbero essere ripristinati i ruoli pianificatori delle Province.
Da quanto appreso ieri, sembra che l'urbanistica nella nostra Regione sia allo sbando completo.

mercoledì 10 settembre 2008

Io mi formo online (gratuitamente)!

Oggi, si sa, il mondo del lavoro richiede professionalità sempre più qualificate, ma vuoi per mancanza di tempo o di denaro non tutti sempre possono permettersi una formazione adeguata a tali esigenze. Anche da questo punto di vista la grande rete ci viene incontro. Esistono infatti diversi spazi web che mettono a disposizione gratuitamente dei corsi (anche piuttosto settoriali talvolta!) accessibili semplicemente per mezzo di una comune iscrizione e pensate che taluni rilasciano persino l'attestato di partecipazione!
Io che amo la cultura libera mi sono messa subito alla ricerca di spazi web che offrono questi servizi, ed ecco i risultati suddivisi per tema:

CULTURA GENERALE (informatica, lingue, etc.)
- microcosmi;
- xformare;
- italia.gov.it;

TELERILEVAMENTO
- Planetek italia;

AMBIENTE
- formambiente.org;

DISEGNO
- drawspace.com;

Tutorial base gvSIG

➔ dopo averlo installato lanciamo gvSIG.
➔ Per creare un nuovo progetto clicchiamo su vista e nuovo.
➔ Selezioniamo il progetto creato (Senza titolo – 0) e diamogli un nome efficace.
➔ Selezioniamo il progetto rinominato e clicchiamo su apri.
➔ Ingrandiamola vista.
➔ Nel menù a tendina vista selezioniamo aggiungi layer.
➔ Clicchiamo su aggiungi.
➔ Definiamo il percorso del file shape e accettiamo.
➔ Ora la CTR è stata inserita nella vista ma appare colorata...cambiamole il colore semplicemente cliccando con il tasto dx del mouse sul nome del layer e selezioniamo la voce cambio di colore e impostiamo quello che preferiamo.
➔ A questo punto siamo pronti per inserire i punti di rilievo dei campioni dell' acqua.
➔ Nel menù a tendina andiamo su vista, nuovo layer, nuovo shape.
➔ Nella finestra apparsa definiamo il nome per il nuovo layer e il tipo di geometria (che nel nostro caso sarà un punto).
➔ Andiamo a vanti e definiamo tanti campi quante sono le stringhe da inserire (nel nostro caso 11!). Il nome dei campi deve essere breve ma significativo e non vi devono essere spazi. Per valori numerici selezioniamo "integer", per le date "date" e per i testi "string".
➔ Ora proseguiamo inserendo il percorso della directory nel quale vogliamo inserire il nuovo shape. Definiamo il nome (io l' ho chiamato "localizzazioni").
➔ Abbiamo creato il nuovo layer che ci appare in rosso poichè è pronto per essere editato.
➔ In fase di editing ci appaiono delle nuove iconcine selezioniamo quella chiamata "punto" e inseriamo il simbolo nel luogo in cui avete prelevato i campioni.
➔ Cliccando con il tasto dx sul nuovo layer sospendiamo per il momento l' editing. Tasto dx nuovamente sul layer e selezioniamo proprietà. Selezioniamo la scheda simbologia, da tipo di simbolo selezioniamo il pallino. Assegnamo il colore e la dimensione più conveniente.
➔ Dopo aver editato la grafica del pallino andiamo a compilare il database preimpostato.
Selezioniamo il pallino (click sull' iconcina cursore nero con rettangolino bianco) facendo un rettangolo di selezione. Ora il pallino è selezionato (deve essere diventato giallo!).
➔ A questo punto clicchiamo con il tasto destro sul nome del layer e su inizia editing.
➔ Tra le iconcine ve ne è una che sembra una griglia con un pallino giallo a lato. Clicchiamoci sopra e cominciamo ad inseire i dati della prima rilevazione.
➔ Una volta inseriti i dati terminiamo l'editing e salviamo.
➔ Per vedere le nostre informazioni selezioniamo come visto precedentemente il pallino, successivamente clicchiamo sull' iconcina formata da un cerchietto nero con una "i" al centro. Clicchiamo sul pallino e voilà! Appare la nostra tabella con tanto di attributi!
➔ Ma facciamo un passo in più: aggiungiamoci una foto del luogo di rilevazione.
➔ Iniziamo nuovamente l' editing sul nostro file contenente i pallini e selezioniamo come visto sopra il primo pallino a cui vogliamo collegare la foto.
➔ Click sul comando che ci apre la tabella (iconcina griglia+pallino giallo).
➔ Inseriamo un nuovo campo andando sul menù tabella e modifica tabella. Il valore del camp sarà string.
➔ Ora, visto che siamo in fase di editing, andiamo nella tabella, selezioniamo il record al quale vogliamo attribuire l' immagine e scriviamo il percorso completo dell' immagine togliendo l'estensione della stessa (C:\Documents and Settings\Mario Rossi\Desktop\tecnosoft\rupa\dati_rif\05_image\esempio\).
➔ Dopo aver terminato l'editing facciamo click sul nome del layer con il tasto destro e poi su proprietà e andiamo nella scheda dedicata al Collegamento. Qui selezioniamo il nome del campo in cui abbiamo inserito il percorso dell' immagine. Inseriamo il formato dell' immagine nel campo estensione e lasciamo "Collegamento a file d' immagine".
➔ Ora selezioniamo il pallino e poi clicchiamo sull' iconcina con il cursore nero e un fulmine arancione, cliccando sopre il pallino dovrebbe comparire la foto!
➔ A questo punto chiudiamo e riapriamo il progetto che abbiamo salvato. Il progetto può essere riaperto solo con gvsig, mentre gli shape files possono essere visualizzati in un visualizzatore.
➔ Lanciamo gvSIG, chiudiamo il gestore di progetto e selezioniamo file, apri progetto e cerchiamo la directory in cui abbiamo salvato il nostro progetto.

LE QUERY
Come già accennato con tutti i softwares GIS è possibile fare delle interrogazioni sul database al fine di mettere in risalto alcuni dati ed escluderne degli altri. Selezioniamo l' iconcina a forma di imbuto in questa finestra facciamo doppio click sul campo interessato dalla query (ad esempio temperatura), selezioniamo l'operatore logico (ad esempio =), dopodiché, selezioniamo il valore che vogliamo. Così estrapoleremo tutti i record la cui T = X.

UNA RIFLESSIONE SU OPEN/FREE SOFTWARES
Alla gratuità (non sempre...) di questi software si contrappone, talvolta, la difficoltà di utilizzo o la presenza di bug che quindi va a rallentare il nostro lavoro, perciò, dato che si tratta per lo più di software gratuiti, può essere interessante averne diversi in modo tale che certe operazioni possiamo svolgerle con l' uno e altre con l'altro (in caso ad esempio di malfunzionamenti). Per esempio durante la prova di questa esercitazione riscontravo un errore nella query...allora ho aperto qgis, ho caricato i layer e ho fatto la query!

Introduzione ai Geographic Information Systems

E' un software che permette per mezzo di un collegamento tra un archivio di dati (database) e una cartografia (solitamente viene impiegata la carta tecnica regionale al 5000 o al 25000) la visualizzazione di alcuni attributi (dati contenuti all' interno del database) per mezzo di un semplice “click” sull' area di cui si vuole conoscere le informazioni. Su questi dati è possibile fare delle query (ovvero delle domande o richieste) ad esempio è possibile chiedere al database di mettere in evidenza tutti i valori di ph > 7,16.
l' informazione si dice che è georeferenziata rispetto ad un sistema geodetico di riferimento che nel nostro caso è quello di Gauss – Boaga. Questo sistema si rende necessario a causa della “sfericità” della terra, per cui viene preso come superficie di riferimento l'elissoide (ne esistono di varie tipologie ma quello per le nostre coordinate è quello di Hayford1924) che meglio approssima quella terrestre e su questo viene istituito un sistema di di coordinate curve che ci definiscono le cd. coordinate geografiche (latitudine e longitudine). A questo punto vengono proiettati, per mezzo di una verticale, i punti reali di oggetti reali presenti sulla superficie terrestre, sull' elissoide. Ora abbiamo delle coordinate di oggetti terrestri su una superficie elissoidica. Da questa superficie elissoidica semplificata è necessario passare alla superficie piana della nostra cartografia per mezzo del cd. Proiezioni cartografiche. Si passa così da coordinate curve (ovvero coordinate geografiche) a coordinate piane che nel nostro caso sono gaussiane (Gauss – Boaga).
In sintesi:

posizione oggetto reale --> coordinate curve (geografiche) su elissoide --> coordinate piane (nel
nostro caso gaussiane) sulla mappa.

La CTR (carta tecnica regionale) è una cartografia che viene messa a disposizione (a pagamento...) da tutte le Regioni. Anche la Regione FVG mette a disposizione la CTR in due scale al 5000 e al 25000.
La CTR rappresenta lo stato di fatto di un luogo perchè deriva da un' ortofotocarta (o arerofotogrammetrico) scattata da un volo aereo. L'ortofotocarta è un' immagine raster ovvero è composta da una griglia di pixels che hanno delle loro coordinate e ad ognuno di essi corrisponde un valore che viene espresso in colore. L' ortofotocarta, per mezzo di particolari softwares, viene vettorializzata. Un vettore ha un orientamento e una direzione, non è composto da pixels. Per intenderci un vettore è quello che voi potete disegnare con qualsiasi cad mentre un raster è ad esempio una foto.
LA CTR, però, non è la bibbia quindi in alcuni punti non potrebbe corrispondere al vero se per esempio all' interno dell' ortofotocarta ci sono elementi anomali (tipo qualcosa che può essere scambiato per qualcos' altro).
Inserendo la cartografia vettorializzata in un GIS è possibile quindi assegnare agli elementi geografici (che hanno delle loro coordinate rispetto ad un sistema di riferimento internazionale) delle informazioni. Esistono softwares GIS per fare questo tipo di elaborazioni anche su ortofotocarta (ad es: Idrisi Kilimamgiaro).
Esistono dei software commerciali (ed anche particolarmente costosi...), tra i più importanti:
ArcGIS (della ESRI), Geomedia (usato in tutti i Comuni del FVG), Autodesk map (Autodesk) che è in realtà un ibrido: metà CAD e metà GIS. Infatti bisogna ricordare che per il disegno il GIS ha funzioni limitate per cui è assolutamente necessaria un' integrazione CAD – GIS.
Esistono software opensource (un po' più alla nostra portata...) che sono in grado di fare le medesime elaborazioni ma talvolta presentano limitazioni, bug, etc...
Tra i software opensource vi ricordo Gvsig (elaborato dal governo spagnolo per diffondere il software aperto nelle pubbliche amministrazioni) molto semplice da usare anche se talvolta lo si prenderebbe volentieri a testate! Un altro software famosissimo è GRASS che funziona anche su SO linux e Machintosh (pare che sia molto difficile da usare ma molto funzionale!). Un altro software è Qgis che è molto simile al suo fratello commerciale ArcGIS. Ed infine abbiamo OpenJump che personalmente non ho mai avuto occasione di provare.
I formati che useremo saranno quelli standard che sono stati introdotti dalla ESRI con il software ArcGIS: *.shp, *.shx e *.dbf.

– *.shp: è il file grafico (la cartografia vettorializzata per intenderci!);
– *.shx: è un file di collegamento tra la cartografia e l' archivio;
– *.dbf: è il database (archivio).

La prima cosa che ho fatto è stato preparare i files.
La Regione FVG fornisce la CTR in formato *.dat.
Per mezzo di un software gratuito fornito dalla stessa Regione ho “vestito” la CTR (si dice così!) ovvero lo trasformata da *.dat a *.dxf (formato di interscambio di AutoCAD).
Le tipologia geometriche usate nei GIS sono sostanzialmente 3 anche se negli ultimi anni sono stati introdotti dei loro derivati:
➔ tipologia linea;
➔ tipologia punto;
➔ tipologia poligono.

lunedì 8 settembre 2008

Guida per l'utente medio

Una calda domenica pomeriggio di fine agosto, mi trovavo in compania dei miei amici gironzolando qua e là nel borgetto medievale di Strassoldo. Si parlava di informatica e di come l'utente medio non si renda conto di quale potente strumento di informazione abbia tra le mani. Ad esempio quanti di voi usano regolarmente i feed? credo una piccola percentuale! Quindi senza dilungarmi troppo in questa sede su cosa siano i feed, la letteratura in materia è vasta, segnalo, a tutti gli affettuosi visitatori del mio blog, se mai ce ne fossero, un link nel quale potranno sicuramente apprezzare l'utilizzo di questo piccolo ma potente strumento di comunicazione!L'informazione dei vostri siti preferiti direttamente nel vostro pc senza il bisogno di visitarli singolarmente! Non vi affascina l'idea? Io uso i feed regolarmente ed onestamente non potrei vivere senza!
Un'altra applicazione che io ritengo fantastica è un software di messaggistica istantanea chiamato pidgin, che consente di raccogliere in un'unica interfaccia i vostri contatti msn, yahoo, google, myspace, facebook, aim, skype e molti altri! In più è anche una chat di tipo irc!
E che dire dei software sviluppati da mozilla (firefox, thunderbird, etc.)?
Dopo tutta questa "pubblicità" spero che l'utente medio si decida ad utilizzare questi fantastici mezzi di comunicazione/informazione e che cominci a distribuire queste nozioni agli utenti medi ;)

VERSO UN' ARCHITETTURA


VERSO UN' ARCHITETTURA
(LE COURBUSIER)
LONGANESI & C.
scheda riassuntiva

Verso la fine degli anni '20 LC affermava che l' architetto si occupava della casa dell' uomo ordianario e non dei palazzi. Questo era un segno dei tempi (era giunta l' architettura moderna).

Ancora nel 1921 l' architettura era saldamente legata alle origini della sua tradizione (architettura accademica). Ma il primo gennaio 1928 l' architettura per la prima volta inizia ad occuparsi della casa moderna.

A coloro che sostenevano che l' architettura doveva servire, veniva risposto che essa doveva essere in grado di commuovere. Gli architetti che portarono avanti questo pensiero vennero accusati di essere dei poeti.

Nel 1926 venne indetto un concorso per la realizzazione del palazzo delle Nazioni (palazzo? un ritorno al passato?).

LC progettò un edificio che si staccava completamente dalla tradizione e ciò scatenò le ire degli architetti tradizionalisti che inviarono a Ginevra decine e decine di progetti di stampo storicistico di cui uno vinse lasciando un' amara delusione nell' architetto. Il verdetto dà la "temperatura" di quegli anni.

Punti fondamentali:


  • l' estetica dell' ingegnere è in fioritura, l' architettura è in penoso decadimento;

  • l' igegnere guidato dalle leggi matematiche raggiunge l' armonia;

  • l' architetto concepisce forme dalla sua mente: è qui che si avverte la bellezza;


AVVERTENZE AGLI ARCHITETTI


Volume

  • le forme primarie sono belle poichè si leggono chiaramente;

  • gli occhi devono vedere le forme nella luce;

  • oggi le opere degli ingegneri sono sul cammino della grande arte (creano armonia);


Superficie

  • il volume è avvolto da superfici;

  • oggi gli architetti hanno paura delle costituenti geometriche delle superfici;

  • i grandi problemi della costruzione moderna saranno risolti con la geometria;

  • gli ingegneri guidati dal calcolo creano forme chiare ed impressionanti;


Pianta

  • la pianta è generatrice;

  • la vita moderna chiede un piano nuovo: per la casa e per la città;


Tracciato regolatore

  • esso crea ordine;

  • esso è parte integrante della creazione architettonica;


OCCHI CHE NON VEDONO (il commitente paga quindi comanda, sceglie e corregge)

i piroscafi

  • è cominciata una grande epoca;

  • esiste uno spirito nuovo;

  • vi sono opere impronate allo spirito nuovo: i prodotti industriali;

  • l' architettura soffoca nelle abitudini;

  • gli stili sono una menzogna;

  • lo stile esprime un' epoca;

  • la nostra epoca ogni giorno esprime uno stile;

  • i nostri occhi purtroppo non lo distinguono;


Gli aeroplani

  • le attuali realizzazioni dell' architettura non rispondono ai nostri bisogni;

  • la casa è una macchina da abitare;


Le automobili

  • puntare alla standardizzazione per raggiungere la perfezione;


ARCHITETTURA

La lezione di Roma

  • architettura è stabilire rapporti emozionali con materiali grezzi;

  • l' architettura va al di là dell' utile;

  • l' architettura è fatto plastico;


l' illusione delle piante

  • la pianta procede da dentro a fuori; l' esterno è il risultato di un interno;

  • gli elementi architettonici sono la luce, l' ombra, il muro e lo spazio;

  • l' uomo vede i fatti dell' architettura a 1,70 m dal suolo;


PURA CREAZIONE DELLO SPIRITO

  • l' architetto è artista o semplice ingegnere;

  • non si tratta più di consuetudini;


CASE IN SERIE

  • una grande epoca è cominciata;

  • esiste uno spirito nuovo;

  • l' industria ci dota di nuovi strumenti;

  • l' economia govrna i nostri atti;

  • l' architettura deve operare una revisione dei valori e degli elementi costitutivi della casa;

  • l' industria deve produrre in serie elementi della casa;

  • occore creare lo spirito della produzione in serie;

  • lo spirito di costruire case in serie;

  • lo spirito di abitare case in serie;

  • lo spirito di concepire case in serie;


Vi è una rivoluzione architettonica:

  • ci sono nuovi strumenti e materiali;

  • gli stili non esistono più;


Si devono gettare le cose vecchie: gli uomoni vivono in case invecchiate e non se ne sono ancora preoccupati. Si è infelici di abitare in queste case obsolete, si è divenuti più sedentari e ci si rifugia nei caffè. L' ingegnere conosce il modo di reggere, scaldare, ventilare ed illuminare mentre l' architetto deve saper commuovere.

L' architettura è un fatto d' arte, un fenomeno che suscita emozione e al di fuori dei problemi di costruzione.



VOLUME

il volume e la superficie sono gli elementi dell' architettura e sono generati dalla pianta.

L' architettura è il gioco armonioso dei volumi assemblati nella luce. Le architetture antiche sono architetture di geometrie primarie. Gli architetti del '900 impeganti nel disegno dei capitelli non hanno acquisito la concezione dei volumi primari. Ciò non viene insegnato alle belle arti.

Gli ingegneri non seguendo alcun criterio architettonico impiegano elementi primari che generano armonia universale. Gli ingegneri schiacciano l' architettura agonizzante.


SUPERFICIE

uno dei compiti dell' architetto è quello di modellare le superfici degli edifici.

L' architettura è una casa, una piramide ed un' officina...tutte queste strutture presentano delle forature (porte e finestre) che tendono a distruggerne la forma. Gli architetti di oggi hanno paura delle geometrie primarie così che gli ingegneri creano modellazioni di superfici più armoniose.

Gli elementi rivelatori di una forma sono le griglie e le scacchiere quali le ritorviamo nelle fabbriche americane.


PIANTA

Volume e superfici (manifestazioni dell' architettura) sono il diretto prodotto della pianta. La pianta è l'elemento generatore. Essa crea ordine. Tutta la struttura si innalza dalla base e si sviluppa in base alle regole stabilite dalla pianta. Lo stesso concetto può applicarsi alla scala urbanistica.


I TRACCIATI REGOLATORI


Il tracciato regolatore è una garanzia contro l' arbitrio. La scelta del trattato è parte della progettazione architettonica.

Si fa riferimento alle popolazioni primitive che, senza avere i presupposti culturali, cominciarono a crearsi le dimore e i templi sulla base di angoli retti (poichè è istintivo così), hanno creato rapporti e proporzioni che hanno misurato con parti del loro compo (piedi...) e quindi hanno creato strutture a misura d' uomo. L' uomo primitivo regola in contrapposizione al disordine della natura.

L' architettura è la prima manifestazione dell' uomo. Ciò che facciamo e creiamo oggi non è altro che un' evoluzione di ciò che faceva e creava l' uomo primitivo.

Nell' opera di L.C. I tracciati regolatori possono corrispondere al modulor.

Il tracciato regolatore cerca rapporti e proporzioni e porta all' euritmia.


I PIROSCAFI


La nostra epoca esprime ogni giorno il suo stile...purtroppo i nostri occhi non sono in grado di vederlo.

Nessuno nega oggi l' estetica delle creazioni dell' industria. Sempre più oggetti hanno delle proporzioni, ciò crea ordine perchè basato su numeri e leggi geometriche.

Gli uomini che creano questi oggetti (gli imprenditori) sono degli artisti solo che nessuno se ne accorge.

Un' epoca nuova soppianta quella vecchia. Oggi l' epoca delle macchine soppianta quella precedente. Ogni epoca crea la sua architettura.

L' architettura è tutto ma non le arti decorative.

Ingegneri anonimi e meccanici hanno concepito una meraviglia: i piroscafi.

Gli architetti vivono nella miseria dell' insegnamento scolastico e i loro concetti si fermano a delle colombe che si baciano...Ma i costruttori di piroscafi fanno dei "palazzi" immensi al confontro di Cattedrali e li gettano in acqua!

L' architettura soffoca nelle consuetudini.

E' rimasto l' uso di mura spesse quando in realtà grazie alle nuove tecniche costruttive siamo in grado di fare intere pareti vetrate.

Una casa è una macchina da abitare e quindi deve essere funzionale al suo scopo.


GLI AEROPLANI


La casa è una macchina da abitare.

C' è un unico mestiere che si rifà ancora al passato: l' architettura.

L' areoplano ha aguzzato l' ingegno dell' uomo.

L' areoplano non è un uccello ma una macchina per volare.

Il problema è stato posto e ha trovato soluzione.

Il problema della casa non è ancora stato posto (l' architetto non ha ancora aguzzato l' ingegno).

L' architettura è l' arte che fa percepire l' armonia mediante rapporti che sollecitano l' emozione. Ecco lo scopo dell' architettura.

Gli ingegneri erano impegnati in piroscafi, ponti ... gli architetti dormivano.

Attualmente la casa respinge l' uomo, essa è considerata un contenitore di oggetti.

Bisognerebbe formulare il manuale dell' abitazione e distribuirlo alle madri di famiglia ed esigere le dimissioni dei professori delle Beaux Arts.


LE AUTOMOBILI


Bisogna puntare alla standardizzazione per affrontare il problema della perfezione.

Se le case fossero studiate come le auto esse migliorerebbero.

Il Partenone è un esempio di standard. Stabilito lo standard si scatena la concorrenza: vince chi fa meglio dell' avversario.

Si deve fare uno studio per parti e ricercare la perfezione.

Gli standard si stabiliscono a partire dal problema posto.


LA LEZIONE DI ROMA


L' architettura è stabilire rapporti emozionali.

L' architettura è al di là dell' utile.

L' architettura è fatto plastico.

In Roma antica le insulae erano l' antenato del grattacielo.

I romani stabilirono le loro città in base ad una griglia ortogonale...ma Roma no!

L' ordine è una delle prerogative dell' architettura.

A Roma ci sono tutti gli orrori del rinascimento romano.

Il grand prix è un cancro!


L' ILLUSIONE DELLE PIANTE


La pianta procede da dentro verso fuori. L' esterno è il risultato di un interno.

Gli elementi architettonici sono la luce, l' ombra, il muro e lo spazio.

Fare una pianta è fissare idee. La pianta è l' elemento generatore.

Senza una buona pianta il tutto è fragile...

Un edificio è come una bolla di sapone. Essa è perfetta se il soffio è ben distribuito all' interno. L' esterno è il risultato di un interno.


L' asse è ciò che mette ordine all' architettura. All' Ecole de Beaux Arts sono contenti solo se gli assi hanno forma di stelle...

San Pietro a Roma è stata una violazione della pianta.

Il tracciato di Versailles è assurdo perchè è visibile solo dall' alto, ad altezza d' uomo non è percepibile.


PURA CREAZIONE DELLO SPIRITO


La mia casa è pratica e quindi è bella.

Le geometrie sono in rapporto tra loro.

Ciò che distingue un bel viso è la qualità dei lineamenti e i rapporti che li uniscono. Un bel viso esprime armonia.

Il Partenone esprime armonia altri templi pur essendo composti dagli stessi elementi non ci emozionano.

C' è architettura quando c' è emozione. L' architettura è fatto plastico.

L' architetto non deve solo sapere la scienza della costruzione ma anche la grammatica (composizione). L' architetto deve imparare a disegnare i tratti del viso.

Lo scultore modella le forme...l' ingegnere sparisce...

L' architettura è il gioco sapiente di volumi, luci ed ombre.

La composizione è pura invenzione dello spirito.


CASE IN SERIE


la grande industria deve produrre i pezzi per l' edilizia.

Occorre creare lo spirito della produzione in serie esso è attualmente odioso ad architetti e abitanti.

I materiali artificiali sono più resistenti di quelli naturali.

Anche le lotizzazzioni saranno regolari così da consentire edificazioni in serie.

Bisogna creare la mentalità della produzione in serie.

L' equilibrio sociale è un problema di edilizia: architettura o rivoluzione.

MANIERA DI PENSARE L' URBANISTICA


MANIERA DI PENSARE L' URBANISTICA
(LE COURBUSIER)
LATERZA
scheda riassuntiva

Con l' avvento della rivoluzione industriale la popolazione abbandona le campagne per andare a lavorare nelle città. Tutto è in fermento. Tutto in breve tempo si trasforma.

Per contrastare i disagi provocati dall' epoca, alcuni, i più facoltosi, fuggono dalle città per rifugiarsi nei sobborghi rurali corrodendo la natura e facendo aumentare per lo più le spese di trasporto.

Le 24h condizionano la vita dell' uomo e delle sue attività. Questa è la prima condizione da tenere presente in urbanistica.

Alcuni proclamano a gran voce l' avvento delle città giardino, Le Courbusier ne è ostile in quanto avviene un degrado della natura e perdita di tempo. Inoltre l' uomo vive per nascere in aggregazione. Allora come fare affinché gli uomini continuino a rimaner uniti ma senza rinunciare al verde?

L' urbanista è colui che crea degli spazi, posiziona involucri e stabilisce percorsi, l' architetto, a scala minore, crea anch' egli degli spazi e dei percorsi però all' interno di un involucro edilizio.

Le Courbusier sostiene che nel campo dell' architettura prevale ancora il cattivo gusto di riproporre scelte stilistiche d' altri tempi.

Il punto di vista tecnico non si contrappone a quello spirituale. L' uno è materia prima, l' altro è l' elaborazione creativa del primo. L' uno non può prescindere dall' altro.

Accanto alla rivoluzione industriale vi è anche una rivoluzione architettonica:


  • pianta libera;

  • facciata libera;

  • pilotis;

  • tetto piano a giardino;

  • separazione tra strutture portanti e strutture portate;


nella conquista dell' altezza è implicita la soluzione di alcuni dei maggiori problemi dell' urbanistica moderna:


  • condizioni di natura (sole, spazio, verde);

  • prolungamenti dell' abitazione;


Nelle nuove costruzioni bisognerà impiegare il calcestruzzo armato affinché le altezze aumentino notevolmente e le facciate saranno vetrate, l' angolo retto dovrà dominare, il cornicione cadrà in disuso, bisognerà impiegare il frangisole a protezione delle facciate.

Occorre cercare un equilibrio tra l' uomo e il suo ambiente dove per “uomo” si intende un organismo biologico e per “ambiente” si intende un luogo di natura incontaminata. L' opera umana deve diventare solidale con l' opera della natura.

L' architettura e l' urbanistica esprimono i valori materiali e morali di una società.

L' edilizia può essere considerata un' insieme di organi (i singoli edifici) che compongono un

organismo ed in quanto organismo vivente deve essere in grado di rinnovarsi come si rinnovano le società che vi risiedono.

Le attrezzature sono i prolungamenti delle membra umane esse sono: la casa, la strada...Le attrezzature servono a svolgere le funzioni umane (abitare, lavorare, fare sport...) il cui obbiettivo è quello del raggiungimento della gioia di vivere.

Le attrezzature devono assumere la forma di unità architettoniche.

La distribuzione degli spazi dovrà avvenire in base alla limitazione temporale delle 24h che scandisce le attività dell' uomo.

L' architetto deve liberare una società dai suoi tuguri, creare il bene degli uomini. Si tratta di foggiare una nuova attrezzatura affidata alla forma, al volume, alla disposizione di unità perfettamente efficienti ciascuna al servizio delle attività (funzioni) quotidiane dell' uomo.


LE UNITÀ DI GRANDEZZA CONFORME

  • UNITÀ D' ABITAZIONE:


la casa è un involucro e deve essere a misura d' uomo. Vi devono essere le condizioni di natura.

L' uomo, inoltre, esige alcuni servizi complementari che vengono definiti prolungamenti dell' abitazione e che sono di due tipi:


  • materiale (ad esempio l' approvvigionamento dei servizi domestici);

  • spirituale (ad esempio le scuole);


più lontani si trovano questi servizi più ingenerano fastidio.

L' abitazione può assumere due forme:


  • casa isolata;

  • grande edificio dotato di servizi comuni organizzati;


Il modello proposto da Le Courbusier è quello delle città giardino di tipo verticale. Nella nuova città dovrà esserci una separazione del traffico veicolare da quello pedonale.


A= unità d' abitazione

B= orizzonte

C= aree per lo sport

E= servizi

F= unità sanitaria (elioterapia...)



  • UNITÀ DI LAVORO

    Il laboratorio si collocherà in prossimità della residenza se presterà funzioni di manutenzione o riparazione, mentre se svolgerà prestazioni artistiche si collocherà nei punti di più intensa vita cittadina.

    Relativamente alla fabbrica l' edificio non si potrà estendere oltre le distanze utili per il controllo. La distanza che il capo officina percorrerà e il suo campo visivo costituiranno la misura massima entro la quale verrà realizzato l' edificio. Per alleviare le pesanti condizioni lavorative sarà necessario lasciar intravedere ai dipendenti il paesaggio naturale all' esterno della fabbrica. Queste saranno denominate fabbriche verdi.

    Gli uffici dovranno aggregarsi in modo tale da creare un quartiere degli affari e possibilmente raccogliersi in un unico edificio chiamato centro degli affari.

    I negozi connessi con l' artigianato formeranno la strada degli artigiani o dei negozi di lusso. Il grande magazzino sarà concepito come un grande involucro contenitore di merci dove traffico veicolare e pedonale saranno separati.

  • UNITÀ DI RICREAZIONE: l' educazione fisica si svolgerà sul terreno sistemato a parco delle aree residenziali, per il resto all' interno dell' abitazione.

  • UNITÀ DI CIRCOLAZIONE: (orizzontale) la parola strada dovrà essere sostituita dai termini autostrada, piste per automobili e percorsi pedonali. Traffico veicolare e pedonale dovranno essere separati fatta eccezione per alcune zone miste.

    (verticale): all' interno delle unità di grandezza conforme, dovrà essere presente l' ascensore.

  • UNITA' PAESISTICHE: si è detto che l' uomo ha bisogno di vivere in un luogo dove si realizzino le condizioni di natura. L' architettura e l' urbanistica possono introdurre il paesaggio naturale nel paesaggio urbano. Gli edifici vengono considerati al pari di organismi viventi ma sono soffocati dalla presenza delle strade e quindi si rende necessario liberarsi dalla tirannide delle strade. A poco a poco la città viene trasformata in un parco.


La posizione ideale dell' industria è quella prossima alle vie di transito delle materie prime. Le Courbusier propone la creazione di una città industriale lineare dove prevede da una parte il canale, la ferrovia e gli stabilimenti per la produzione, mentre al di là della strada vi si trovano le residenze organizzate da una parte come città giardino verticali e dall' altra come città giardino orizzontali (case rurali). Ad una scala maggiore ci rendiamo conto che questo insediamento si “isola” da quelli adiacenti tradizionali con delle zone di protezione e a metà con una riserva naturale. La città industriale può divenire una città satellite della città tradizionale. Entrambe possono reciprocamente apportarsi dei benefici. La viabilità di collegamento viene a creare uno spazio triangolare che viede adibito a territorio rurale.

Gli aspetti positivi di questa città sono:

  • commistione di paesaggi urbani e rurali;

  • aree residenziali in prossimità delle fabbriche e quindi eliminazione del pendolarismo;

  • posizionamento su via di transito;

COLLAGE CITY



COLLAGE CITY
(COLIN ROWE - FRED KOETTER)
IL SAGGIATORE
scheda riassuntiva

L' architettura moderna (detta anche razionalista e funzionalista) fino ad oggi non è stata in grado di costruire la sua forma ideale di città, essa, infatti, è rimasta un progetto, un' utopia.

I postulati della architettura moderna sono stati troppo contraddittori, confusi e, per certi versi, troppo rigidi.

L' architettura moderna, mistificata da molti, si configurava come un strumento in grado di creare libertà, uguaglianza e di risanare la nostra società malata instaurandone una razionale e illuminata e al tempo stesso proclamava l' oggettività scientifica della disciplina. Il suo ideale principale, e socialmente lodevole, era quello di evidenziare le virtù della povertà.

La nuova architettura rispondeva allo spirito del tempo ed era socialmente terapeutica. Significava la fine della dissimulazione, delle vanità e del sotterfugio.

La Ville Radieuse (Le Courbusier) è stata concepita come città di cristallo, in essa ogni autorità era destinata a dissolversi, la dimensione pubblica diveniva superflua e quella privata doveva emergere senza camuffamenti. Medesime conclusioni possono essere tratte per il progetto di Hilberseimer dove non si distinguono più gli edifici residenziali da quelli pubblici, dove la città è uguale in ogni suo punto e dove l' uomo perde la sua identità.

L' architetto del XX secolo diveniva una sorta di messia in grado di risollevare le sorti della' umanità modellando lo spazio, in altre parole si proponeva di creare una società giusta ed illuminata. Egli svolge due funzioni: l'una verso la scienza e l' altra verso la società e sempre più questo connubio divenne fragile. Sotto lo strato di ideali vi si poteva trovare l' esuberanza dei singoli architetti che immaginavano la città ideale.

Recentemente si è giunti alla conclusione che di per sé le scelte urbanistiche ed architettoniche non implicano determinate condizioni sociali.

Si possono riconoscere diversi filoni utopistici che comparvero nella storia della' umanità:


  • utopia classica (le città ideali del rinascimento);

  • utopia attivistica (è quella otto – novecentesca che si basa su un progetto utopico che non coinvolgesse solo l'elite, come nel caso della' utopia classica, ma l' intera società. Inizialmente fu influenzata dal razionalismo di Newton al quale erano devote diverse personalità quasi creandone attorno un culto);

  • utopia socialista (è quella immaginata da Marx);


Nonostante i dubbi insiti in molti, sussisteva un interesse nel creare un ordine sociale giusto ed armonioso.

Per gli studiosi era necessario a quel punto studiare la società naturale (così come la rivoluzione scientifica aveva studiato la natura) e di conseguenza l' uomo naturale. L' uomo doveva essere immaginato privo di contaminazioni culturali così come lo era in origine. Nacque così il mito del buon selvaggio (ovvero l' uomo naturale). Il buon selvaggio ingentilito risultava essere a misura dell' Illuminismo ed è questo l' uomo ideale per una società armoniosa e giusta, e l' uomo ideale per l' architettura moderna.

Inizialmente l' utopia attivistica era interessata alle forme classiche indipendentemente dalla funzione che avrebbe avuto l' edificio (ad es. Cenotafio di Newton).

La salina di Chaux, dai caratteri classici, può essere concepita come una piccola città a carattere industiale dove al centro della città risiede il direttore (ovvero il principe) e tutt' intorno vi sono le fabbriche e le residenze dei dipendenti. La forma circolare di questo insediamento è concepita per evocare l' autorevolezza di Newton.

L' utopia attivistica, ad un certo punto, si spoglia di quelli che erano i contenuti della' utopia classica per abbracciare un nuovo concetto: il progetto per il futuro.

Nell' ambito della' utopia socialista si può ricordare le proposizioni architettoniche di Fourier con il suo Falansterio (1829) in cui una copia di Versailles dovrebbe divenire il prototipo per il proletariato futuro.

Il quadro di Delacroix “la Libertà guida il popolo” è in grado di esprimere il senso di ribellione e di dinamicità della popolazione francese. Questo dipinto può essere confrontato con un progetto utopico di Sant' Elia. I proletari eccitati e gli studenti esaltati di Delacroix sono diventati degli edifici ugualmente eccitati (siamo giunti nel futurismo). La città utopica di Sant' Elia era divenuta la città delle macchine e della dinamicità, della non fratellanza ed inoltre precedeva le ideologia facista.

Mies van der Rohe, Gropius e Le Courbusier, indipendentemente, giunsero alla conclusione che

l' architettura è il prodotto dei vari periodi storici.

Di fatto l' architettura moderna non era stata in grado di produrre un mondo migliore e per cui le fantasie utopiche cominciarono a ridimensionarsi, tuttavia rimaneva vivo un certo ottimismo che intravedeva, ad esempio, nelle soluzioni di Le Courbusier un trampolino di lancio verso la città del futuro.

Di contro alle stesse teorie utopiche, architetti come ad esempio Amédéé Ozefant e Le Courbusier, in taluni casi specifici e rispettivamente per Londra e Parigi proclamavano l' accettazione del presente e il lasciar solamente disegnare le città ideali. Infatti, lo stesso Le Courbusier, elaborerà per Parigi il Plan Voisin che riguarderà solo una parte della stessa città.

Esistono due linee di tendenza delle teorie del paesaggio urbano:


  • attenersi al paesaggio urbano;

  • discostarsi dal paesaggio urbano (pianificazione autonoma ovvero il do it your self);


Le fantasie utopiche possono anche in certa misura definirsi fantascientifiche (mega edifici, traffico separato, variazioni elettriche e leggerezza superflue).

Il presupposto utopico delle città del futuro è quello di slegarsi dal contesto e farlo progressivamente sparire.

Cumberland è un esempio di progettazione della città fantascientifica ma che continua a comprendere al suo interno la parte di città residenziale e tradizionale.

Lo studio Archigram ha progettato una città costituita da un tipico paesaggio urbano ma che è stata rivestita da una veste spaziale, così facendo ha unito due realtà: il presente ed il futuro.

Un' altra utopia è stata creata dal Superstudio il quale negli anni '70 ha cominciato a concepire la città come una rete astratta di assi cartesiani. In questa città nuova non vi è il bisogno di ripararsi poiché le condizioni climatiche sono state modificate al fine di garantire un comfort totale, tutto ciò che l' uomo dovrà fare sarà inserire una spina e scegliere il microclima più adatto alle sue esigenze, non vi saranno più strade, piazze e monumenti poiché ogni punto sarà uguale a tutti gli altri.

La privazione di questi elementi allora richiederà una fuga compensativa momentanea verso Disney World. E' necessario analizzare questo caso confrontandolo con quello di cui si è poc' anzi parlato.

Dato che le idee del Super Studio e Disney World sono connesse da relazioni causa effetto possono essere considerate complementari.

Il Superstudio vuole creare una scena uniforme mentre Disney World nasce per sfruttare commercialmente una scena di tipo variegato. Le due “città” si differenziano poiché l' una vuole eliminare tutte le strutture (comprese quelle del potere e quindi lo Stato) e l' altra vuole colmare questi vuoti.

Il Superstudio ha una visione di “città hippy” (immaginando gli uomini nudi che ne costituiscono l' arredamento), Disney World ha una visione eminentemente di lucro. Disney World è una città composta da centinaia di ettari di fantasia di fibra di vetro che si appoggiano su un apparato invisibile e utilizzabile solamente dai suoi dipendenti. La vita avviene sostanzialmente su due livelli: uno pubblico e l' altro “privato” della dipendenza. Le due sfere risultano essere isolate, interdipendenti ma separate.

Sia l' architettura moderna che il Superstudio hanno sempre cercato di eliminare questa distinzione.

Disney World si configura come una città di facciata dove passare delle ore liete. Questo è quello che la gente desidera.

Ogni argomento, portato alle estreme conseguenze, diventa solo auto distruttivo.

La soluzione ideale di città sarebbe quella di creare una miscellanea, sapientemente posizionata, di strutture in modo da conciliare l' ideale con il plausibile.

Alla base del progetto della Ville Radieuse c' è la volontà di nebulizzare gli edifici: essi compaiono come delicate e discrete intrusioni nel continuum naturale, essi sono sopraelevati in maniera tale di avere un minimo contatto con il suolo che diviene così parzialmente recuperabile. Questo concetto può essere visto come una sorta di ritorno al mondo naturale.

I criteri dominanti sono l' onestà, l' igiene, l' uguaglianza.

Intorno al 1930 sembrava inevitabile una scissione dello spazio pubblico da quello privato questo a causa della razionalizzazione dei nuovi edifici e dei nuovi dettami del traffico.

L' edificio comincia ad estroflettersi verso l' esterno mentre lo spazio pubblico inizia ad indebolirsi.

Anche in questo caso si delineano de modelli:


  • l' edificio come oggetto interessante;

  • l' edificio come oggetto privo di significato e pertanto deve essere “nebuloso”;


Spesso Le Courbusier, a fronte di questi due modelli, assumeva un atteggiamento contradittorio.

Infatti se da una parte fa prevalere il valore dello spazio naturale dall' altra inserisce delle strutture importanti che non possono essere fatte scomparire.

Se lo spazio assume un valore elevato, allora lo spazio naturale ne assume tanto di più. Il tempo assume un valore più elevato del tempo: un' eccessiva insistenza nello spazio limitato rischia di compromettere l' evolversi della società futura.

Al CIAM del 1933 erano state delineate le direttive di base da perseguirsi nella progettazione della città nuova ma già negli anni '40 le certezze sulla fattibilità della città futura vennero a cadere. Nella conferenza del CIAM del 1947 intitolata “Heart of city” vennero a galla delle riserve relativamente all' impossibilità di realizzare una città indifferenziata. La città doveva possedere un “cuore” (centro facilmente riconoscibile).

Confrontando il progetto del centro di Saint Diè con quello di Harlow è possibile rendersi conto che il è poco attrattivo probabilmente a causa della sua stessa conformazione, il secondo ci offre una piazza del mercato reale. Entrambi i casi, però, vogliono creare un centro urbano significativo, Harlow raggiunge meglio l' intento.

Confrontando le piante di Saint Diè e di Parma è possibile notare:


  • l' una è tutta bianca e l' altra e tutta nera;

  • la texture (tessuto) nel caso di Parma è in grado di creare degli spazi pubblici;


Nel caso di Parma vi è una chiara dialettica tra gli oggetti e gli spazi presenti nella texture cosa che non avviene nel piano di Le Courbusier.

La città ideale, così come concepita dall' architettura moderna, si configura come una sequenza di vuoti e radi pieni ciò crea nel buon selvaggio una sensazione di disorientamento creata dalla univocità del paesaggio urbano.

La città ideale può sopravvivere solamente all' interno di una città reale senza questo sostegno la prima muore.

Fin qui si è detto dell' esistenza di due modelli fondamentali di città (la città ideale e quella tradizionale) che si vuole valorizzare senza necessariamente subirne uno dei due. Sarebbe sconsiderato trascura uno dei due. La soluzione efficiente è l'integrazione dei due per mezzo di compromessi.



Per fare ciò l' architetto deve liberarsi di alcuni dogmi:



  • l' architetto non è un messia;

  • l' architetto non deve necessariamente porsi come portatore d' avanguardie;

  • l' architettura non deve essere né oppressiva né coercitiva;

  • lo spazio pubblico non necessariamente e non sempre appartiene alla collettività;

  • a dispetto della Ville Radieuse un passeggiatore troverà più intrigante la presenza di un ostacolo sul suo cammino.


Dal confronto tra l' Unitè d' Habitation di Le Courbusier e gli Uffizi del Vasari ci si rende conto che l' effetto di Marsiglia è quello di creare una società privatizzata mentre la struttura degli Uffizi predispone ad un contatto pubblico.

Dal confronto tra il progetto di Le Courbusier per il Palazzo dei Soviet e quello del suo maestro, Auguste Perret, sul medesimo soggetto, elaborano l' uno una struttura distaccata dal contesto e l' altro una struttura che si integra con la città esistente. La sola cosa che gli accomuna è la negazione del concetto di funzionalismo, cioè la forma non segue la funzione.

Un confronto può essere fatto tra il Plan Voisin e il progetto per la Cancelleria reale realizzata nello stesso periodo da un architetto (Gunnar Asplund) contemporaneo di Le Courbusier. Dal confronto emerge la tradizione stilistica e l' integrazione nel contesto del primo e la spinta innovativa e l' indipendenza dal contesto del secondo.

Dal punto di vista architettonico il Palazzo del Quirinale funziona meglio della' Unitè in quanto è accessibile, riceve luce ed aria...Mentrè l' Unitè continua il suo isolamento, la parte estesa del quirinale assume un comportamento di dialettica con il suo immediato intorno che è di tipo pubblico sul fronte strada e più intimo sul fronte dei giardini che si trovano sul suo retro.

Si auspica una dialettica tra i vari elementi sia nuovi che tradizionali, tra la sfera pubblica e quella privata...

L' utopia nella storia è stata considerata sia come uno strumento di contemplazione che uno strumento di trasformazione. In tutte le teorie utopiche si ripresenta il concetto di architettura totale.

L' utopia non mira solamente alla creazione della città ideale ma più profondamente alla costituzione di una società ideale. Il merito dell' architetto sarà quello di creare la società ideale per mezzo delle sue realizzazioni architettoniche.

Le teorie utopistiche vengono immediatamente percepite come delle teorie sovversive che prevedono un cambiamento repentino e radicale. In base a queste teorie la società avrebbe dovuto al più presto liberarsi di qualsiasi tradizione e se fosse stato necessario avrebbe dovuto essere stata pronta a fare tabula rasa. L' architetto avrebbe dovuto prendere le redini di questo cavallo impazzito e avrebbe dovuto guidarlo verso la società del futuro. Tale era divenuta la progettazione totale dell' utopia attivistica. Riassumendo: l' architetto non costruiva solo l' edificio, non costruiva solo la città ma costruiva anche la nuova società.

Un atteggiamento reazionario, ad esempio, lo possiamo intravvedere in quelle che sono le strutture di Versailles (utopia reazionaria). Infatti Versailles è un tentativo barocco di superare le ideologie del '400.

Accostando l' esempio di Versailles con quello della villa Adriana di Tivoli possiamo fare delle deduzioni: il primo si riferisce ad un' unica ideologia di base formante, il secondo si configura come una miscellanea di stimoli provenienti da varie culture. Versailles esprime il forte potere politico autartico di Luigi XIV. Adriano, probabilmente, non era meno accentratore di Luigi XIV ma non aveva la sua stessa necessità di esibirlo.

A questo punto è utile chiedersi quale sia la soluzione più auspicabile: moduli (ovvero oggetti ovvero edifici, monumenti...) in collisione o moduli in coordinazione?

Riferendoci nuovamente all' esempio Versailles – villa Adriana sorgono due problemi:


  • politico: in Versailles il potere politico è unitario mentre in villa Adriana questo passa spesso di mano quindi essa può essere considerata come la somma del susseguirsi dei regimi politici;

  • gusto: non risulta né essenziale né primario, è relativo. Probabilmente ai più interesserà la miscellanea degli oggetti di Tivoli;


Adriano con la sua cozzaglia di elementi forniva l' immagine dell' Impero che rappresentava.

L' idea della progettazione totale cominciò a suscitare dei dubbi in coloro che se ne occupavano.

La citazione di Isaiah Berlin – la volpe sa molte cose, ma il riccio ne sa una importante - può aiutarci a distinguere due approcci metodologici:


  • ideologia unitaria (il riccio);

  • ideologia eterogenea (la volpe);


via, via che ci si avvicina all' architettura moderna prevale un' idea unilaterale.

Il problema che ci si pone è quello sul dove collare Le Courbusier. Si può riassumere la sua politica nella frase – casa-complicata, città semplice- questa rappresenta, sostanzialmente, la sua più grande contraddizione tra urbanistica ed architettura, pertanto, risulta possibile ipotizzare, che egli fu una volpe travestita da riccio.

Per abbattere il monopolio dell' ideologia sono state introdotte due linee metodologiche nella realizzazione della città ideale:


  • dare alla gente ciò che vuole (gli architetti populisti si sottomettevano alla volontà del popolo);

  • progettare in maniera scientifica;


Entrambe hanno una visione comune nella valutazione del futuro. In entrambi i casi il futuro si presenta come un elemento di pressione sul presente.

La società, nella teoria classica, veniva considerata come un organismo vivente e come tale, per crescere e quindi proiettarsi nel futuro avrebbe avuto bisogno di cure continue e graduali.

Auspicabile sarebbe l' abbandono, quantomeno temporale, dell' ideologia unilaterale.

Riferendoci a Levi Strauss è possibile trarre alcuni spunti sulla teoria del Bricolage.


Bricolage : Bricoleur = Scienza : Ingegnere


Il bricoleur (colui che compone il bricolage) è chi esegue un lavoro utilizzando mezzi diversi da quelli propri del mestiere.

L' ingegnere (colui che progetta avvalendosi di principi scientifici) utilizza il calcolo matematico che deriva dalla legge naturale.

L' artista (e quindi anche l' architetto) è contemporaneamente scienziato bricoleur.

Pertanto si può affermare che:


  • il pensiero del bricoleur è un pensiero selvaggio;

  • il pensiero dell' ingegnere è un pensiero addomesticato;


La posizione del bricoleur e quella dell' ingegnere sono posizioni complementari e necessarie.

Il termine bricoleur si addice di più all' artista – architetto – urbanista, in particolare l' architetto si pone esattamente nel mezzo di scienza e bricolage.

Come tutti i casi sin qui esaminati si auspica una coesistenza contemporanea del pensiero selvaggio e del pensiero addomesticato.

La Roma imperiale rappresenta molto di più della città del barocco il concetto di bricolage: qui vi si possono trovare obelischi, colonne e statue che provengono da una moltitudine di luoghi.

La Roma imperiale, quindi, si propone come alternativa al concetto di architettura totale.


La città degli elementi in collisione è anche un' icona politica che rappresenta una società in cambiamento.

Ci sono in generale due modi di percepire le cose:


  • le cose sono così come le vediamo (descrizione – razionalismo, scienza);

  • le cose non sono ciò che sembrano (interpretazione – irrazionalismo);


Pensando ad una città modello è possibile dire che il suo lato funzionale non può prescindere da quello irrazionale.

Popper fu un grosso critico dell' utopia e fervido sostenitore della tradizione in quanto egli sostiene che l' unico modo per raggiungere l' obbiettivo utopico è quello della violenza e della coercizione. Egli sostiene che in realtà ogni forma di utopia rappresenti una sorta di freno a quello che potrebbe essere il futuro.

Rowe trova alcuni punti di disaccordo su quelle che sono le convinzioni di Popper. In particolare egli si domanda perchè l' utopia sia così tanto disprezzata e perchè la tradizione viene tanto lodata, eppure anche la tradizione compie i suoi abusi.

Popper condanna la politica dell' utopia considerandola solo il presagio di un incubo psicologico. Per lui la società utopistica (aperta nel campo ma chiusa nella mente) è un male.

Anche se effettivamente la città utopica sia un' assurdità politica essa è una necessità concettuale poiché gli individui possano sollevare il loro morale sperando in un futuro migliore.

Dal linguaggio comprendiamo che le parole tradizione – tradimento siano in qualche modo simili. Il tradizionalista è colui che corrompe e contratta e preferisce la sopravvivenza all' idee nuove, le oasi della carne anziché le oasi dello spirito.

Il sogno di Napoleone I era quello di fare di Parigi una città – museo ed ecco che nuovamente ci ritroviamo d' innanzi al passaggio da un paesaggio urbano costituito da parti “indipendenti” ad un paesaggio urbano “coerente”. La città – museo non è ostile né all' utopia né alla tradizione, essa non imprime nessuna imposizione.

Al contrario della città – museo, la città moderna è ostile a qualsiasi contributo estraneo alla sua “tradizione”.

Oggi pensando ad una città museo si prova un senso di repulsione. La città così concepita è un impalcatura di esposizione. L' architettura moderna, al contrario, si pone contemporaneamente come impalcatura e dimostrazione di se stessa.

Picasso, come molti altri suoi contemporanei, è un fervido sostenitore del fatto che il pensiero sia una realtà soggettiva è inafferrabile, soltanto un vero pragmatista è in grado di restare nel beato stato delle certezze che caratterizza l' architettura moderna. In realtà gli architetti e gli urbanisti

dell' epoca al contrario di quanto facevano credere si sono autoesclusi da questo pragmatismo incallito. La tradizione dell' architettura moderna sosteneva una certa avversione per l' arte che paradossalmente concepì in ogni suo progetto.

Picasso, riferendosi alla sua testa di toro composta da una sella e da un manubrio di bicicletta parla di metamorfosi completa e di metamorfosi al contrario: qualcuno potrebbe sostenere che gli elementi che compongono la testa di toro potrebbero essere perfetti come elementi di una bicicletta.

Così nell' architettura moderna ogni tanto riscontriamo reminiscenze di antichi valori e funzioni.

La citazione di Picasso ci fa chiedere cosa sia vero e cosa sia falso, cosa sia attuale e cosa non lo sia, alla fine la risposta la si ritrova sempre nel collage (come avviene anche in un suo quadro).

Il risultato dell' architettura e dell' urbanistica di Le Courbusier è il prodotto di un collage.

Gli oggetti che egli inserisce nascondono una loro antica origine ma nel contesto in cui li colloca essi assumono un nuovo vigore e un nuovo impatto.

Taluni potrebbero pensare che il collage sia solamente un ostacolo all' evoluzione.

Il tempo assume un significato ambivalente:


  • scandisce l' evoluzione del progresso;

  • si rifà agli schemi dell' esperienza;

Rowe sostiene che il collage sia l' unico collante della tradizione con l' utopia, esso stabilisce un equilibrio tra presente e futuro. Ciò che è auspicabile è accettare l' utopia in frammenti anziché in toto.

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