Io di musica, purtroppo, non m'intendo, ma stasera ho assistito ad un' interessantissima conferenza tenuta da Paolo Cerere, direttore del Dramsam, ed organizzata dall'Accademia degli studi medievali di Gradisca. Il tema era la musica e l'arte. Mentre una serie di slides di pale di Maestà medievali raffiguranti la Madonna con il bambino e angeli scorreva, il relatore faceva chiaramente notare che nel tempo gli angeli presenti nella scena si dotavano di strumenti musicali.
Una premessa è importante: in epoca medievale, i padri della Chiesa mal tolleravano la musica che consideravano fuorviante nonostante nell'antico testamento si usavano gli strumenti con significati metaforici allusivi all'uomo e all'anima.
In Italia le confraternite laiche introdussero le laudi in vernacolare italiano (ci muoviamo in un ambito temporale che va dal 1250 al 1400 circa).
Lo scopo principale dell'arte era indottrinare i fedeli attraverso le immagini. Contemporaneamente all'introduzione delle laudi si sviluppano anche le nuove raffigurazioni di Maestà commissionate proprio dalle confraternite.
Gli strumenti rappresentati avevano un duplice scopo: se da una parte servivano ad inserire la musica nell'arte, dall'altra avevano dei chiari significati simbolici.
Sant' Agostino ce ne parla dettagliatamente. Tra gli strumenti maggiormente presenti nelle rappresentazioni vi troviamo la cetra la cui cassa di risonanza situata in basso riconduce all'uomo mortale proveniente dalla terra, e il salterio che, contrariamente, avendo la cassa di risonanza verso l'alto è più connesso con il significato spirituale. Gli strumenti analizzati insieme vengono a rappresentare la morte e la ressurrezione.
L'organo portativo è un altro strumento molto rappresentato nelle Maestà ad intendere che la più bella armonia è creata dall'incontro tra i diversi ( concetto riferibile alla polifonia, ma inteso anche come modello di vita). Nelle successive rappresentazioni comparirano anche i cembali (rappresentavano le parole che uscivano dalle labbra), le trombe (non solo riferite agli angeli che annunciano il giudizio universale, ma rappresentati i canti) e ,in rari casi, il corno ( lo spirito che esce dalla carne).
Le laudi delle confraternite, quest'ultime sempre intitolate ad un santo, si sviluppano parallelamente a queste forme d'arte.
Nelle primissime laudi alla voce principale rispondeva il coro mentre successivamente vennero aggiunte anche delle danze che, parallelamente, vennero figurate anche nelle Maestà. La conferenza è terminata con l'ascolto di due bellissimi pezzi rappresentativi delle modalità di laudi anzidette. La competenza del relatore era evidente. Molti sono gli stimoli che ci ha dato per farci riflettere. Come sempre tutto è connesso con il tempo in cui ci si trova. Non si finisce mai di apprendere!
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sabato 27 febbraio 2010
martedì 23 febbraio 2010
Riflessioni
"Vediamo le cose in base alle emozioni che proviamo in quel momento. La gioia e la magia che vediamo nelle cose sono in noi"
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sabato 20 febbraio 2010
Alcuni appunti su Stonehenge
Leggenda vuole che Merlino conducesse in questi luoghi Uther Pendeagon e che questo complesso megalitico fosse stato costruito proprio dal potente mago attraverso il trasporto, per via aerea, di alcune pietre provenienti da un'altra località dell' Irlanda.
Il complesso si trova nel sud dell'Inghilterra presso Salsboury.
La sua datazione si rifà al 3000 a.C., ma già prima era considerato un luogo magico nel quale vennero trovato molti tumuli.
Alcuni lo ritenevano un sito celtico, ma in realtà è molto più antico.
Il monumento risulta essere orientato secondo il sorgere del sole nel solstizio d'estate.
Alcuni hanno ipotizzato che si trattasse di un grande calcolatore per determinare la posizione degli astri.
È costituito da enormi Dolmen di 35t l'uno.
Il nome "Stonhenge" ha un preciso significato: "Pietra sospesa". I triliti sono composti da due elementi verticali chiamati piedritti e da un'architrave orizzontale munito di "mortasa" una sorta di conca che va ad accogliere la sua parte complementare situata in cima al piedritto.
Sotto i Dolmen (nel punto di infossamento del terreno) sono stati trovati dei corpi e questo ha fatto supporre agli studiosi che il complesso megalitico possa essere stato un luogo di commemorazione dei defunti.
Sono state fatte tante ipotesi sulla destinazione dell'intero complesso, ma mai nessuna è stata fino ad ora confermata.
Attualmente l'intero sito è studiato da ben cinque Università inglesi,
Mike Park Person ha dato avvio allo "Stonehenge riverside project".
Pare che originariamente i costruttori di Stonhenge non avessero edificato il complesso a fini cimiteriali.
Nelle vicinanze del complesso megalitico, sappiamo Dell!esistenza di una struttura analoga (oggi non visibile) costruita in legno che gli archeologi chiamano "Woodhenge". Pare che la struttura fosse stata costruita in legno (materiale deperibile) al fine di rappresentare la caducità della vita, alla quale vi si contrapponeva Stonehenge dove i megaliti rappresenterebbero i corpi degli antenati pietrificati che in qualche modo continuano a vivere all'infinito oltre alla morte.
Presso il sito sono state ritrovate 52 tombe, mentre a Woodhenge nessuna. Questo, secondo alcuni studiosi, sarebbe la conferma dell'ipotesi sulla rappresentazione della caducità della vita espressa dal secondo complesso.
Stonehenge è composto da sei cerchi concentrici costruiti in epoche diverse. Il primo cerchio è compostoda pietre alte 6m ed è denominato "Sarten", nel secondo cerchio, invece, si trovano delle pietre più basse denominate "Pietre Blu" poiché sembrano proprio di questo colore quando vengono bagnate dalle piogge.
In terzo cerchio è composto da triliti alti 7,5m.
I menhir raffigurano l'immagine dell'uomo, gli antichi, infatti, ritenevano che la roccia nel tempo prendesse delle sembianze antropomorfe.
Sia Stonehenge che Woodhenge sono collegati al fiume Avon.
Un sito analogo, ma in Francia, è Carnac.
Al di fuori dell'ultimo cerchio di Stonhenge è presente una pietra isolata che risulta essere in asse con l'altare ubicato all'interno del circolo. Nel giorno del solstizio d'estate, guardando in questa direzione, vediamo esattamente il punto in cui sorge il sole e se guardiamo nella parte opposta nel giorno del solstizio d'inverno vediamo, nuovamente, il ripetersi dell'evento.
Nell'ambito dell'archeologia misteriosa (o pseudoarcheologia) molte sono le tesi più o meno fantasiose. Alcuni archeologi canaglia infatti, sostengono che sia Stonehenge che Carnac siano in qualche modo orientare verso le Azzorre, forse a significare il luogo d'origine da cui è giunta la civiltà che ha costruito i megaliti.
Alcuni studiosi si sono collegati al mito d'Atlantide.
Le Azzorre sono delle isole vulcaniche. Forse gli abitanti, avvertiti dal pericolo, avrebbero abbandonato le isole per rifugiarsi in Inghilterra, Francia e Spagna.
In quest'ottica il cerchio rappresenterebbe l'isola di Atlantide costituita da 6 cerchi alternati da terra ed acqua. La struttura di Stonehenge ed altri siti analoghi in Gran Bretagna sono tutti composti da sei circoli concentrici e, secondo alcuni archeologi canaglia, le dimensioni riconducetebbero proprio a quelle di Atlantide ma opportunamente ridotte.
Glastonbury è Avalon?
Oggi a Glastonbury, che non è un'isola, si trova una collina chiamata "Tor" e sulla quale si erige una torre di un'abbazia ormai in rovina. La collina su cui essa insiste è gradonata con sette terrazzamenti. Ad oggi la loro funzione non è ancora stata identificata ma si sa solo che il n. 7 è molto importante (7 sono i giorni della creazione, 7 sono le meraviglie del mondo, etc.).
Alcuni sostengono che la collina fosse un osservatorio astronomico dal quale si osservava il sorgere del sole.
Qualcuno ha anche avanzato l'ipotesi che i terrazzamenti rappresentassero una sorta di percorso iniziatico verso il cielo.
Giuseppe d'Arimatrea, che aveva tolto il corpo di Cristo dalla croce, ne raccolse il sangue in un calice e poi, secondo alcune leggende, sarebbe partito alla volta della Gran Bretagna dove, stremato, affondò il suo bastone nella "Collina dell'Esausto" vicino al Tor e sul cui punto c'è un albero che pare che fiorisca solo a Natale e a Pasqua. Nei pressi di quel luogo, poi, ve ne è un altro denominato "Calice Well" dove pare che Giuseppe d'Arimatrea abbia gettato il calice con il sangue di Cristo all'interno di un pozzo dove la coppa si disciolse oppure venne portata via. Sempre nelle vicinanze si dice che, in seguito alla morte di Cristo, si sarebbero formate due sorgenti: la Blood Spring (sorgente rossa costituita da ossidi di ferro) e la White Spring (sorgente bianca costituita da calcio). Il rosso e il bianco delle due sorgenti rappresentavano i poteri di Avalon e quindi i Cristiani decisero di separare le due fonti.
Pare che in Gran Bretagna Giuseppe d'Arimatrea fondò la prima chiesa al di fuori della Palestina e al di sopra della quale sorse in seguito l'Abbazia che in seguito fu gravemente danneggiata da un incendio. Oggi sono visibili solo alcune rovine. Pare che sotto quest'ultima si trovi la tomba di te Artù. Si narra infatti che i monaci avessero trovato una croce in bronzo sulla quale era riportata l'iscrizione "Qui, sull'isola di Avalon, giace re Artù". In seguito fu scoperto che si trattava di un falso creato dai monaci stessi per aumentare il flusso di pellegrini. Ma due corpi furono realmente trovati, uno alto 2,40m e un altro molto minuto con una treccia di capelli biondi...Che si trattasse di Artù e Ginevra?
Avalon aveva un alone mistico: era il luogo dei morti e dei beati.
Sembra che il nome "Avalon" significhi in gallese "mele", infatti l'isola era famosa per i suoi melati considerati il cibo degli dei.
Secondo una leggenda, re Artù, ormai malato, fu portato ad Avalon dove venne guarito dalla Fata Morgana (qui vi vivevano mago Merlino e la dama del lago, Viviana).
Artù morì sul campo di battaglia e le sue spoglie, sempre secondo la leggenda, vennero deposte a Glastonbury.
"Morgana" in gallese significa "madre" (ciò si rifa' al culto della dea Madre) ei in bretone "guaritrice", "colei che vive su un'isola".
Alcuni sostengono che la collina fosse un osservatorio astronomico dal quale si osservava il sorgere del sole.
Qualcuno ha anche avanzato l'ipotesi che i terrazzamenti rappresentassero una sorta di percorso iniziatico verso il cielo.
Giuseppe d'Arimatrea, che aveva tolto il corpo di Cristo dalla croce, ne raccolse il sangue in un calice e poi, secondo alcune leggende, sarebbe partito alla volta della Gran Bretagna dove, stremato, affondò il suo bastone nella "Collina dell'Esausto" vicino al Tor e sul cui punto c'è un albero che pare che fiorisca solo a Natale e a Pasqua. Nei pressi di quel luogo, poi, ve ne è un altro denominato "Calice Well" dove pare che Giuseppe d'Arimatrea abbia gettato il calice con il sangue di Cristo all'interno di un pozzo dove la coppa si disciolse oppure venne portata via. Sempre nelle vicinanze si dice che, in seguito alla morte di Cristo, si sarebbero formate due sorgenti: la Blood Spring (sorgente rossa costituita da ossidi di ferro) e la White Spring (sorgente bianca costituita da calcio). Il rosso e il bianco delle due sorgenti rappresentavano i poteri di Avalon e quindi i Cristiani decisero di separare le due fonti.
Pare che in Gran Bretagna Giuseppe d'Arimatrea fondò la prima chiesa al di fuori della Palestina e al di sopra della quale sorse in seguito l'Abbazia che in seguito fu gravemente danneggiata da un incendio. Oggi sono visibili solo alcune rovine. Pare che sotto quest'ultima si trovi la tomba di te Artù. Si narra infatti che i monaci avessero trovato una croce in bronzo sulla quale era riportata l'iscrizione "Qui, sull'isola di Avalon, giace re Artù". In seguito fu scoperto che si trattava di un falso creato dai monaci stessi per aumentare il flusso di pellegrini. Ma due corpi furono realmente trovati, uno alto 2,40m e un altro molto minuto con una treccia di capelli biondi...Che si trattasse di Artù e Ginevra?
Avalon aveva un alone mistico: era il luogo dei morti e dei beati.
Sembra che il nome "Avalon" significhi in gallese "mele", infatti l'isola era famosa per i suoi melati considerati il cibo degli dei.
Secondo una leggenda, re Artù, ormai malato, fu portato ad Avalon dove venne guarito dalla Fata Morgana (qui vi vivevano mago Merlino e la dama del lago, Viviana).
Artù morì sul campo di battaglia e le sue spoglie, sempre secondo la leggenda, vennero deposte a Glastonbury.
"Morgana" in gallese significa "madre" (ciò si rifa' al culto della dea Madre) ei in bretone "guaritrice", "colei che vive su un'isola".
Etichette:
archeologia,
archeologia misteriosa
Ubicazione:
England, United Kingdom
venerdì 5 febbraio 2010
Relazione sugli scavi a San Canzian d'Isonzo presso la chiesa di San Proto
Intervengono gli archeologi Angela Borzacconi e Cristiano Tiussi (Università degli studi di Trieste) e don Mauro Benedetti
San Canzian d'Isonzo, 04.02.2010
Gli scavi svoltisi nel mese di dicembre 2009 si sono svolti nella seguente maniera:
1^ fase: trasporto dei sarcofagi dei Santi martiri Proto e Grisogono nella Chiesa parrocchiale.
I sarcofagi sono stati trovati completamente vuoti. I coperchi non sono ricomponibili con le casse litoidi e questo fa pensare che si tratti di un riutilizzo postumo.
La cassa di Grisogono, in particolare, risulta essere molto piccola e anche poco scavata così da raggiungere un peso notevole.
2^ fase: inizio scavi archeologici all'interno della chiesa di San Proto martire.
Hanno partecipato alla realizzazione degli scavi: il Dipartimento delle scienze storiche e geografiche dell'Università degli Studi di Trieste - prof. Giuseppe CUSCITO, il Comune di San Canzian d'Isonzo, la Parrocchia (proprietaria dell'immobile) e la Società Friulana di Archeologia.
Anche Tavano ha visitato lo scavo ed ha convenuto con gli archeologi sull'importanza del sito.
La prima fase dello scavo si è interrotta anche perchè la situazione si è rivelata complessa non solo per il ritrovamento delle sepolture, ma anche a causa della presenza di strutture in continuità con quelle individuate già negli anni '60.
L'importanza di San Canzian è attestata dalla presenza in età tardoantica di due complessi residenziali importantissimi, di cui uno è stato ricoperto dagli edifici soprastanti e l'altro da una vigna. Il ritrovamento di un corredo di un bambino di alto lignaggio fa pensare che qui vivessero persone illustri. San Canzian è stato citato nell'antichità come "vicus", ovvero un centro abitato secondario gravitante attorno ad Aquileia.
Ora si è in attesa dell'evoluzione del progetto Interreg che non solo prevede la realizzazione dei futuri scavi sull'esterno della Chiesa, ma anche presso la Chiesa Parrocchiale dei martiri canziani.
Gli scavi sono preceduti per strati cronologicamente omogenei. La pavimentazione più recente è del 1938, sono poi stati ritrovati, al di sotto di questa, due pavimenti in battuto databili tra il 1400 e il 1500 e originariamente costruiti contemporaneamente alla chiesa che oggi vediamo. Lo scavo si è concentrato soprattutto nella parte centrale dell'edificio. L'area dell'altare, invece, sarà oggetto di uno scavo successivo.
Lo scavo è stato svolto a capire se, dopo la decadenza della memoria di San Proto, il sito sia stato frequentato o meno prima della costruzione della chiesa attuale.
La struttura che oggi vediamo è modesta dal punto di vista architettonico. Sotto la chiesa sono state individuate delle macerie che sembrano riguardare qualcosa di più antico e ciò significa che c'è stata una distruzione delle strutture precedenti che sono state utilizzate come preparazione per il nuovo cantiere. Nelle chiese è frequente trovare alternati strati di distruzioni e rifacimenti, normalmente, quindi, non ci sono grossi rinvenimenti. Le continue distruzioni e ricostruzioni implicano che strati antichi si vengono a trovare in diretto contatto con strati più recenti, quasi compressi.
Sotto lo strato di macerie riutilizzate nel 1500 sono state ritrovate quattro sepolture tarde, di cui una vuota, inerenti ad un edificio medievale esistente prima della presenza dell'attuale chiesa.
Lo sheletro di uomo ritrovato appartiene ad un individuo adulto. Egli è stato seppellito con le braccia incrociate sul petto, posizione tipica dell'età tarda (in età antica le braccia erano stese lungo il corpo oppure sotto il bacino).
Gli scheletri ritrovati, in tutto tre (un uomo, una giovane donna e un feto), verranno analizzati dagli antropologi dell'Università degli Studi di Udine. Le analisi potrebbero dire se vi sono caratteri di familiarità tra i sepolti nonchè i modi di vita e le cause di morte.
Accanto all'individuo adulto vi è la sepoltura del feto racchiuso tra due tegole. La terza sepoltura, appartenente ad una giovane ragazza, è avvenuta in cassa lignea al contrario delle altre che erano state inumate direttamente nel terreno. La localizzazione di questa tomba era avvenuta già negli anni '60 ed era stata individuata per mezzo dell'osservazione delle fratture presenti sul mosaico del IV° secolo, ma non era stata ancora scavata.
La ragazza si è conservata peggio dell'individuo maschile a causa del tipo di riempimento (il riempimento della sepoltura dell'uomo era in sabbia che è stata in grado di garantire una buona conservazione). Nella sua tomba sono state ritrovate le fibbie delle scarpe, una fascia (forse appartenente ad un copricapo) e una monetina che è stata ripulita. Si tratta di una moneta veneziana che è stata inviata ad un numismatico al fine di individuare con esattezza.
La sepoltura del bambino è dal carattere tipicamente medievale. Al suo interno è stata trovata una moneta del 330-333 d.C. coniata in Croazia (Sisak). Questo rinvenimento avrebbe potuto essere fuorviante per quanto concerne la datazione della sepoltura che fortunatamente è stata riconosciuta dagli archeologi come sicuramente di epoca medievale. Probabilmente nelle demolizioni questa moneta è stata rimescolata nel terreno e senza che nessuno si fosse accorto, questa sarebbe scivolata nella tomba del piccolo, pertanto si può affermare che tale rinvenimento è del tutto estraneo con lo strato di sepoltura.
Negli strati più bassi, invece, sono cominciati ad emergere dei frammenti di anfore vinarie provenienti da Gaza. Questo consente agli studiosi di capire da dove provenivano le merci e ricostruire, quindi, il quadro economico e commerciale dell'epoca.
La sepoltura in epoca medievale avveniva in varie forme: nel periodo di nostro riferimento non avveniva più avvolgendo il corpo ignudo del defunto in un sudario. Ad esempio la donna aveva le ossa scomposte perché sepolta in cassa lnignea. Gli inumati in cassa, infatti, sono più scomposti perché, durante la decomposizione, i gas sviluppati permettono il movimento delle ossa.
In epoca medievale non c'era l'usanza di inserire nella toba un corredo. La sepoltura con quest'ultimo permane fino all' alto Medioevo e nel periodo longobardo. Nelle epoche successive al massimo si riscontrano accessori di abbigliamento come nel caso della donna trovata in questa campagna di scavi.
Come si diceva precedentemente, la quarta tomba è stata trovata vuota eccetto il rinvenimento di pochi resti di un individuo giovane.
Le sepolture sino ad ora trovate sono diverse tra loro anche se sembrano essere coeve.
Gli archeologi stanno cercando di capire se all'epoca della sepoltura i corpi si trovassero in un altro edificio o in un cimitero che sorgeva sul sito dell'attuale chiesa.
L'autorizzazione per scavare al di sotto dell'altare, zona fino ad ora inesplorata, compete alla Soprintendenza per i beni architettonici a cui sono state rivolte le domande per il rilascio dell' autorizzazione a procedere allo smontaggio del banco liturgico, il cui permesso è appena giunto. Quindi con la prossima riapertura dello scavo verrà indagata anche quest'area.
Finiti gli scavi la chiesa dovrà esser ripristinata per il proseguio delle funzioni liturgiche. La Soprintendenza, a quel punto, darà le direttive per la valorizzazione dei reperti, ma ad oggi è ancora presto per parlare di ripristino dei luoghi, infatti gli archeologi sostengono che le campagne di scavo proseguiranno ancora per alcuni anni, durante i quali saremo certamente consapevoli che il sito ci nasconde ancora chissà quali altre sorprese.
Roberta Battiston
Società Friulana di Archelogia - Sezione Isontina
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San Canzian d'Isonzo, 04.02.2010
Gli scavi svoltisi nel mese di dicembre 2009 si sono svolti nella seguente maniera:
1^ fase: trasporto dei sarcofagi dei Santi martiri Proto e Grisogono nella Chiesa parrocchiale.
I sarcofagi sono stati trovati completamente vuoti. I coperchi non sono ricomponibili con le casse litoidi e questo fa pensare che si tratti di un riutilizzo postumo.
La cassa di Grisogono, in particolare, risulta essere molto piccola e anche poco scavata così da raggiungere un peso notevole.
2^ fase: inizio scavi archeologici all'interno della chiesa di San Proto martire.
Hanno partecipato alla realizzazione degli scavi: il Dipartimento delle scienze storiche e geografiche dell'Università degli Studi di Trieste - prof. Giuseppe CUSCITO, il Comune di San Canzian d'Isonzo, la Parrocchia (proprietaria dell'immobile) e la Società Friulana di Archeologia.
Anche Tavano ha visitato lo scavo ed ha convenuto con gli archeologi sull'importanza del sito.
La prima fase dello scavo si è interrotta anche perchè la situazione si è rivelata complessa non solo per il ritrovamento delle sepolture, ma anche a causa della presenza di strutture in continuità con quelle individuate già negli anni '60.
L'importanza di San Canzian è attestata dalla presenza in età tardoantica di due complessi residenziali importantissimi, di cui uno è stato ricoperto dagli edifici soprastanti e l'altro da una vigna. Il ritrovamento di un corredo di un bambino di alto lignaggio fa pensare che qui vivessero persone illustri. San Canzian è stato citato nell'antichità come "vicus", ovvero un centro abitato secondario gravitante attorno ad Aquileia.
Ora si è in attesa dell'evoluzione del progetto Interreg che non solo prevede la realizzazione dei futuri scavi sull'esterno della Chiesa, ma anche presso la Chiesa Parrocchiale dei martiri canziani.
Gli scavi sono preceduti per strati cronologicamente omogenei. La pavimentazione più recente è del 1938, sono poi stati ritrovati, al di sotto di questa, due pavimenti in battuto databili tra il 1400 e il 1500 e originariamente costruiti contemporaneamente alla chiesa che oggi vediamo. Lo scavo si è concentrato soprattutto nella parte centrale dell'edificio. L'area dell'altare, invece, sarà oggetto di uno scavo successivo.
Lo scavo è stato svolto a capire se, dopo la decadenza della memoria di San Proto, il sito sia stato frequentato o meno prima della costruzione della chiesa attuale.
La struttura che oggi vediamo è modesta dal punto di vista architettonico. Sotto la chiesa sono state individuate delle macerie che sembrano riguardare qualcosa di più antico e ciò significa che c'è stata una distruzione delle strutture precedenti che sono state utilizzate come preparazione per il nuovo cantiere. Nelle chiese è frequente trovare alternati strati di distruzioni e rifacimenti, normalmente, quindi, non ci sono grossi rinvenimenti. Le continue distruzioni e ricostruzioni implicano che strati antichi si vengono a trovare in diretto contatto con strati più recenti, quasi compressi.
Sotto lo strato di macerie riutilizzate nel 1500 sono state ritrovate quattro sepolture tarde, di cui una vuota, inerenti ad un edificio medievale esistente prima della presenza dell'attuale chiesa.
Lo sheletro di uomo ritrovato appartiene ad un individuo adulto. Egli è stato seppellito con le braccia incrociate sul petto, posizione tipica dell'età tarda (in età antica le braccia erano stese lungo il corpo oppure sotto il bacino).
Gli scheletri ritrovati, in tutto tre (un uomo, una giovane donna e un feto), verranno analizzati dagli antropologi dell'Università degli Studi di Udine. Le analisi potrebbero dire se vi sono caratteri di familiarità tra i sepolti nonchè i modi di vita e le cause di morte.
Accanto all'individuo adulto vi è la sepoltura del feto racchiuso tra due tegole. La terza sepoltura, appartenente ad una giovane ragazza, è avvenuta in cassa lignea al contrario delle altre che erano state inumate direttamente nel terreno. La localizzazione di questa tomba era avvenuta già negli anni '60 ed era stata individuata per mezzo dell'osservazione delle fratture presenti sul mosaico del IV° secolo, ma non era stata ancora scavata.
La ragazza si è conservata peggio dell'individuo maschile a causa del tipo di riempimento (il riempimento della sepoltura dell'uomo era in sabbia che è stata in grado di garantire una buona conservazione). Nella sua tomba sono state ritrovate le fibbie delle scarpe, una fascia (forse appartenente ad un copricapo) e una monetina che è stata ripulita. Si tratta di una moneta veneziana che è stata inviata ad un numismatico al fine di individuare con esattezza.
La sepoltura del bambino è dal carattere tipicamente medievale. Al suo interno è stata trovata una moneta del 330-333 d.C. coniata in Croazia (Sisak). Questo rinvenimento avrebbe potuto essere fuorviante per quanto concerne la datazione della sepoltura che fortunatamente è stata riconosciuta dagli archeologi come sicuramente di epoca medievale. Probabilmente nelle demolizioni questa moneta è stata rimescolata nel terreno e senza che nessuno si fosse accorto, questa sarebbe scivolata nella tomba del piccolo, pertanto si può affermare che tale rinvenimento è del tutto estraneo con lo strato di sepoltura.
Negli strati più bassi, invece, sono cominciati ad emergere dei frammenti di anfore vinarie provenienti da Gaza. Questo consente agli studiosi di capire da dove provenivano le merci e ricostruire, quindi, il quadro economico e commerciale dell'epoca.
La sepoltura in epoca medievale avveniva in varie forme: nel periodo di nostro riferimento non avveniva più avvolgendo il corpo ignudo del defunto in un sudario. Ad esempio la donna aveva le ossa scomposte perché sepolta in cassa lnignea. Gli inumati in cassa, infatti, sono più scomposti perché, durante la decomposizione, i gas sviluppati permettono il movimento delle ossa.
In epoca medievale non c'era l'usanza di inserire nella toba un corredo. La sepoltura con quest'ultimo permane fino all' alto Medioevo e nel periodo longobardo. Nelle epoche successive al massimo si riscontrano accessori di abbigliamento come nel caso della donna trovata in questa campagna di scavi.
Come si diceva precedentemente, la quarta tomba è stata trovata vuota eccetto il rinvenimento di pochi resti di un individuo giovane.
Le sepolture sino ad ora trovate sono diverse tra loro anche se sembrano essere coeve.
Gli archeologi stanno cercando di capire se all'epoca della sepoltura i corpi si trovassero in un altro edificio o in un cimitero che sorgeva sul sito dell'attuale chiesa.
L'autorizzazione per scavare al di sotto dell'altare, zona fino ad ora inesplorata, compete alla Soprintendenza per i beni architettonici a cui sono state rivolte le domande per il rilascio dell' autorizzazione a procedere allo smontaggio del banco liturgico, il cui permesso è appena giunto. Quindi con la prossima riapertura dello scavo verrà indagata anche quest'area.
Finiti gli scavi la chiesa dovrà esser ripristinata per il proseguio delle funzioni liturgiche. La Soprintendenza, a quel punto, darà le direttive per la valorizzazione dei reperti, ma ad oggi è ancora presto per parlare di ripristino dei luoghi, infatti gli archeologi sostengono che le campagne di scavo proseguiranno ancora per alcuni anni, durante i quali saremo certamente consapevoli che il sito ci nasconde ancora chissà quali altre sorprese.
Roberta Battiston
Società Friulana di Archelogia - Sezione Isontina
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mercoledì 3 febbraio 2010
Cinema, ufologia e archeologia misteriosa
Ieri sono andata a vedere al cinema "Il Quarto Tipo". Il film si propone come una ricostruzione di fatti reali avvenuti nel paese di Nome in Alaska. Una psicologa indaga su casi di rapimenti da parte di alieni fino a diventarne lei stessa la vittima. Il film è ben fatto le ricostruzioni sono talvolta affiancate dai filmati originali. Ora non commento la veridicità o meno dei fatti, ma parlerò degli spunti archeologici che questo film mi ha dato. Nel film le voci dei presunti alieni vengono riconosciute come linguaggio sumerico da uno studioso. Questo mi ha fatto ricordare che da qualche parte ho letto un articolo sugli "Anunaki", gli dei venuti dal cielo, ovvero popolazioni aliene che entrarono in contatto con le prime civiltà. Incisioni che ricordano astronauti e missili spaziali paiono comparire non solo nelle iscrizioni sumere e in quelle Maya.
Sui libri di storia dell'arte, poi, non rare sono le statuette che più che raffigurare uomini sembrano alieni...
Tornando al film...devo ammettere che non è per tutti...per me no di certo. Intendiamoci, il film è fatto bene ma ci sono delle scene davvero da infarto!!! Lo consiglio ai temerari ;)
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Sui libri di storia dell'arte, poi, non rare sono le statuette che più che raffigurare uomini sembrano alieni...
Tornando al film...devo ammettere che non è per tutti...per me no di certo. Intendiamoci, il film è fatto bene ma ci sono delle scene davvero da infarto!!! Lo consiglio ai temerari ;)
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