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venerdì 5 febbraio 2010

Relazione sugli scavi a San Canzian d'Isonzo presso la chiesa di San Proto

Intervengono gli archeologi Angela Borzacconi e Cristiano Tiussi (Università degli studi di Trieste) e don Mauro Benedetti

San Canzian d'Isonzo, 04.02.2010

Gli scavi svoltisi nel mese di dicembre 2009 si sono svolti nella seguente maniera:

1^ fase: trasporto dei sarcofagi dei Santi martiri Proto e Grisogono nella Chiesa parrocchiale.

I sarcofagi sono stati trovati completamente vuoti. I coperchi non sono ricomponibili con le casse litoidi e questo fa pensare che si tratti di un riutilizzo postumo.
La cassa di Grisogono, in particolare, risulta essere molto piccola e anche poco scavata così da raggiungere un peso notevole.

2^ fase: inizio scavi archeologici all'interno della chiesa di San Proto martire.

Hanno partecipato alla realizzazione degli scavi: il Dipartimento delle scienze storiche e geografiche dell'Università degli Studi di Trieste - prof. Giuseppe CUSCITO, il Comune di San Canzian d'Isonzo, la Parrocchia (proprietaria dell'immobile) e la Società Friulana di Archeologia.
Anche Tavano ha visitato lo scavo ed ha convenuto con gli archeologi sull'importanza del sito.
La prima fase dello scavo si è interrotta anche perchè la situazione si è rivelata complessa non solo per il ritrovamento delle sepolture, ma anche a causa della presenza di strutture in continuità con quelle individuate già negli anni '60.
L'importanza di San Canzian è attestata dalla presenza in età tardoantica di due complessi residenziali importantissimi, di cui uno è stato ricoperto dagli edifici soprastanti e l'altro da una vigna. Il ritrovamento di un corredo di un bambino di alto lignaggio fa pensare che qui vivessero persone illustri. San Canzian è stato citato nell'antichità come "vicus", ovvero un centro abitato secondario gravitante attorno ad Aquileia.
Ora si è in attesa dell'evoluzione del progetto Interreg che non solo prevede la realizzazione dei futuri scavi sull'esterno della Chiesa, ma anche presso la Chiesa Parrocchiale dei martiri canziani.
Gli scavi sono preceduti per strati cronologicamente omogenei. La pavimentazione più recente è del 1938, sono poi stati ritrovati, al di sotto di questa, due pavimenti in battuto databili tra il 1400 e il 1500 e originariamente costruiti contemporaneamente alla chiesa che oggi vediamo. Lo scavo si è concentrato soprattutto nella parte centrale dell'edificio. L'area dell'altare, invece, sarà oggetto di uno scavo successivo.
Lo scavo è stato svolto a capire se, dopo la decadenza della memoria di San Proto, il sito sia stato frequentato o meno prima della costruzione della chiesa attuale.
La struttura che oggi vediamo è modesta dal punto di vista architettonico. Sotto la chiesa sono state individuate delle macerie che sembrano riguardare qualcosa di più antico e ciò significa che c'è stata una distruzione delle strutture precedenti che sono state utilizzate come preparazione per il nuovo cantiere. Nelle chiese è frequente trovare alternati strati di distruzioni e rifacimenti, normalmente, quindi, non ci sono grossi rinvenimenti. Le continue distruzioni e ricostruzioni implicano che strati antichi si vengono a trovare in diretto contatto con strati più recenti, quasi compressi.
Sotto lo strato di macerie riutilizzate nel 1500 sono state ritrovate quattro sepolture tarde, di cui una vuota, inerenti ad un edificio medievale esistente prima della presenza dell'attuale chiesa.
Lo sheletro di uomo ritrovato appartiene ad un individuo adulto. Egli è stato seppellito con le braccia incrociate sul petto, posizione tipica dell'età tarda (in età antica le braccia erano stese lungo il corpo oppure sotto il bacino).
Gli scheletri ritrovati, in tutto tre (un uomo, una giovane donna e un feto), verranno analizzati dagli antropologi dell'Università degli Studi di Udine. Le analisi potrebbero dire se vi sono caratteri di familiarità tra i sepolti nonchè i modi di vita e le cause di morte.
Accanto all'individuo adulto vi è la sepoltura del feto racchiuso tra due tegole. La terza sepoltura, appartenente ad una giovane ragazza, è avvenuta in cassa lignea al contrario delle altre che erano state inumate direttamente nel terreno. La localizzazione di questa tomba era avvenuta già negli anni '60 ed era stata individuata per mezzo dell'osservazione delle fratture presenti sul mosaico del IV° secolo, ma non era stata ancora scavata.
La ragazza si è conservata peggio dell'individuo maschile a causa del tipo di riempimento (il riempimento della sepoltura dell'uomo era in sabbia che è stata in grado di garantire una buona conservazione). Nella sua tomba sono state ritrovate le fibbie delle scarpe, una fascia (forse appartenente ad un copricapo) e una monetina che è stata ripulita. Si tratta di una moneta veneziana che è stata inviata ad un numismatico al fine di individuare con esattezza.
La sepoltura del bambino è dal carattere tipicamente medievale. Al suo interno è stata trovata una moneta del 330-333 d.C. coniata in Croazia (Sisak). Questo rinvenimento avrebbe potuto essere fuorviante per quanto concerne la datazione della sepoltura che fortunatamente è stata riconosciuta dagli archeologi come sicuramente di epoca medievale. Probabilmente nelle demolizioni questa moneta è stata rimescolata nel terreno e senza che nessuno si fosse accorto, questa sarebbe scivolata nella tomba del piccolo, pertanto si può affermare che tale rinvenimento è del tutto estraneo con lo strato di sepoltura.
Negli strati più bassi, invece, sono cominciati ad emergere dei frammenti di anfore vinarie provenienti da Gaza. Questo consente agli studiosi di capire da dove provenivano le merci e ricostruire, quindi, il quadro economico e commerciale dell'epoca.
La sepoltura in epoca medievale avveniva in varie forme: nel periodo di nostro riferimento non avveniva più avvolgendo il corpo ignudo del defunto in un sudario. Ad esempio la donna aveva le ossa scomposte perché sepolta in cassa lnignea. Gli inumati in cassa, infatti, sono più scomposti perché, durante la decomposizione, i gas sviluppati permettono il movimento delle ossa.
In epoca medievale non c'era l'usanza di inserire nella toba un corredo. La sepoltura con quest'ultimo permane fino all' alto Medioevo e nel periodo longobardo. Nelle epoche successive al massimo si riscontrano accessori di abbigliamento come nel caso della donna trovata in questa campagna di scavi.
Come si diceva precedentemente, la quarta tomba è stata trovata vuota eccetto il rinvenimento di pochi resti di un individuo giovane.
Le sepolture sino ad ora trovate sono diverse tra loro anche se sembrano essere coeve.
Gli archeologi stanno cercando di capire se all'epoca della sepoltura i corpi si trovassero in un altro edificio o in un cimitero che sorgeva sul sito dell'attuale chiesa.
L'autorizzazione per scavare al di sotto dell'altare, zona fino ad ora inesplorata, compete alla Soprintendenza per i beni architettonici a cui sono state rivolte le domande per il rilascio dell' autorizzazione a procedere allo smontaggio del banco liturgico, il cui permesso è appena giunto. Quindi con la prossima riapertura dello scavo verrà indagata anche quest'area.
Finiti gli scavi la chiesa dovrà esser ripristinata per il proseguio delle funzioni liturgiche. La Soprintendenza, a quel punto, darà le direttive per la valorizzazione dei reperti, ma ad oggi è ancora presto per parlare di ripristino dei luoghi, infatti gli archeologi sostengono che le campagne di scavo proseguiranno ancora per alcuni anni, durante i quali saremo certamente consapevoli che il sito ci nasconde ancora chissà quali altre sorprese.


Roberta Battiston
Società Friulana di Archelogia - Sezione Isontina


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