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martedì 9 luglio 2013

Il pensiero vegetariano di Margherita Hack. Ricordiamola così…



"Non ho alcun merito a essere vegetariana, lo sono dalla nascita. Non ho mai assaggiato carne in tutta la mia vita, e la cosa non mi è mai mancata né ha suscitato in me la minima curiosità o attrazione.
Forse oggi non suona strana la mia affermazione, ma nascere nel 1922 a Firenze in una famiglia di vegetariani che avevano scelto questa dieta dopo avere abbracciato la teosofia, scuola di pensiero allora quasi sconosciuta, era, sì, cosa piuttosto originale e incomprensibile. Quasi da incoscienti, agli occhi degli altri: degli insegnanti che si chiedevano come potevo venire su sana e forte senza consumare carne; dei compagni di scuola che mi vedevano arrivare con il grano in chicchi nel panierino e la consideravano una stravaganza bella e buona.
Sono stata cresciuta fermamente sorretta dal concetto etico che tutte le forme di vita hanno lo stesso valore.
La scelta vegetariana, per i miei e in modo naturale per me, è stata una conseguenza coerente e orientata della netta opposizione alla barbarie di uccidere gli animali.
Da bambina, quando incrociavo un gatto, un cane o un altro animale, il babbo mi invitava ad avvicinarlo con pacatezza, a dargli il tempo di abituarsi a me e a fare conoscenza reciproca. Proprio come si farebbe con un nuovo amico, rispettosi dei suoi tempi e del suo spazio, perché tutte le creature dell'universo hanno la stessa dignità.
Mi è stato insegnato ad amare e rispettare gli animali, e a quest'attitudine naturale si è poi via via accompagnata la consapevolezza che quella vegetariana oggi è anche la scelta più salutare e più vantaggiosa sotto il profilo economico. Per tutti. Se davvero ci sta a cuore che ci sia da mangiare per ciascuno di noi, in tutto il mondo, la scelta vegetariana è inevitabile e indispensabile, e il mio auspicio è che questo stile di vita si diffonda sempre di più."

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