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lunedì 8 settembre 2008

il mio progettino per via Boccaccio (Gorizia)



IL LUOGO
Nel presente studio viene analizzata un' area sotto utilizzata e che attualmente riveste un ruolo dequalificante all' interno del tessuto urbano.
L' area in oggetto è ubicata nel comune di Gorizia e comprende due isolati adiacenti che sono delimitati dal Corso Verdi ad est, da via Cadorna ad ovest, da via Santa Chiara a Nord, da via Dante a Sud ed infine da via Boccaccio corrispondente all' asse stradale che separa i due isolati.
L' analisi si è estesa interamente alla via Boccaccio, e alla via Santa Chiara e parzialmente agli altri assi che delimitano i due isolati con particolar riferimento a quel tratto di via Cadorna che congiunge le due vie appena citate.
Il settore di città indagato presenta tendenze in contrapposizione tra loro: da una parte delle cortine edilizie di pregio architettonico (via Dante – via Santa Chiara) ubicate in siti particolarmente curati, dall' altra aree di minor valore dal punto di vista qualitativo nonostante la loro centralità (in particolare: via Boccaccio – area mercato, via Cadorna – retro dell' Agraria e retro del mercato) dove tuttavia è possibile riscontrare alcuni edifici di particolare pregio architettonico, come per esempio una struttura facente parte dell' area del mercato dove vi è la presenza di elementi architettonici quali delle lesene ornate da capitelli con motivi richiamanti i prodotti della natura o lo stesso edificio dove attualmente viene ospitato il mercato che si articola tra via Boccaccio e il corso Verdi la cui facciata è rivestita da mattoni a vista e maioliche
decorate.
In via Boccaccio si evidenzia, pertanto, la presenza dell' area del Mercato, oggetto della presente analisi, adibita attualmente a carico/scarico dei prodotti ortofrutticoli che risulta non solo logorata nelle sue componenti architettoniche ma anche sottoutilizzata. Essendo quest' area ubicata in pieno centro cittadino è facilmente accessibile, sicuramente rappresenta un elemento strategico.
Un altro punto focale è il parcheggio dotato di una quarantina di posti auto e del quale è noto il fatto che risulta essere, per la maggior parte del tempo, occupato da autoveicoli, da qui è possibile intravedere, sul retro dell' agraria, un edificio di tipo industriale, con accesso dalla via Cadorna, adibito a deposito dell' antistate attività commerciale, che si trova in uno stato di obsolescenza. Percorrendo la via Cadorna in direzione della via Santa Chiara si nota forse quello che è l' edificio più fattiscente dell' intera area che attualmente si trova in stato di abbandono.
Anch' esso è un edificio di tipo industriale che in passato era adibito a circolo di fotografi. Il sedime stradale risulta sufficente al passaggio contemporaneo di due autoveicoli in tutte e tre le vie principalmente indagate. Il manto stradale è formato da sanpietrini in via Boccaccio e da asfalto in via Santa Chiara, dove da poco è stato rinnovato il sedime, e in via Cadorna.
Generalmente il manto stradale delle tre vie principali su cui si è concentrato lo studio, si trova in un discreto stato di conservazione, per quanto riguarda i marciapiedi, invece, quello di via Santa Chiara risulta essere particolarmente dissestato in alcuni suoi punti. In via Cadorna di recente sono stati fatti dei lavori di sistemazione dei marciapiedi (lato "Corno") che, purtroppo, a distanza di breve tempo, presentano già dei segni da logorio.
Durante i giorni lavorativi il traffico risulta essere particolarmente intenso sulla via Boccaccio.
L' arredo urbano è presente in maniera discontinua e spesso disomogeneo nella tipologia da una via a quella sucessiva (ad esempio sono stati riscontrati almeno quattro tipi di impianti luminosi) nonchè, talvolta, risulta obsoleto o insufficente e posizionato, apparentemente, senza alcun raziocinio (ne è esempio il caso di via Cadorna dove la scarsità o la scorretta ubicazione dei contenitori per le immondizie ha fatto sì che il verde pubblico sia invaso dai rifiuti). Queste "incuranze" danno del luogo una visione di disordine assieme anche ad un accostamento di colori degli edifici tra via Boccaccio e via Cadorna (giallo – rosa – grigio) un po' azzardato, cosa che invece non avviene per quanto riguarda la via Santa Chiara e la via Dante che sembrano più armoniose e ordinate.
Per quanto riguarda le destinazioni d' uso parte della via Boccaccio è destinata al commercio (alcuni negozietti, l' agraria, un bar...), una piccola parte interessa il settore terziario (Banca) ed infine vi sono alcune residenze. La via Cadorna è costituita per lo più da alloggi residenziali. In via Santa Chiara gran parte degli immobili sono dell' Istituto "Nostra Signora" che ospita una scuola materna e una scuola elementare.
L' allineamento degli edifici avviene su fronte strada, essi sono disposti solitamente su due piani ad eccezio ne di due edifici presenti l' uno sulla via Boccaccio e l' altro sulla via Cadorna, che presentano un numero di piani uguale o maggiore a quattro.
Essendo in posizione centrale la dotazione di servizi (esercizi commerciali, istituti scolastici, edifici di culto...) è abbondante.
Economicamente la via Boccaccio costituisce un richiamo della popolazione cittadina soprattutto anziana. Socialmente la situazione non mette in rilievo fenomeni particolari.

LA TRAMA
All' interno della tavola del contesto sono state individuate 4 tipologie viarie che vengono
così definite:
1. ARTERIE CON INTENSO TRAFFICO VEICOLARE E PEDONALE (colore verde)
2. ARTERIE CON MEDIO TRAFFICO VEICOLARE E PEDONALE (colore marrone)
3. ARTERIE DI SCORRIMENTO (colore zzurro)
4. ARTERIE CON BASSO TRAFFICO VEICOLARE E PEDONALE (colore arancione)

Corso Italia – Corso Giuseppe Verdi
Nella tavola del contesto, quest' arteria, viene classificata come tipologia "1" (traffico veicolare e pedonale intenso) in quanto, probabilmente, è la via più importante della città per quanto riguarda soprattutto i servizi che essa è in grado di fornire. Lungo quest' arteria, infatti, si trovano esercizi commerciali (bar, negozi d' abbigliamento, librerie...) ma anche attività quali banche ed uffici.
Sicuramente quest' arteria attrae la popolazione sia cittadina che non (i cosiddetti city – users) non solo per i suoi servizi, ma per la sua centralità rispetto a quello che viene considerato il centro storico, che l' ha resa un centro di aggregazione soprattutto in prossimità dei Giardini Pubblici.
Dal punto di vista dimensionale il sistema Corso Italia – Corso Verdi risulta adeguato alle esigenze del traffico cittadino. Il sedime stradale è largo all' incirca 9 ml ed è suddiviso in 2 corsie. La larghezza dei marciapiedi è molto ampia per consentire un maggior traffico pedonale. Dal punto di vista della vivibilità si può certamente affermare che questo tracciato costituisce meta prediletta dei suoi fruitori assumendo un ruolo di aggregazione e di svago.

via Boccaccio
Nella tavola del contesto essa viene classificata come arteria di tipo "4" in quanto risulta essere poco trafficata dai pedoni e mediamente trafficata dai veicoli in quanto essi la raggiungono per lo più al solo fine di posteggiare per poi consentire una successiva prosecuzione a piedi verso le vie più centrali. Le dimensioni del sedime stradale sono forse troppo eccessive (9 m) per un' area che, pur trovandosi in centro, rimane ancora marginale. Dal punto di vista della vivibilità, quest' arteria, non è di certo meta frequentata dalla cittadinanza probabilmente a causa della sua scarsa attrattività e della carenza, o inadeguatezza, dei servizi in essa presenti.

via Cadorna
Anch' essa, come via Boccaccio, è stata classificata come arteria di tipo "4" ed anzi, forse ancor più della via Boccaccio stessa, si configura come un' arteria dove il traffico pedonale e veicolare sono radi. La strada è larga 10 ml, presenta 2 corsie e i marciapiedi sono ampi (1 ml) rispetto al traffico veicolare. Nonostante le sue dimensioni siano più ampie rispetto al Corso stesso, esse vanno via, via riducendosi in quanto la sosta è consentita su entrambi i lati. Quest' asse è, rispetto al precedente, ancor meno vissuto dalla popolazione nonostante il fatto che presenti degli affacci importanti (Valletta del Corno, Parco Coronini, Giardini Pubblici...).

IL CONTESTO
L' analisi del contesto dell' area oggetto del presente studio è stata effettuata lungo i seguenti assi: Corso Giuseppe Verdi, via Dante – via Petrarca - via Boccaccio, via Cadorna, via Santa Chiara – viale XX Settembre, via Oberdan, piazza della Vittoria, via Mameli.

Corso Verdi
Essendo l' arteria principale della città, gode di particolare valore estetico, da qui si intravede infatti l' edificio del mercato con mattoni a vista e la sede delle Poste Centrali, sempre con mattoni a vista (questa tipologia verrà ripresa anche in due edifici presenti in via Boccaccio). Dirigendosi verso il Corso Italia sulla sinistra non si può fare a meno di notare un edificio, oggi adibito a funzioni amministrative, particolare nel suo genere in quanto riprende la tipologia veneziana (archi a tutto sesto flamboyant). Accanto alle cortine novecentesche, simili ma meno ricche di ornati rispetto a quelle di via Dante,"stride" un edificio residenziale di altezza notevole (12 piani) privo di particolare gusto architettonico che si inserisce nella cosidetta "città delle ville austriache" diminuendo il significato estetico di questa parte del tessuto urbano.

Via Dante – via Petrarca - via Boccaccio
In via Dante si è potuta osservare la presenza di elementi assolutamente qualificanti il tessuto urbano tra cui una cortina novecentesca di edifici residenziali contraddistinti da particolare pregio architettonico. Il secondo elemento di qualificazione è il Giardino Pubblico su cui si affaccia la cortina novecentesca che crea il sistema verde Giardini Pubblici – Valletta del Corno – Parco Coronini.
In via Boccaccio non si rilevano edifici dal particolare pregio architettonico se non parte dell' edificio del mercato e un edificio che, purtroppo, pur presentando degli elementi architettonici interessanti come ad esempio delle lesene, è stato deturpato in primo luogo dalla presenza di elementi obsolescenti e visibilmente logorati. Ad un' analisi più approfondita della facciata dell' edificio di cui si è appena accennato, in particolar riferimento focalizzandosi sugli stucchi architettonici, ci si è resi conto che, questi ultimi, esprimono un richiamo a quelli che sono i prodotti derivanti dall' agricoltura, si intravedono, infatti, delle pannocchie, dei grappoli d' uva, dei melograni...Questo puo' far ipotizzare, senza conoscere la storia dell' edificio, che esso sia nato in collegamento all' attività di mercato. Interessante risulta essere l' accostamento di questa struttura con quella adiacente che recentemente è stata ristrutturata dall' ATER infatti, chi ha rinnovato quest' ultimo complesso, presumibilmente ha pensato, in qualche modo, di proseguire l'edificio dismesso che precedentemente era stato "tagliato" probabilmente per consentire la costruzione dell' edificio più recente ed oggi destinato a case popolari. Questo è stato fatto per mezzo di tre soluzioni che, tra l' altro, sono di facile lettura e si collegano anche ad altri elementi presenti in zona: la prima riguarda la prosecuzione della balaustra dell' edificio dismesso per mezzo della disposizione dei mattoni a vista in linea con lo stesso parapetto, la seconda soluzione è stata il fatto di portare il basamento dell' edificio più recente allo stesso livello di quello dismesso (nonchè allo stesso livello di quello dell' edificio della banca) ed infine la terza soluzione è quella che collega questo edificio con il complesso delle Poste, del mercato e della Banca per mezzo della riproposizione del
mattone a vista seppure in una visione più contemporanea.
In via Petrarca la cortina edilizia che ci si presenta ha sicuramente delle valenze architettoniche ma il pregio che vengono ad assumere questi edifici è certamente inferiore rispetto a quelli a cui si è fino fatto riferimento, in quanto si denota un evidente stato di degrado che, ovviamente, influisce sulla qualità urbana di tutto il contesto.

via Cadorna

Proseguendo la ricognizione si è giunti così in via Cadorna dove si è riscontrato, ad esclusione di alcuni casi, oltre ad un abbassamento qualitativo delle componenti architettoniche degli edifici, un cambiamento totale della tipologia edilizia che risulta essere assai differente rispetto alla cortina edilizia novecetesca di via Dante, del Corso Verdi e di piazza della Vittoria.
Da questa via si intravede parte dell' area oggetto di riqualificazione che corrisponde al retro del negozio di Agraria affaciato sulla via Boccaccio.
Ad un' attenta analisi di questa parziale area ci si rende immediatamente conto dello stato di obsolescenza dei manufatti che oggi fungono da deposito di materiali dello stesso negozio di Agraria. Vi è la presenza di due pensiline che svolgono funzioni di ricovero costituite da una struttura in ferro ed eternit.
In via Cadorna emerge un edificio di tipo industriale riconoscibile dal suo pessimo stato di conservazione.
In questo tratto della via Cadorna, si trova, immediatamente adiacente all'immobile industriale, un edificio di pregio architettonico il cui valore può essere assimilato allacortina edilizia di via Santa Chiara.

via Santa Chiara - viale XX Settembre

E' un' arteria abbastanza importante in quanto porta direttamente alla Piazza Vittoria e rivela una veduta del Castello inedita guardando in direzione della piazza stessa. Girando le spalle al Castello la visione di un lungo viale alberato, viale XX Settembre, e del Parco Coronini, con la relativa villa, lascia stupiti dalla bellezza del luogo, arricchito dalle presenze architettoniche degli edifici storici tra cui l' attuale istituto religioso "Nostra Signora" e un alberghetto i cui decori riportano alla mente reminescenze barocche. La stessa veduta dell' area verde del Parco Coronini certamente rappresenta un alto grado di qualificazione del contesto insediativo. La bellezza di quest' arteria è senz' altro disturbata dalla trascuratezza dell' area ad essa adiacente.

via Oberdan
Anch' essa viene considerata un' arteria importante poichè è sicuramente più "vissuta" dalla popolazione rispetto alla via Santa Chiara in quanto unisce il Corso Verdi alla piazza della Vittoria. All' intersezione con il Corso ritroviamo l' edificio delle Poste Centrali di cui si è già detto. A partire proprio dalle Poste e rivolgendo il nostro sguardo in direzione della piazza ci accorgiamo che via, via ci avviciniamo ad essa progressivamente il valore architettonico degli edifici diminuisce raggiungendo il suo culmine in prossimità di un edificio dell' altezza di una decina di piani.

Piazza della Vittoria

Essa è costituita da una splendida cortina edilizia composta in alcuni suoi punti anche da architetture storiche particolari che si sussegue fino alla via Carducci. Elementi notevoli da citare sono sicuramente la chiesa di S. Ignazio dalle forme baroccheggianti e, al di fuori dell' architettura ma sempre all' interno del discorso sulla qualità urbana, la fontana del Nettuno.

via Mameli

Percorrendo questa via, l' architettura degli edifici non entusiasma se non per alcuni elementi puntuali posti in prossimità del Corso Verdi e della Piazza Vittoria. Alcuni degli edifici storici presenti lungo quest' asse sono stati irrimediabilmente modificati perdendo ogni valore architettonico e cadendo nell' anonimia.

IL RUOLO
All' interno del tessuto urbano relativo alla parte di città indagata è possibile rilevare la presenza di alcuni manufatti che, in quanto luoghi pubblici, risultano essere degli elementi rappresentativi della città stessa.
Essi, pertanto, conferiscono all' area indagata un ruolo privilegiato rispetto a quei tessuti privi, ad esempio, di sedi istituzionali.
Gli edifici pubblici presenti in prossimità dell' area di studio sono:

– mercato coperto [corso Verdi]
– area del mercato all' ingrosso [via Boccaccio]
– Posta Centrale [corso Verdi]
– caserma dei Carabinieri [corso Verdi]
– Biblioteca statale [via Mameli]
– INPS [piazza Vittoria]
– chiesa di S. Ignazio [piazza Vittoria]
– Prefettura di Gorizia [piazza Vittoria]
– Castello di Gorizia [colle]
Inoltre, spingendosi, un po' più in là dell' area di studio fin qui delineata è possibile
ritrovare:
– Ufficio tavolare di Gorizia [via Roma]
– INPDAP [via Roma]
– palazzo della Regione FVG [via Roma]
– palazzo Arcivescovile [via Carducci]

Tutte le strutture a cui si è fatto fin' ora cenno sono riconoscibili dalle loro caratteristiche architettoniche che le delineano come edifici di tipo pubblico e percio' rappresentativi della città. Importante risulta essere anche la loro posizione in quanto, queste strutture, sono localizzate in quella che viene considerata l' area centrale della città di Gorizia nonchè centro storico poichè presentano caratteri rappresentanti le pubbliche istituzioni e risultano essere di facile accessibilità.

LA VARIETA'
Nell' area oggetto di studio l' edificato, nella maggior parte dei casi, è piuttosto omogeneo attestandosi su stili di tipo neorinascimentale. Oltre a questi si riscontrano degli elementi puntuali dai diversi caratteri stilistici quali ad esempio delle torri degli anni '50, un edificio che ricorda molto lo stile veneziano, un edificio dalle reminiscenze barocche, gli edifici della posta e del mercato che hanno dato il via ad un' edificazione più recente con evidenti riferimenti a questi due edifici.
In linea generale l' edificazione della via Boccaccio risulta essere per lo più dissonante dal resto dell' edificato per qualità e stile. Il medesimo fenomeno accade per la sua prosecuzione sulla via Oberdan.

LE REGOLE
Nella fase dello sviluppo architettonico il progetto dovrà seguire le seguenti regole:

– presentare funzioni di tipo commerciale/amministrativo;
– presentare al suo interno elementi di verde urbano;
– preservare i punti di vista privilegiati (Castello, Colli Sloveni, viale XX Settembre...)
secondo i quali determinare, conseguentemente, gli affacci preferenziali;
– rispettare i fronti edilizi già preesistenti;
– rispettare le altezze degli edifici storici;
– presentare al suo interno delle fonatne;
– "nascondere" gli elementi del tessuto edilizio che deturpano il contesto architettonico;
– stabilire degli affacci preferenziali in direzione della Valletta del Corno e della via Santa Chiara;
– l' intervento, anche se dovesse essere realizzato in momenti successivi, dovrà sembrare
contiguo per mezzo dell' instaurarsi di rapporti tra le due aree;
– essere completamente "permeabile" dalla maggior parte delle direzioni e per far ciò ci si potrà avvalere di passaggi o portici;
– i caratteri stilistici dovranno essere necessariamente differenti da quelli degli edifici
preesistenti ma tali da non deturpare le facciate degli edifici storici che insistono sull' area;
– le bucature degli edifici dovranno essere di grandi dimensioni anche se preferibili sono le finestre a nastro e le pareti vetrate;

LA MISURA
L' area oggetto del presente studio si trova nell' immediata prossimità del centro ma nonostante tutto sembra un paesaggio periferico. Credo di poter affermare che, nel caso specifico, non si siano verificati fenomeni di espansione del centro urbano per cui l' area di interesse si sia ritrovata, di conseguenza, in periferia. Ritengo, piuttosto, che il paesaggio periferico sia dovuto da una parte dalla presenza della Valletta del Corno che crea una sorta di barriera naturale oltre alla quale, se ci rivolgiamo con le spalle alla via Santa Chiara, abbiamo la percezione di trovarci in periferia (eppure siamo a pochi metri da quello che definiamo centro!) i cui influssi avvengono anche sull' area di nostro studio, e dall' altra dalla presenza di fabbricati di scarsa qualità estetica.

LA PROPOSTA PROGETTUALE
La proposta progettuale viene formulata dopo aver analizzato le problematiche dell' area ed aver individuato i principi progettuali.
Per principi progettuali si intende una serie di elementi utili al raggiungumento di una proposta progettuale.

le problematiche dell' area
Tra le problematiche principali inerenti l' area oggetto di studio prevale quella che si puo' definire come "centralità marginale" in quanto tale zona ricade all' interno di quello che viene considerato il centro cittadino ma in effetti non ne fa parte poichè la popolazione cittadina non sfrutta l' area se non come luogo ove far sostare i propri mezzi. I motivi di cio' sono vari e sono riscontrabili in quello che è il grado di trascuratezza complessivo che investe la zona intera.
L' area del mercato all' ingrosso è quella che attira principalmente l' attenzione di un comune visitatore in quanto si tratta per lo più di fabbricati obsoleti e fattiscenti ubicati in un contesto ove prevalgono edifici e ambienti urbani di una certa gradevolezza.
A partire da via Boccaccio per poi proseguire in via Cadorna e in via Santa Chiara, l' arredo urbano risulta a tratti più obsoleto o danneggiato e comunque di tipologia discontinua da via in via. Relativamente ai marciapiedi in taluni tratti della via Cadorna e della via Santa Chiara risultano in via di disfacimento anche laddove sono stati recentemente rifatti.
L' aiuola che connette la via Cadorna con la sottostante via Italico Brass presenta una quantità ingente di rifiuti che non fa altro che aumentare il grado di trascuratezza della stessa area.
La via Cadorna costituisce una sorta di barriera tra centro cittadino ed immediata periferia "sconnettendo" cosi' le due parti di città che pur essendo adiacenti vengono percepite in modo differente. Mentre, nonostante la "desertificazione", in via Boccaccio si ha ancora una minima sensazione di essere in prossimità del centro cittadino, immettendosi nel viale XX Settembre si ha la sensazione opposta accentuata innanzi
tutto da un repentino diradarsi dell' edificato che riprenderà solo in seguito.

I principi progettuali

Nel caso specifico sono stati individuati 10 principi progettuali:

– connessioni terziarie: con tali termini si individuano tutte le relazioni di tipo terziario (presenza di negozi e attività direzionali...) nell' intorno dell' area indagata. La proposta progettuale che ne deriva è la creazione di un centro amministrativo/commerciale al quale si vuole assegnare il ruolo di nuovo centro di aggregazione.
– connessioni verdi: con tali termini si individuano tutte le relazioni di tipo naturale (giardini pubblici, parchi urbani...) nell' intorno dell' area indagata. Nello specifico sono state individuate 4 relazioni della presente tipologia.
Le aree verdi con cui l' area idealmente si interrelaziona sono:
– Giardini Pubblici
– Valletta del Corno
– Parco Coronini
– Parco del castello
La proposta progettuale sarà quella di introdurre all' interno dell' area da recuperare degli elementi di verde che si relazionino con quelle individuate nella relativa tavola.
– coni visuali da preservare: per "cono visuale" si intende un determinato punto di vista dal quale è possibile avere una piacevole visione del paesaggio circostante. Dal rilievo diretto sul territorio è emersa la presenza di particolari coni visuali di cui tener conto in fase progettuale poichè il progetto non dovrà intaccare questi punti di vista privilegiati.
I punti di vista privilegiati che sono stati individuati durante il rilievo sono:

– via Boccaccio – via Oberdan – Castello
– via Santa Chiara – Castello
– via Santa Chiara – viale XX Settembre
– via Santa Chiara – zona nord – est;
– fronti da tutelare: sono le fronti edilizie che presentano particolari caratteri storici e architettonici le quali non devono essere deturpate dalla presenza di nuove fronti edilizie prive di significato se non addirittura sgradevoli nelle loro conformazioni architettoniche. Le fronti edilizie da tutelare sono:

– via Santa Chiara
– via Dante
– Corso Verdi
– Piazza della Vittoria;
– altezze da rispettare: prevede l' adeguamento delle strutture del progetto al massimo di egual altezza degli edifici più caratteristici della zona. Dal rilievo svolto in loco è emerso che l' altezza massima degli edifici di pregio è di 3 - 4 piani (alcuni presentano anche il sottotetto);
– elemento acqua da inserire: al fine di dare una sensazione più "naturale" del sito su cui insiste il nuovo intervento, assieme agli elementi verdi sarà opportuno inserire delle fontane;
– imposizione di limiti per la definizione del progetto:
- l' edificato da nascondere;
- gli affacci preferenziali;
- le relazioni da stabilire tra le due aree;
- la completa “permeabilità” dell' area che si viene a formare;
– integrazione nel contesto in chiave moderna: i corpi di fabbrica inseriti con il nuovo intervento dovranno presentare dei caratteri stilistici necessariamente differenti da quelli degli edifici storici e adeguanti all' epoca attuale;
– la planimetria dell' area 01(ex merato) è “generatrice” di quella dell' area 02: data l'imposizione dei limiti, la disposizione planimetrica dell' area 01 va necessariamente a generare la disposizione planimetrica dell' area 02;
– le strutture da eliminare: quest' ultimo criterio progettuale si rifersice a cio' che in fase progettuale si ritiene opportuno mantenere e cio' che si preferisce eliminare.

La proposta progettuale
Il progetto consta nella proposta di 4 corpi di fabbrica i quali devono essere in grado, nonostante la presenza della strada, di dare un senso di continuità quasi ad annullare l' elemento di discontinuità (la strada) e a creare un' unica area.
La continuità viene creata per mezzo:
1. della continuità dell' edificato;
2. dell' instaurarsi di reciproci rapporti in una configurazione front to front delle due aree.
L' allineamento dell' edificato rispetta i tradizionali orientamenti assunti dagli edifici del contesto eccezion fatta per un corpo di fabbrica che si colloca in maniera obliqua rispetto al resto del tessuto edilizio con l'intento di realizzare un nuovo spazio urbano al di fuori dello spazio urbano principale.
La proposta progettuale prevede che l' area sia “permeabile” dalla maggior parte delle direzioni.
L' intento del progetto è la realizzazione di un nuovo centro di aggregazione che svolga funzioni commerciali e amministrative.
La posizione che si assume relativamente al nuovo intervento è da una parte di rispetto del contesto adottando delle altezze che non superino quelle degli edifici storici e dell' altra di innovazione per mezzo della realizzazione di strutture diverse per tipologia e stile rispetto a quelle storiche ma tali da non deturpare gli edifici esistenti.

2 commenti:

Joshua Cesa ha detto...

la nostra urbanista: e dove sta il contesto ed il nord negli elaborati? :)

Su di me ha detto...

sono un'urbanista pigra!
A parte la mia pigrizia, il prof ci aveva fatto fare il contesto a mano! E, indovina un po? non c'ho voglia di scannerizzarlo :P

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