Oggi, tra un canto gregoriano ed uno greco - ortodosso, vi inizierò a parlare del mio rapporto con la lettura e del libro "rivelatore" che sposa il mio modo di concepirla.
Io e la lettura abbiamo un rapporto un po' controverso.
Sarà che leggo più cose contemporaneamente...certo è che mi piace leggere, ma da dove pare a me. Raramente, a meno che non si tratti di un romanzo consequenziale, lo leggo dall'inzio e con ordine logico, inoltre adoro letteralmente "palpare" e girare le pagine in continuazione.
Il libro che mi appresto a raccontarvi, visto che ho il vizio di annotare tutto quello che vedo/sento/leggo, abbraccia pienamente la mia filosofia di pensiero. Il libro, regalatomi per il mio 23° genetliaco dai miei amici archeologi, si intitola Civiltà Sepolte - il romanzo dell'archeologia edito da enaudi.
Dalla nota introduttiva leggo che il testo fu edito per la prima volta nel 1949 e riscosse un immediato grande successo tanto da essere tradotto in una ventina di lingue...mi fido della critica positiva e passo immediatamente all'introduzione dove l'autore, che suscita già la mia simpatia, mi dice che per non annoiarmi è meglio che comincio da pag. 79 (il Libro delle Piramidi), mi fido nuovamente e finalmente comincio la lettura di cui vi farò un resoconto ripromettendomi di aggiornare questo post all'evolversi della lettura.
La scoperta archeologica dell'Egitto incomincia con la spedizione militare di Napoleone, accompagnato dal barone nonchè artista, spesso definito pornografico, Dominique Vivant Denon il quale interessatissimo a ciò che gli si presenta dinnanzi agli occhi cataloga tutto mediante dei disegni che restituisce con una precisione quasi naturalistica di modo da "importare" a Parigi le conoscenze apprese durante la permanenza nella terra dei Faraoni.
Durante la campagna militare emerse la cd Stele di Rosetta che negli anni successivi avrebbe permesso la decifrazione dei geroglifici.
Del suo viaggio, nel 1802, pubblicò una dettagliata relazione dal titolo Voyage dans la Haute et le basse Egypte. Contemporaneamente Francois Jomard, basandosi sul materiale raccolto in Egitto, iniziava la redazione di un testo fondamentale su questa civiltà: Descryption de l'Egypte (1809 - 1813). I 24 volumi di cui era costituito il libro suscitarono un grosso successo, ma non si trattava di un'opera completa in quanto costituiva una catalogazione di reperti senza accennare al significato che veniva attribuito agli stessi poichè all'epoca gli studiosi non possedevano ancora gli strumenti per una tale analisi. Champollion, un prodigio sin da bambino, dalla carnagione scura tanto da essere chiamato "l'egizio", conosceva più di 12 lingue orientali sin da giovanissimo, avverso al potere napoleonico, era l'uomo predestinato alla decifrazione dei caratteri geroglifici mediante lo studio della Stele di Rosetta (geroglifico/demotico/greco). La faccenda era all'epoca complicata poichè l'unico testo che si riferiva alla simbologia egizia era quello di Orapollo dal titolo Hieroglyphica che interpretava dei segni. Ma di simbologie si trattava e non di geroglifici. Champollion contestava pertanto quanto contenuto in questo testo non senza avversioni da parte degli studiosi. Dalla comparazione delle scritture presenti nella Stele capì che il nome dei Faraoni era contornato così da metterlo in rilievo rispetto alle altre parole. Dopo anni di avversioni Champollion venne rivalutato dopo la sua morte.
Dopo anni di studio, "l'egiziano" riuscì ad approdare nella terra dei Faraoni dove ebbe solo conferme di quanto aveva da solo nel suo studio scoperto.
Gli altri quattro archeologi che ci vengono presentati sono:
Ricordo alcuni degli dei più noti:
Inizialmente vi erano due regni: il Regno del Nord in prossimità del delta del Nilo e il Regno del Sud. La storia egizia comincia con l'unificazione dei due regni da parte di re Menes verso il 2900 a.C. che può essere così riassunta:
Un intero capitolo viene dedicato a quello che oggi chiamiamo tombaroli, infatti le piramidi, proprio per la loro monumentalità, richiavano i ladri che le saccheggiavano di ogni loro tesoro nonostante la presenza di guardiani. Probabilmente talvolta questi guardiani o gli stessi sacertodi erano corrotti ed in cambio del favore ricevaveno la propria quota. I pochi guardiani e sacerdoti fedeli ancora al re spostarono i sarcofagi, più volte, in altre zone per metterli al sicuro da eventuali aggressioni. Questi avvenimenti costrinsero gli architetti a progettare nuove soluzioni e il re Thutmosis I fu il primo il cui sepolcro venne distaccato dal tempio ed ubicato in una zona meno vistosa. Da qui nacque quella che oggi viene comunemente chiamata Valle dei Re (di fronte a Karnak e a Luxor), che costituisce una grande necropoli per i personaggi più illustri. Nonostante l'ingegno dell'architetto di Thutmosis I, il sepolcro venne comunque saccheggiato.
Erodoto ci trasmette che c'erano tre metodologie di imbalsazione. Generalmente un uncino veniva inserito in una narice per togliere il cervello. Il torace veniva aperto e tutti gli organi estirparti e conservati nei canopi. Il cuore veniva sostituito con uno scarabeo di pietra. Il corpo veniva poi lavato.
La cerimonia prevedeva che le donne, vestite in maniera succinta, si grattassero della sabbia sul capo e sul viso. Sia uomini, anche loro vestiti succinti, sia donne, battevano le braccia sul petto in segno di lutto.
Un europeo era entrato in possesso di un papiro che si riferiva alla XXI dinastia di cui Belzoni aveva cercato, infruttuosamente, i sepolcri. Il soprintendente allora inviò a Der-el-Bahri un suo assistente che si infiltò nei bazar ed individuò un ladro di tesori: Abd-el-Rasul, il quale, dopo un processo, accompagnò Emil Brugsch Bey, funzionario del museo, presso la tomba nella quale aveva trovato le ricchezze. Entrarono nel sepolcro ipogeo e si trovarono dinnanzi a 41 mummie che quei sacerdoti, di cui si parlava precedentemente, avevano trasposrtato in quel luogo per evitare le aggressioni dei ladri. Qui, Bey, riconobbe alcune mummie della XXI dinastia.
Howard Carter e Carnarvon, nel XX° sec. e per sei lunghi anni, scavarono nella Valle dei Re e quando meno se l'aspettavano trovarono la tomba di Tutankhamon. Il sepolcro di questo re, che Carter definiva "insignificante" (cito testualmente: "Nei limiti in cui le nostre cognizioni ce lo consentono, possiamo affermare con sicurezza che l'unico evento della sua vita degno di attenzione fu il fatto di morire e di essere seppellito!") era colmo di richezze inestimabili.
La tomba ipogea era riccamente ornata la bara del re era contenuta all'interno di una moltitudine di sarcofagi così da assicurare al corpo un'elevata protezione. Il corpo, in questo caso, non venne dennaggiato dai ladri bensì dall'eccessiva presenza di oli vegetali che indebolì tutti i tessuti ad eccezione del viso che si conservò meglio in quanto coperto con una maschera ornamentale e nel quale si ravvedevano ancora i tratti del giovinetto.
La lettura prosegue con il cd "libro delle torri". Ci spostiamo in Mesopotamia.
Paul-Emile Botta era un medico appassionato di antichità. Nella regione che un tempo era chiamata Mesopotamia (oggi Iraq) si era incuriosito delle molte colline che vedeva qua e là. Cominciò a scavare ma trovò solo pochi frammenti. Un giorno giunse un arabo da Khorsabad il quale sostenne che nel suo paese di mattoni con iscrizioni cuneiformi ce ne erano in abbondanza (erano utilizzati per creare le abitazioni). Così, il medico, inviò alcuni suoi uomini con l'arabo i quali tornarono eccitati dicendo di aver trovato delle mura. Anche Botta si spostò e constatò di aver trovato i resti di un palazzo di Ninive. Di queste scoperte il medico scrisse un libro suddiviso in 5 volumi: Monuments de Ninive, decouvérts et déscrits par Botta, mesurés et dessinés par Flandin.
Ben 47 anni prima dell'uscita di questo libro, un docente tedesco, Grotefend, per scommessa, riuscì a trovare la chiave di lettura della scrittura cuneiforme. Ipotizzò che i segni più ricorrenti e significativi corrispondessero alla parola "re" e così riuscì a svelare l'enigma millenario.
Henry Creswicke Rawlinson, tempo dopo, riuscì nuovamente a decifrare la scrittura cuneiforme e la riprova avvenne quando la Società Asiatica di Londra chiese indipendentemente a diversi studiosi, tra cui Rawlinson, di tradurre delle iscrizioni. Tutte le traduzioni erano concordi! La definitiva chiave di lettura era trovata.
to be continued...
Io e la lettura abbiamo un rapporto un po' controverso.
Sarà che leggo più cose contemporaneamente...certo è che mi piace leggere, ma da dove pare a me. Raramente, a meno che non si tratti di un romanzo consequenziale, lo leggo dall'inzio e con ordine logico, inoltre adoro letteralmente "palpare" e girare le pagine in continuazione.
Il libro che mi appresto a raccontarvi, visto che ho il vizio di annotare tutto quello che vedo/sento/leggo, abbraccia pienamente la mia filosofia di pensiero. Il libro, regalatomi per il mio 23° genetliaco dai miei amici archeologi, si intitola Civiltà Sepolte - il romanzo dell'archeologia edito da enaudi.
Dalla nota introduttiva leggo che il testo fu edito per la prima volta nel 1949 e riscosse un immediato grande successo tanto da essere tradotto in una ventina di lingue...mi fido della critica positiva e passo immediatamente all'introduzione dove l'autore, che suscita già la mia simpatia, mi dice che per non annoiarmi è meglio che comincio da pag. 79 (il Libro delle Piramidi), mi fido nuovamente e finalmente comincio la lettura di cui vi farò un resoconto ripromettendomi di aggiornare questo post all'evolversi della lettura.
La scoperta archeologica dell'Egitto incomincia con la spedizione militare di Napoleone, accompagnato dal barone nonchè artista, spesso definito pornografico, Dominique Vivant Denon il quale interessatissimo a ciò che gli si presenta dinnanzi agli occhi cataloga tutto mediante dei disegni che restituisce con una precisione quasi naturalistica di modo da "importare" a Parigi le conoscenze apprese durante la permanenza nella terra dei Faraoni.
Durante la campagna militare emerse la cd Stele di Rosetta che negli anni successivi avrebbe permesso la decifrazione dei geroglifici.
Del suo viaggio, nel 1802, pubblicò una dettagliata relazione dal titolo Voyage dans la Haute et le basse Egypte. Contemporaneamente Francois Jomard, basandosi sul materiale raccolto in Egitto, iniziava la redazione di un testo fondamentale su questa civiltà: Descryption de l'Egypte (1809 - 1813). I 24 volumi di cui era costituito il libro suscitarono un grosso successo, ma non si trattava di un'opera completa in quanto costituiva una catalogazione di reperti senza accennare al significato che veniva attribuito agli stessi poichè all'epoca gli studiosi non possedevano ancora gli strumenti per una tale analisi. Champollion, un prodigio sin da bambino, dalla carnagione scura tanto da essere chiamato "l'egizio", conosceva più di 12 lingue orientali sin da giovanissimo, avverso al potere napoleonico, era l'uomo predestinato alla decifrazione dei caratteri geroglifici mediante lo studio della Stele di Rosetta (geroglifico/demotico/greco). La faccenda era all'epoca complicata poichè l'unico testo che si riferiva alla simbologia egizia era quello di Orapollo dal titolo Hieroglyphica che interpretava dei segni. Ma di simbologie si trattava e non di geroglifici. Champollion contestava pertanto quanto contenuto in questo testo non senza avversioni da parte degli studiosi. Dalla comparazione delle scritture presenti nella Stele capì che il nome dei Faraoni era contornato così da metterlo in rilievo rispetto alle altre parole. Dopo anni di avversioni Champollion venne rivalutato dopo la sua morte.
Dopo anni di studio, "l'egiziano" riuscì ad approdare nella terra dei Faraoni dove ebbe solo conferme di quanto aveva da solo nel suo studio scoperto.
Gli altri quattro archeologi che ci vengono presentati sono:
- Giovanni Battista Belzoni: "il raccoglitore". Un cercatore d'oro più che un archeologo ma che ad ogni modo contribuì all'indagine archeologica;
- Richard Lepsius: "l'ordinatore". Fu il primo a delineare la storia della Civiltà egizia in maniera verosimile. Prima di lui solo Manetone di Sebennito scrisse un libro in lingua greca sulla storia dell'Egitto: Fatti memorabili dell' Egitto. In questo testo sono presenti molti errori e i tempi sono fortemente dilatati. D'aiuto a Lepsius furono la Tavoletta dei Re di Karnak, la Tavola dei Re di Sakkara e la Tavola dei Re di Abido;
- Auguste Mariette: "il conservatore". Giunto in Egitto per raccogliere pezzi da collezione, cambiò tendenza e divenne il più grande conservatore delle antichità in Egitto. Fece una grande scoperta. Si chiedeva infatti da dove provenissero tutte le sfingi che vedeva come pezzi d'ornamento nei palazzi più ricchi. A Sakkara sotto la sabbia rinvenne 141 sfingi che costituivano il Serapeum (dal nome del dio Serapis), ovvero il viale delle sfingi che congiungeva due templi, inoltre si rese conto di aver trovato le tombe dei sacri tori Apis. Detti tori erano sacri a Menfi ed erano i servitori del dio Ptah, creatore del mondo, e venivano rappresentati con un triangolo sulla fronte. Vivevano con i sacerdoti. La loro sacralità prevedeva la deposizione del loro corpo imbalsamato in sarcofagi che a Sakkara sono di granito nero e rosso. Molti sarcofagi erano stati profanati dai i tombaroli. Solo i faraoni si costruivano le tombe - piramidi, i ricchi possidenti si creavano delle tombe di più modeste dimensioni (mastaba). Mariette scoprì la tomba di Ti che fu significativa in quanto le pareti erano dipinte con scene di vita quotidiana;
- William Metthew Flinders Petrie: "il misuratore e l'interprete". Anch'egli bambino prodigio, in età adulta si recò in Egitto che scavo, e quindi conobbe, in lungo ed in largo. Nei pressi delle piramidi di Gizeh si stanziò in un antico sepolcro abbandonato e nudo la notte usciva da questo per recarsi nelle tombe per misurarle e studiarle. Capì che erano delle grandi tombe che conservavano il corpo del faraone e tutti gli oggetti che gli sarebbero serviti nell'aldilà. La crisi delle piramidi avvenne quando queste cominciarono ad essere saccheggiate e quindi vennero escogitati nuovi metodi per la conservazione del corpo.
Ricordo alcuni degli dei più noti:
Inizialmente vi erano due regni: il Regno del Nord in prossimità del delta del Nilo e il Regno del Sud. La storia egizia comincia con l'unificazione dei due regni da parte di re Menes verso il 2900 a.C. che può essere così riassunta:
- Regno antico (2900 -2700 a.C.);
- Regno medio (2100 - 1700 a.C.);
- Regno nuovo (1555 - 1090 a.C.);
- Dominazione persiana (525 - 332 a.C.);
- Dominio Greco - Romano (332 a.C. - 638 d.C.).
Un intero capitolo viene dedicato a quello che oggi chiamiamo tombaroli, infatti le piramidi, proprio per la loro monumentalità, richiavano i ladri che le saccheggiavano di ogni loro tesoro nonostante la presenza di guardiani. Probabilmente talvolta questi guardiani o gli stessi sacertodi erano corrotti ed in cambio del favore ricevaveno la propria quota. I pochi guardiani e sacerdoti fedeli ancora al re spostarono i sarcofagi, più volte, in altre zone per metterli al sicuro da eventuali aggressioni. Questi avvenimenti costrinsero gli architetti a progettare nuove soluzioni e il re Thutmosis I fu il primo il cui sepolcro venne distaccato dal tempio ed ubicato in una zona meno vistosa. Da qui nacque quella che oggi viene comunemente chiamata Valle dei Re (di fronte a Karnak e a Luxor), che costituisce una grande necropoli per i personaggi più illustri. Nonostante l'ingegno dell'architetto di Thutmosis I, il sepolcro venne comunque saccheggiato.
Erodoto ci trasmette che c'erano tre metodologie di imbalsazione. Generalmente un uncino veniva inserito in una narice per togliere il cervello. Il torace veniva aperto e tutti gli organi estirparti e conservati nei canopi. Il cuore veniva sostituito con uno scarabeo di pietra. Il corpo veniva poi lavato.
La cerimonia prevedeva che le donne, vestite in maniera succinta, si grattassero della sabbia sul capo e sul viso. Sia uomini, anche loro vestiti succinti, sia donne, battevano le braccia sul petto in segno di lutto.
Un europeo era entrato in possesso di un papiro che si riferiva alla XXI dinastia di cui Belzoni aveva cercato, infruttuosamente, i sepolcri. Il soprintendente allora inviò a Der-el-Bahri un suo assistente che si infiltò nei bazar ed individuò un ladro di tesori: Abd-el-Rasul, il quale, dopo un processo, accompagnò Emil Brugsch Bey, funzionario del museo, presso la tomba nella quale aveva trovato le ricchezze. Entrarono nel sepolcro ipogeo e si trovarono dinnanzi a 41 mummie che quei sacerdoti, di cui si parlava precedentemente, avevano trasposrtato in quel luogo per evitare le aggressioni dei ladri. Qui, Bey, riconobbe alcune mummie della XXI dinastia.
Howard Carter e Carnarvon, nel XX° sec. e per sei lunghi anni, scavarono nella Valle dei Re e quando meno se l'aspettavano trovarono la tomba di Tutankhamon. Il sepolcro di questo re, che Carter definiva "insignificante" (cito testualmente: "Nei limiti in cui le nostre cognizioni ce lo consentono, possiamo affermare con sicurezza che l'unico evento della sua vita degno di attenzione fu il fatto di morire e di essere seppellito!") era colmo di richezze inestimabili.
La tomba ipogea era riccamente ornata la bara del re era contenuta all'interno di una moltitudine di sarcofagi così da assicurare al corpo un'elevata protezione. Il corpo, in questo caso, non venne dennaggiato dai ladri bensì dall'eccessiva presenza di oli vegetali che indebolì tutti i tessuti ad eccezione del viso che si conservò meglio in quanto coperto con una maschera ornamentale e nel quale si ravvedevano ancora i tratti del giovinetto.
La lettura prosegue con il cd "libro delle torri". Ci spostiamo in Mesopotamia.
Paul-Emile Botta era un medico appassionato di antichità. Nella regione che un tempo era chiamata Mesopotamia (oggi Iraq) si era incuriosito delle molte colline che vedeva qua e là. Cominciò a scavare ma trovò solo pochi frammenti. Un giorno giunse un arabo da Khorsabad il quale sostenne che nel suo paese di mattoni con iscrizioni cuneiformi ce ne erano in abbondanza (erano utilizzati per creare le abitazioni). Così, il medico, inviò alcuni suoi uomini con l'arabo i quali tornarono eccitati dicendo di aver trovato delle mura. Anche Botta si spostò e constatò di aver trovato i resti di un palazzo di Ninive. Di queste scoperte il medico scrisse un libro suddiviso in 5 volumi: Monuments de Ninive, decouvérts et déscrits par Botta, mesurés et dessinés par Flandin.
Ben 47 anni prima dell'uscita di questo libro, un docente tedesco, Grotefend, per scommessa, riuscì a trovare la chiave di lettura della scrittura cuneiforme. Ipotizzò che i segni più ricorrenti e significativi corrispondessero alla parola "re" e così riuscì a svelare l'enigma millenario.
Henry Creswicke Rawlinson, tempo dopo, riuscì nuovamente a decifrare la scrittura cuneiforme e la riprova avvenne quando la Società Asiatica di Londra chiese indipendentemente a diversi studiosi, tra cui Rawlinson, di tradurre delle iscrizioni. Tutte le traduzioni erano concordi! La definitiva chiave di lettura era trovata.
to be continued...
Nessun commento:
Posta un commento