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lunedì 27 luglio 2015

Una birra e 10 domande inaspettate

Intervista di Devil Davo

Ormai conosco da più di 10 anni Roberta. In questo lasso di tempo, ci siamo visti un sacco di volte ed abbiamo instaurato un buon rapporto di rispetto ed amicizia.
Se c’è una cosa che veramente sorprende di lei, è la sua capacità di crearsi innumerevoli passioni che riesce a portare avanti nel tempo e a renderle completamente proprie nella sua etica di vita. Infatti, questi interessi sono il centro della sua giornata che, tralasciando gli spazi necessari al lavoro e alle faccende quotidiane, si divide in studio, ricerca, fotografia, green food ed altro ancora.
Quindi, le ho proposto 10 domande, con cui vorrei presentare tutto quello che ruota attorno al robbie’s world!
Di seguito leggerete e scoprirete una persona completa e piena di ricchezza, che con il suo entusiasmo e la sua semplicità è capace di trasferire a tutti noi un po’ del suo mondo.

1. Iniziamo veloci, chi sei, da dove vieni, cosa fai?
Mi chiamo Roberta (anche se mi ritrovo di più nel mio pseudonimo un po' irish “Robbie McBetty”), sono nata in una piccola cittadina del nord est Italia chiamata Gorizia una manciata di decenni fa che si trova esattamente al confine con la Slovenia. Nella parte “seriosa” della mia vita lavoro come tecnico presso un Ente Pubblico che si occupa di edilizia sociale, mentre nella mia vita privata do' sfogo alla mia libera creatività...

2. Partiamo dalle tue passioni! Un veloce elenco, quali sono? Sono collegate da un comun denominatore oppure seguono semplicemente le tue ispirazioni?
Penso che al momento la mia passione più grande sia l'arte e più propriamente la fotografia per cui sto anche frequentando una scuola, seguita dalla cucina vegetale e sono inoltre molto interessata a tutto ciò che riguardi la sostenibilità, l'autoproduzione, il DIY e tutto ciò che è open source.
Mi sono dedicata per diversi anni all'archeologia grazie alla quale ho avuto la possibilità di poter eseguire degli scavi qui in zona e realizzare una piccola pubblicazione dal titolo “Tra cielo e terra – il cielo visto dagli antichi”.
Personalmente credo che ci sia un filo in comune tra tutti i miei interessi e passioni solo che al momento mi sfugge nella “massa” di disordine creativo che regna sovrano nella mia mente.
Ogni anno sono solita a scrivere su un pezzetto di carta tutte le cose che voglio fare/imparare nell'anno nuovo. Dopo anni spesso mi ricapita di trovarne alcuni dispersi qua e là e ogni volta mi sorprendo di quanti propositi sono riuscita a realizzare.

3. In genere Gorizia è considerata una “città morta”. Tu da Goriziana come percepisci la città? E i tuoi concittadini come la vedono?
Al contrario di molti miei concittadini io amo la mia città e mi sento fiera di esserci nata. Gorizia per me è simbolo di una multiculturalità forse mai perduta. Un coacervo di tradizioni friulane, austriache e slovene di cui mi sento figlia.
Gorizia, effettivamente è una città morente, ma non perchè lo sia per vocazione, ma piuttosto perchè sempre più viene tagliata fuori dalla politica regionale e una buona fetta di cittadinanza fa parte del partito del “a Gorizia non se pol”. Fondamentalmente in questa città non si può fare nulla, ma l'ascensore (inutilissimo, a mio parere) al castello, oh sì, quello si può fare. Eccome.
Credo che Gorizia, anche per posizione geografica, possa dare molto ai suoi cittadini perchè è una porta aperta sull'Europa, ma le attuali tendenze “mentali” di alcuni e politiche di altri dovrebbero cambiare, un processo veramente difficile da invertire.

4. Se avressi l’incarico di Assessore alla Cultura, cosa proporresti a Gorizia ed ai Goriziani?
Bella domanda. Innanzi tutto non sarebbe un ruolo affatto semplice. Cercherei di promuovere la cultura in tutte le sue varie forme, creando eventi e fiere che non siano solo rivolti all'enogastronomia (at-tira più un panin con la salsiccia che 100 libri...), ma che possano essere davvero rivolti ad un pubblico variegato. Promuoverei le origini medievali della città, re-istituirei il prematuramente defunto “Festival Vegetariano”, cercherei di coinvolgere di più la popolazione giovane ed universitaria, creerei delle partnerships italo-slovene, cercherei di coordinare meglio i vari eventi durante l'anno in modo da evitare sovrapposizioni. Insomma di carne al fuoco ce ne è!

5. Come vedi i collegamenti culturali tra Gorizia e Nova Gorica? C’è unione e coesione? Se sì da parte di chi e/o cosa (associazioni, facoltà universitarie).
Secondo me qualcosa si sta muovendo. Quest'anno, grazie alla scuola d'arte slovena che sto frequentando, ho partecipato ad un progetto artistico intitolato “Age of Plenty” (theageofplenty.tumblr.com) dell'artista slovena Eva Sajovic all'interno della prima edizione del festival urbano e multimediale “In\visiblecities”, al termine del quale c'è stata una tavola rotonda italo-slovena alla conclusione della quale si è creato un collettivo italo-sloveno costituito da più professionalità che sta incominciando a gettare le basi per creare una connessione culturale tra le due città. Stiamo lavorando per voi =)
Un'altra realtà consolidata è la Galerija Tir del centro sociale Mostovna che organizza annualmente della call per artisti italiani e sloveni.

6. Questi collegamenti possono essere ulteriormente sviluppati? Se sì, come? Al momento, cosa blocca i cittadini italiani nel confrontarsi con quelli sloveni e viceversa? Il fattore lingua è ancora quello preponderante? E in genere, queste due culture, sono veramente troppo diverse?
Possiamo fare tantissime cose assieme. Le nostre stesse perplessità in termini di coesione culturale (e non solo) sono le stesse dei nostri “vicini di casa”. La lingua ormai non è più un problema ci si arrangia tra sloveno, italiano ed inglese. Se le cose, a livello istituzionale, non vengono fatte sono per fattori di (in)opportunità politica (?). E' l'ennesima dimostrazione che bisogna armarsi di pazienza, rimboccarsi le maniche e fare proposte dal basso, insomma: cittadinanza attiva e volontariato. La storia si ripete.
La cultura goriziana è per propria vocazione un coacervo di altre tradizioni, quindi direi che non rappresenta proprio un limite, ma anzi un'opportunità in più per abbattere le nostre, ormai inutili, barriere mentali.

7. Cosa vuoi trasmettere con la tua passione in fatto di foto e cultura visiva?
Per quanto riguarda la fotografia ho finalmente trovato qualche direttrice che mi piacerebbe approfondire. Tra i maggiori interessi vi è la fotografia neosurrealista per cui mi ispiro ad artisti locali quali Roberto Kusterle e ad artisti internazionali come Sarolta Ban e attraverso la quale cerco di esprimere delle emozioni o dei pensieri che si trovano nell'angolo più recondito del mio essere. Che poi tutto sommato sono delle emozioni universali in cui chiunque potrebbe ritrovarsi (v. la serie fotografica mENTAL bORDERS su robbiemcbetty.tumblr.com).
In secondo luogo sono interessata alla food photography (alcuni parlerebbero di food porn in questo caso) che è il giusto connubio tra il mio essere “fotografa” (non mi piace definirmi tale) e amante della cultura veg. Sono inoltre interessata alle immagini di reportage.
Nei prossimi anni vorrei inoltre dedicarmi a qualcosa di più concreto come la fotografia di matrimoni e la ritrattistica.

8. Essere vegetariani / vegani: molte persone lo fanno per un’apertura mentale oppure perché sta diventando, nel suo piccolo, un sintomo di moda (un esempio, nella sottocultura della musica hardcore, una quindicina di anni fa l’essere vegetariano era un’attinenza cool, quindi di moda).
Entrambi, ma devo essere sincera che tutte le persone veg che conosco (veramente poche) lo sono prevalentemente per motivi etici. Non sono una grande frequentatrice di ambienti vegetariani/vegani seguo, invece, molto le tematiche inerenti via web.

9. Oltre al rispetto per la vita animale, quali sono i motivi per cui tu sei diventata vegetariana / vegana?
Ho iniziato ad interessarmi alla cultura vegetariana inizialmente per motivi salutistici. Ho provato i benefici di una dieta, nel mio caso, prevalentemente ovo-vegetariana (in pratica no latticini e sì a qualche ovetto da allevamento rigorosamente estensivo e a terra ogni tanto) ottenendo risultati in termini di regressione completa di una dermatite, acquisizione di maggiore vigore e riacquisizione del mio peso forma =)
...Con il tempo, poi, questa scelta, si è anche spostata anche sul piano etico, visto che da sempre amo gli animali (ho quattro gatti e una cagnolina coadottata con il mio compagno).
Molti considerano questa mia scelta estrema e al contempo un sacrificio.
Non sono mai stata un'amante della carne, per cui toglierla per me non è stato assolutamente un sacrificio né un problema anche perchè il processo è avvenuto in maniera progressiva. E' stata più dura con i latticini per cui avevo sviluppato una forma di dipendenza da caseomorfina che ho “vinto” con l'aiuto di una nutrizionista specializzata in nutrizione vegetariana. Eliminando i latticini ho eliminato una grossa fetta di problemi che mi affliggevano da anni.
In questi ultimi anni, anche a causa di problemi di salute in famiglia, ho approfondito molto le tematiche della scienza vegetariana e vegana, approdando alla convizione che siano delle diete adatte all'apparato gastrointestinale dell'uomo, anche se ritengo che la sua vera dieta sia quella che si basa sul raw food...C'è da farsi delle domande se siamo l'unica specie che cuoce i propri cibi e che si nutre di latte destinato ai cuccioli di altri animali...
Eh sì...la dieta veg*ana è estremamente salutare =)

10. I tuoi futuri progetti quali sono?
Prima cosa: ultimare gli studi, successivamente proseguire i miei progetti fotografici e sviluppare idee per la mia città affinchè possa finalmente rifiorire =)

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