Fonte: Semi Salvadis |
Il Guerilla
Gardening nasce come una forma di #giardinaggio politico
che si attua attraverso azioni non violente e viene soprattutto
praticato da attivisti e ambientalisti.
Spesso, questi movimenti,
sono legati alla gestione di spazi urbani abbandonati/degradati
piuttosto che alle tematiche riguardanti i diritti della terra.
I vari movimenti di
#Guerilla Gardeners hanno diverse maniere di agire: c'è chi
rileva un'area verde abbandonata per coltivarla e renderla fruibile a
tutti coinvolgendo anche la popolazione locale e c'è chi compie dei
veri e propri #attacchi,
spesso notturni, anche attraverso le cosiddette #seed bombs
(“bombe di semi”), per
seminare e prendersi cura, ad esempio, di aiuole e spazi pubblici
urbani.
Per
questa intervista ero piuttosto determinata a trovare un gruppo di
Guerilla Gardeners che agisse nella mia Regione, il Friuli Venezia
Giulia, purtroppo però su #Guerilla Gardening Italia
(http://guerrillagardening-italia.blogspot.it/),
una piattaforma web comune per la condivisione delle attività dei
vari collettivi di #GG,
non sono riuscita a trovare alcun gruppo competente per la mia area
geografica, e allora, dopo giorni di ricerche e svariati appelli su
Facebook, un mio contatto mi ha gentilmente indicato il nome di un
“collettivo” di Udine chiamato #Semi Salvadis
che in friulano, la lingua che viene parlata soprattutto nella parte
più a nord della mia Regione, significa “Semi Selvaggi” e
attraverso il sito #Affinità Libertarie
(http://affinitalibertarie.noblogs.org/),
finalmente, sono riuscita a mettermi in contatto con loro.
I
Semi Salvadis non
fanno parte di nessun movimento ufficiale nè si sono post* il
problema di farne parte, perchè secondo il concetto del movimento
#DIY
agiscono come pensano e vogliono; si autogestiscono orizzontalmente,
non sono affiliat* a marchi registrati, non sono interessat* nemmeno
ad eventuali legalizzazioni del loro gruppo nè delle loro azioni,
tanto meno cercano un riconoscimento istituzionale di quello che
fanno.
Prima di questa
intervista ho avuto modo di dare un'occhiata, sul sito web “Affinità
Libertarie”, alle vostre interessantissime iniziative e sono
davvero rimasta colpita dal vostro senso di condivisione nelle varie
attività svolte dal gruppo e dal senso civico ed etico che avete nei
confronti della terra, e, a questo riguardo, mi piacerebbe sapere se
vi considerate parte di un movimento attivista per l’ecologismo e
l’ambientalismo.
Attraverso questo
progetto collettivo possiamo dire di sentirci attivist* che ripensano
l'ambiente dando valore e importanza alle aree verdi e dunque alla
terra.
Come attivisti, c'è
qualcosa che volete dimostrare con i vostri “attacchi”?
Fonte: Semi Salvadis |
Quindi, se ho ben
capito, le vostre azioni hanno anche uno scopo di condivisione e
confronto sociale tra di voi, ma anche con i residenti stessi
dell'area in cui avvengono.
In pratica come si
svolgono gli “attacchi verdi”? Utilizzate le, ormai famose,
“seeds bombs”?
Finora niente "seeds bombs", ci siamo dedicat* a rendere più piacevoli delle aree cittadine attraverso piante ornamentali, aromatiche e qualche pianta da orto. Per il reperimento del materiale abbiamo ricevuto donazioni di piante e semi che abbiamo interrato in strutture ricavate da bancali e vecchi bauli.
Finora niente "seeds bombs", ci siamo dedicat* a rendere più piacevoli delle aree cittadine attraverso piante ornamentali, aromatiche e qualche pianta da orto. Per il reperimento del materiale abbiamo ricevuto donazioni di piante e semi che abbiamo interrato in strutture ricavate da bancali e vecchi bauli.
Per l'acquisto della
strumentazione abbiamo organizzato iniziative di autofinanziamento
nel giardino/orto in costruzione come dei concerti acustici e dei pic
nic per godere dello spazio e per farci conoscere ed entrare in
contatto con il vicinato in maniera informale.
Per quanto riguarda
i terreni su cui svolgete i vostri “attacchi verdi” sono aree
libere private abbandonate o piuttosto aree pubbliche urbane?
Per ora abbiamo prima
individuato degli spazi che ci sembravano opportuni in base a delle
caratteristiche tipo lo stato di abbandono, vicinanza a centri
abitati e quindi possibilità di interazione, vicinanza alla nostra
sede stabile e... a fonti di acqua. In un secondo momento abbiamo
cercato di capire se i terreni fossero pubblici o privati.
Generalmente è preferibile (in termini repressivi) che lo spazio sia
pubblico. In ogni caso nell'orto che è sorto su spazio privato si è
trattato di terreni abbandonati da società che non hanno mai
realizzato (in 30 anni) i progetti per i quali li aveva acquistati.
Ci sono molti
Gardeners che sferrano i loro “attacchi” nelle ore notturne ed in
completa segretezza; i Semi Salvadis, invece, come mettono in pratica
le loro azioni di Guerilla Gardening?
Finora nelle nostre
azioni ci siamo sempre fatt* aiutare dalla luce del sole, anche per
incentivare la partecipazione e interazione del vicinato.
Visto il vostro
forte senso della condivisione e del confronto, come coinvolgete la
cittadinanza nelle vostre attività?
Di solito rendiamo
note le nostre iniziative pubblicando su blog e siti affini,
distribuendo volantini di invito nel quartiere e tramite il
passaparola.
Nell'orto era presente
un cartello che invitava ad unirsi a noi nel giorno settimanale
prescelto per le nostre riunioni e la cura collettiva dello spazio.
Secondo la
legislazione italiana le vostre azioni sono legali?
Ci siamo interessat*
fino a un certo punto della legislazione (violazione di proprietà
ecc...), non ne sentiamo il bisogno se non per conoscere le
conseguenze cui potremmo incorrere.
Secondo voi, le
vostre attività, possono considerarsi delle azioni politiche?
Sono
decisamente azioni politiche, in quanto implicano un rapporto diretto
con gli spazi urbani e vogliono creare relazioni gestionali
orizzontali e questo per noi è agire politico.
In quanto azioni
politiche, come sono accolte le vostre iniziative da parte delle
municipalità (o meglio da parte dei politici in generale) e dalla
cittadinanza?
Fonte: Semi Salvadis |
Per quanto riguarda il
vicinato, alcun* si sono dimostrat* interessat* ed entusiast*
proponendosi di bagnare l'orto o offrendo piante. La risposta da
parte di queste persone è stata positiva anche perchè l'area era
abbandonata da tempo, con erba alta e perchè si paventava la
costruzione di un parcheggio o altra area cementificata che avrebbe
voluto dire l'eliminazione di quel poco di verde che avevano attorno
alle loro case. Molte di loro si erano già interessate alla
protezione di questo spazio tramite raccolte firme da presentare alle
istituzioni che pero' avevano ignorato il loro appello.
La risposta non è stata solo positiva, c'è chi si è dimostrat* scettic* più che altro riguardo la possibilità di ottenere buoni risultati e chi ci ha reso le cose davvero difficili devastando svariate volte il nostro lavoro in anonimato quando era sicur* di non essere scopert*.
La risposta non è stata solo positiva, c'è chi si è dimostrat* scettic* più che altro riguardo la possibilità di ottenere buoni risultati e chi ci ha reso le cose davvero difficili devastando svariate volte il nostro lavoro in anonimato quando era sicur* di non essere scopert*.
Putroppo, spesso
anche in questo genere di azioni, si trova sempre qualcuno che per
qualche motivo, ai più incomprensibile, cerca di ostacolare
un'attività che ha il lodevole intento di ridare dignità ad un'area
che altrimenti rimarrebbe abbandonata, ma, oltre a questi spiacevoli
episodi, come avete già accennato, la risposta del vicinato è stata
positiva e pertanto vorrei chiedervi quali sono i risultati che avete
ottenuto?
Abbiamo a disposizione
un'area esterna, verde, dove proporre eventi e iniziative in un
ambiente autogestito; abbiamo conosciuto persone che appoggiano le
nostre azioni; stiamo imparando qualcosina dell'arte della
coltivazione...
Il movimento è
aperto a tutti? Se sì come si fa ad aderire?
Del cosìdetto
"movimento" guerrilla gardening in generale non possiamo
parlare. Nel nostro caso non serve aderire a niente, è solo
questione di partecipare! Basta venire alle iniziative, in ogni caso
chiunque è liber* di curare, ampliare l'orto anche in altri momenti.
Su base consensuale
abbiamo deciso di non accettare fascist*, razzist*, sessist* perchè
quello che auspichiamo è uno spazio libero da opressioni e
discriminazioni di ogni tipo.
Come funziona in
termini “organizzativi” il vostro gruppo?
Fonte: Semi Salvadis |
Il nostro gruppo è
nato sin dal principio con la volontà di non avere una
strutturazione di tipo associativo e presenza di leader o gerarchie
interne. Ci basiamo sul principio di orizzontalità: le decisioni
vengono prese assieme durante le assemblee (ci riuniamo circa una
volta a settimana) o tramite scambio di messaggi in apposita mailing
list utilizzando il #metodo del consenso.
Durante le discussioni, valutiamo i punti di vista di tutte le
persone presenti fino al raggiungimento di un accordo che tutt* siano
in grado di sostenere e portare avanti. Questo significa che non ci
sono votazioni e che la volontà di una maggioranza non viene imposta
su una minoranza, ma si concorda tutt* nella soluzione/decisione
presa.
Rifiutiamo il
concetto di delega e la suddivisione dei compiti è equa e in
base all'assunzione di responsabilità di ognun*.
Un'ultima
curiosità...in quanti siete?
Il gruppo base oscilla
tra le 5 e 10 persone, più simpatizzanti.
Grazie Semi
Salvadis per aver condiviso con me le vostre iniziative che
continuerò a seguire con moltissimo interesse =^^=